NON CE' PACE PER I SENSI
NON CE' PACE PER I SENSI NON CE' PACE PER I SENSI Cassieri, una «satira tragica» La scrittrice di Althénopis, Un giorno e mezzo, Taccuino tedesco o di Star di casa non racconta com'è bello questo o quel posto perché vuole stupire e magari invogliare. Ma perché, comunque vada, vuole dirci che viaggio è sempre. Lo storico Cei ha parlato così a lungo e ha raccontato tutto con scrupolo e un poco di affettuosa ironia (dietro la quale c'è la punta acuminata della satira di Cassieri). Ma, se c'è stata, come pare, violenza e stupro, ecco che, allora, c'è un colpevole: e l'inchiesta, come dice il procuratore, deve ricominciare da capo. Tutto è stato soltanto una messa in scena, una recita, uno dei tanti giochi della nostra società che non sa più affrontare semplicemente la vita, e cerca soccorsi, appoggi, illuminazioni, ammonizioni, ammaestramenti fuori, dentro avendo ciascun uomo soltanto una grande confusione, un'infinita incertezza, anche quando si crede in una fede religiosa ben determinata. Dietro i discorsi sul sesso, l'impegno di castità, le consulenze scientifiche, storiche, religiose, sta l'improvviso scatenarsi degli istinti e, per chi abbia preso sul serio la vita e i princìpi della comunità, c'è la scelta della morte come estrema protesta. Non c'è possibilità di vera fuga da sé e dall'orrore o, meglio, dagli infiniti errori e ipocrisie e inganni del mondo: e, allora, ecco la vittima, la persona più innocente e sincera fino in fondo. Il romanzo di Cassieri, dopo tanta mimesi parodica, ha, al fondo, il rintocco di una desolata e irrimediabile tragicità. Giorgio Bàrberi Squarotti alla sede della comunità, nei quali, sulla scorta del Protovangelo di Giacomo e dello Pseudomatteo, sono rappresentati i modi miracolosi dell'ostensione e della dimostrazione pubblica della verginità di Maria dopo il parto. Il romanzo coincide col racconto dello storico Arialdo Cei davanti al procuratore (che non interviene mai, se non alla fine, con le ultime parole del romanzo) incaricato dell'indagine non perché ci siano dubbi sul fatto che si tratta di suicidio, ma perché del suicidio così assurdo egli vuole trovare le cause. Cassieri sfrena tutte le sue risorse sapientemente satiriche nella mimesi spesso grottesca dei discorsi che i vari insegnanti del corso fanno: tutti, dal più al meno, a malgrado dell'impegno di castità assoluta, ruotanti intorno al sesso in modo quasi ossessivo. I tipi di ragazzi e ragazze del corso hanno la funzione di mostrare le diverse reazioni, a seconda dell'appartenenza religiosa, ai problemi del sesso: c'è la cattolica rigidissima, ci sono due mormoni, ci sono studenti di varie facoltà, ciascuno con la sua etichetta confessionale, ecc. E c'è Rosita, la più taciturna, anche nell'imminenza del suicidio. Il biglietto che la ragazza lasciò è quasi illeggibile perché gli si è rovesciato sopra del caffè; e soltanto alla fine la Scientifica riesce a completare quasi del tutto la frase in cui Rosita chiede perdono alla madre del gesto che sta per compiere, perché ha perduto il suo bene supremo (ma la sillaba dell'ultima parola che si riesce a identificare può essere la prima di virtud o di virginitad). Il Penna, Bona e lo Struzzo Settima edizione del premio di poesia «Sandro Penna-Città della Pieve». Vincitore per l'edito Francesco Serrao con Eleonora (Passigli); per l'inedito Gian Piero Bona con Oscure che, per statuto, avrebbe diritto alla pubblicazione presso l'editore cult Campanotto di Udine. Ma Bona ha già dato da un anno e mezzo il manoscritto a Einaudi che lo farà certamente uscire. Il problema, però, è sapere quando. Lo Struzzo rischia di diventare lumaca, battuta persino da Scheiwiller che nell'anno darà alle stampe Le Muse incollate. «Mauro Bersani ha buttato lì il 1999, ma io spero scherzasse», dice il poeta-romanziere che aspetta anche di vedere, come da contratto, ripubblicato // soldato nudo con prefazione di Comisso. Tutto ciò non vorrà davvero dire il solito nemo propheta in patria? Viaggio è un libro, viaggio la memoria, viaggio la vita. Viaggio è un viaggio. Tutti sensi (o piani) che corrono sopra e sotto questo «romanzo» spesso doloroso, più spesso folgorante, di un'avventura raccontata in tredici tappe o racconti o capitoli. L'avventura della vita, si capisce, fin dal momento in cui un ricordo d'infanzia riconduce ad un imperativo topico: ((Alzati e cammina»? Cioè scopri il mondo, datti da fare, esci di tutela, vivi la scissionp, la ferita, la distanza che corre tra te e l'altro-da-te. Resta il dilemma. Viaggiare viaggiando o viaggiare restando? Viaggiare per davvero nello spazio e nei paesi, oppure viaggiare dietro desideri senza cattura, rincorrendo da fermi i fantasmi di una vita che è sempre un po' più in là? La Ramondino viaggia un po' nell'uno un po' nell'altro modo, dietro le orme ereditate da un padre e da una madre bifronti. Il suo libro parla dunque di luoghi, che vanno da Maiorca (un Fabrizia Ram Fabrizia Ramondino Esportiamo le di coparole le di cotone le Giuseppe Cassieri La campana di mezzanotte Longanesi pp. 135, L. 24.000.
Luoghi citati: Città Della Pieve, Maiorca, Udine
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