Riforma pensioni è battaglia Subito uno stop, «sbandano» lira e Borsa

Un'alleanza Rifondazione-An fa slittare il dibattito a lunedì. Forza Italia vedrà i sindacati Un'alleanza Rifondazione-An fa slittare il dibattito a lunedì. Forza Italia vedrà i sindacati Riforma pensioni, è battaglia Subito uno stop, «sbandano» lira e Borsa ROMA. Con un rinvio di tre giorni, un'insolita alleanza An-Rifondazione comunista e numerosi incontri di chiarimento è iniziato ieri alla Camera il dibattito in aula della riforma delle pensioni. Un inizio poco brillante che ha immediatamente trascinato al ribasso la lira, la Borsa e la fiducia di investitori interni ed esteri. La divisa italiana ha perso valore nei confronti di tutte le principah valute di riferimento. Secondo le ri-" levazioni indicativo della Banca d'Italia, per comprare un marco sono state chieste 1183,49 lire contro le 1174 di ieri, mentre per un dollaro ne sono state chieste 1639,72 contro le precedenti 1635,70. Per quel che riguarda piazza Affari, a fine seduta l'indice Mibtel indicava una flessione dello 0,43% a quota 9778, e un cedimento dello 0,82% del mib a quota 962. L'atmosfera di sfiducia è iniziata già nella prima parte della mattinata, quando si diffondeva la voce che già dopo un'ora la prima seduta di Montecitorio sulla riforma delle pensioni si era conclusa aggiornando i lavori a lunedi pomeriggio per la pregiudiziale di costituzionalità chiesta da Rifondazione comunista e da An sulla mancata risposta del disegno di legge al problema delle pensioni di annata, sulle pensioni di reversibilità e sul discrimine dei 18 anni di contributi per passare dal sistema retributivo a quello contributivo. Sulla pregiudiziale si voterà dunque alla ripresa dei lavori, ma Forza Italia, Ccd e i gruppi di maggioranza hanno già espresso il loro voto contrario e sono nate divisioni all'interno delle forze politiche e appare sempre più difficile rispettare la scadenza del 10 luglio prevista per l'approvazione del disegno di legge. Forza Italia, in particolare, ha convocato subito dopo il rinvio dell'aula una riunione per porre fine alle discordie interne. Due giorni fa in Commissione lavoro di Montecitorio, Adriano Teso, responsabile del settore previdenza, è rimasto solo. I suoi compagni di partito lo hanno abbandonato e Michele Caccavale, capogruppo in commissione, ha detto a chiare note che il compito di Teso è finito dopo la presentazione degli emendamenti. Al termine della riunione, invece, Mario Masini, vicepresidente della Commissione lavoro di Montecitorio, ha spiegato la nuova divisione dei compiti: Adriano Teso sarà coordinatore tecnico, mentre il ruolo politico spetterà a Mario Caccavale e Mario Masini. Ed ha annunciato quali sono le condizioni di Forza Italia per il suo sì: «La clausola di salvaguardia sui risparmi dichiarati, l'introduzione da subito del prò rata per tutti i lavoratori, l'abbreviamento del periodo transitorio, la fine dell'ostracismo per le compagnie di assicurazione quali gestori della previdenza complementare». Un'attenzione particolare va alla sorte delle compagnie di assicurazione, che a giudizio di Masini sono penalizzate rispetto agli altri gestori, anche all'interno del ramo sesto, perché maggiormente vincolate rispetto a banche e fondi sia sotto il profilo normativo che fiscale. E' già saltata la previsione dei tempi, è stato invece l'allarme lanciato dai progressisti. Il capogruppo Luigi Berlinguer ha parlato di un'dmboscata», di tentativi di affossare la legge, riferendosi alla presentazione della pregiudiziale di costituzionalità da parte di Rifondazione e An, al fatto che la Commissione lavoro «non ha potuto lavorare» e alla presenta- zione di 3500 emendamenti da discutere in aula. Il rinvio e la confusione politica hanno portato al moltiplicarsi degli incontri. Nel pomeriggio c'è stata una riunione tra Lega Nord e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. D'Antoni, Cofferati e Larizza si sono dichiarati disponibili ad accettare modifiche al testo concordato tra governo e sindacati ed hanno sottolineato le conseguenze disastrose che deriverebbero da un ennesimo nulla di fatto in materia di riforma previdenziale sia all'interno che nella credibilità del nostro Paese all'estero, con gravi ripercussioni sulla lira. Petrini della Lega, a sua volta, ha ipotizzato la fiducia da parte del governo sul provvedimento, una volta concordate le modifiche da apportare per migliorare il testo. Flavia Amabile fi €HI GUADAGNA, CHI PERDE ]"7 [RAPPORTO TRA PENSIONE E ULTIMA RETRIBUZIONE: DUE SISTEMI A CONFRONTO (con anzianità contributiva di 37 anni)] 100 90 I J 1» ti .TTlliIU* B 111 n ftiiii^» lì 1111 1 Scarti Ira crescila salari e crescita PIL D PIL+1,5% - PIL +2% PIL+3% FONTE: ■1 -0,5 0 0,5 1 1,5 Confinduslria -1 -0,5 0,5 1 1,5 Il presidente della Confindustria Luigi Abete Il ministro del Lavoro Tiziano Treu

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