Unabomber fa retromarcia

Unabomber fa retromarcia Unabomber fa retromarcia «Le minacce ai jet? Solo uno scherzo» WASHINGTON. Il misterioso Unabomber, questo il nome attribuito dall'Fbi al terrorista che dal '78 ha provocato la morte di 3 persone e il ferimento di altre 23 con 16 pacchi bomba, ha fatto marcia indietro. Dopo aver gettato nel caos i trasporti aerei californiani con una lettera ricevuta martedì dal «San Francisco Chronicle» che minacciava «di far saltare in aria un volo in partenza dall'aeroporto di Los Angeles nei prossimi 6 giorni», mercoledì notte ha spiegato con una nuova missiva al «New York Times» che si trattava solo di «un'ultima beffa». «Dato che l'opinione pubblica ha la memoria corta - si legge nel testo -, abbiamo deciso di giocarle un ultimo scherzo per ricordare chi siamo. Ma non abbiamo cercato di collocare una bomba a bordo di un aereo di linea (recentemente)». L'Fbi ha confermato l'autenticità delle lettere. Anche se in passato Unabomber non aveva mai preannunciato i suoi «colpi», la minaccia è stata presa molto seriamente e per un'intera giornata negli aeroporti californiani le più rigide misure di sicurezza mai assunte dopo la guerra del Golfo hanno causato ritardi e disagi ai passeggeri. Dato che gli attentati di Una¬ bomber erano stati in passato compiuti per mezzo di pacchi spediti dalla California, sono stati sospesi tutti i servizi di posta aerea. Negli scali di San Francisco, Los Angeles e San Diego passeggeri e bagagli sono stati sottoposti a minuziosi controlli che hanno provocato ritardi nelle partenze e negli arrivi. Alcune compagnie hanno dovuto provvedere a cambiare i biglietti di chi ha preferito non recarsi più in California. In questa situazione l'unico episodio che ha suscitato qualche timore è stato quello verificatosi a Sydney, dove un aereo della United Airlines arrivato da Chicago e Los Angeles è stato perquisito per una minaccia di attentato poi rivelatasi falsa (una vecchia radio trovata sotto un sedile era stata scambiata per una bomba). Dopo la marcia indietro del terrorista, ia tensione si è allentata ma l'allarme non è ancora cessato. Gli aeroporti restano in pieno stato di allerta: «Faremo tutto il possibile per garantire la massima sicurezza - ha dichiarato David Hinson, direttore della Faa, l'ente Usa che sovrintende al traffico aereo civile -. Per noi la minaccia rimarrà tale fino a quando I'Fbi non ci dirà il contrario». [Agi]

Persone citate: David Hinson