Aosta si allunga la scia di sangue

La donna, di origine nobile, era imbottita di tranquillanti. Dopo il delitto ha tentato di togliersi la vita I MISTERI DEL MOSTRO Il giovane meccanico sarebbe l'autore di numerose aggressioni alle lucciole Aosta, si allunga la scia di sangue Altri delitti per il killer delle prostitute AAOSTA LLE 19,50, dopo quasi cinque ore d'interrogatorio, il «mostro dalla faccia buona» osco con la testa chiusa nelle spalle, inseguito da uno «stia tranquillo» del magistrato che gli fa alzare lo sguardo. Ha riconfessato, Andrea Matteucci, tutti e quattro i delitti, tre prostitute e un omosessuale. Dando sempre lo stesso movente, quell'infanzia vissuta accanto a una madre prostituta che gli raccontava incontri e violenze, anche la tentata evirazione di un partner. E con altri e nuovi particolari, macabri. Il suo avvocato Ada Lizzio: «Ha confermato tutto». Ma forse quella già lunga scia rossa nasconde altro sangue, altre aggressioni alle «lucciole», altri omicidi. Un dubbio atroce, ma possibile, che il sostituto procuratore David Monti lascia intendere. Perché vi ò un salto di tempo troppo grande ira il primo e il secondo delitto confessato, undici anni. Nelle cinque ore lo scalpellino di Villeneuve ha risposto alle domande dell'altro magistrato che si occupa del «caso». Pasquale Longarini. «Sì è vero ho ucciso e bruciato», ha ripetuto il serial-killer. Non soltanto, avrebbe fatto a pezzi le sue vittime prima di infilarle tra ìa legna nei bidoni-fornace, in quello spiazzo accanto alla superstrada del Bianco dove spaccava e levigava con maestria la pietra. Cinque ore in cui ha confermalo di seguire due folli rituali: quello di colpire le prostilute quando non volevano rispondergli, non gli dedicavano neppure un minuto del loro tempo e quello del fuoco per far scomparire le vittime. La sua follia scatenata da quel «no» al dialogo. Donne pronte a vendere il loro corpo, ma che non concedevano nulla Ise non ai.sentimenti! alle parole. E lui al giudice ha ripetuto più volte proprio questo: «Io volevo parlare». Ma tra i suoi rituali non c'era quello delle armi. Qui sta una parte del mistero. Andrea Matteucci, appassionato d'armi al punto d'averne una collezione appesa alle pareti della sua sgangherata e disordinala casa, non ne aveva eletta una per uccidere. Anche se fui da ragazzo nascondeva ogni notte sotto il cuscino un pugnale e aveva sempre con sé un coltello, un «Opinel» a cui aveva bloccato la lama. Aveva pu- gnalato sei volte Domenico Raso la notte del 30 aprile di 15 anni fa, ha ucciso con una chiave inglese la nigeriana Clara Ornarci Bee, 26 anni, la sera del 30 agosto 1994 e con un pugno e una spinta che l'ha latta cadere su un sasso l'albanese chiamata Albana Dokovi, 20 anni, l'ultima vittima. E per Daniela, la giovane prostituta italiana, che avrebbe ucciso e bruciato nel 1991, aveva usato una delle sue armi giocattolo, modificandola. «Lo ho sparato quando mi ha cacciato via, anche lei non voleva ascoltarmi». Daniela sarebbe una ragazza di Torino fuggita di casa giovanissima e poi finita sulla strada, ma gli inquirenti non hanno ancora la certezza. Lui, il serial-killer, non l'ha riconosciuta in ima foto che ieri pomeriggio Longarini gli ha mostrato. Daniela, il nome della moglie, che abita ad Aosta con i genitori, una sorella e il bambino avuto da Andrea. Il matrimonio s'infranse dopo due anni. Daniela non vuole parlare, nel corridoio dell'alloggio in cui vive dice soltanto: «Lasciatemi sta¬ re, non voglio sentir nulla». E la sorella risponde con voce tremante al telefono: «Quell'uomo per noi è un estraneo da tempo. Lasciale perdere, sapete cosa vuol dire per questo bambino vedere il papà sul giornale? La vera vittima è lui». Le indagini portano anche in Puglia, la regione d'origine di padre e madre dell'artigiano che ha confessato quattro delitti. 11 padre abita ancora là. Andrea andava a trovarlo sovente, ma andava in Puglia anche per portare furgoni e camion che ha rubato l'inverno scorso in Valle d'Aosta. E in uno di questi viaggi gli è stata sequestrata una pistola. Un altro mistero nella vita del ragazzone biondo, un altro rituale, legato ai libri, anzi ai fascicoli che comperava nell'edicola del suo paese. Passioni che paiono separare come quinte periodi di vita e d'amore e che lo legano a due giovani fidanzate, una bionda, pugliese, e una bruna, valdostana. L'amore con la bionda comincia con il corso di danza, quello con la bruna con quello di chitarra. E il periodo con i furti coincide con la raccolta di fascicoli di un'enciclopedia sulle armi. La polizia ha trovato tutto in quella casa schiacciata dal retro della via principale di Villeneuve, in fondo a un vicolo, dove la scientifica ha raccolto reggiseni, slip e scarpe di donne e un beauty-case. Enrico Martinet Si indaga anche sui suoi viaggi in Puglia Interrogato per 5 ore dal giudice «Sì, è vero, ho ucciso e bruciato» A sinistra Andrea Matteucci in manette. Di fianco Albana Dokovi. A destra la casa del killer delle prostitute

Persone citate: Ada Lizzio, Andrea Matteucci, David Monti, Domenico Raso, Enrico Martinet, Longarini, Pasquale Longarini

Luoghi citati: Aosta, Bee, Puglia, Torino, Valle D'aosta, Villeneuve