Com'è difficile Venezia
Com'è difficile Venezia Da domani code separate per i vaporetti: i residenti salgono prima Com'è difficile Venezia LA notizia 6 di oggi: a Venezia l'afflusso di turisti è tale che ormai non si può più viaggiare nei battelli pubblici, carichi fino all'inverosimile. Le proteste dei cittadini hanno indotto l'amministrazione comunale a creare ingressi separati in due puntichiave della linea dei battelli che porta lungo il Canal Grande nel cuore di Venezia, dai parcheggi d'arrivo (Tronchetto, Piazzale Roma) al centro. Da una parte dunque entrano i passeggeri con «Carta Venezia», cioè residenti; dall'altra, i foresti, come i veneziani chiamano chiunque non sia indigeno. «Indirizzare i flussi» e «evitare conflittualità»: queste sono le due ragioni hanno spinto l'Amministrazione ad adottare il provve- dimento. Non c'è un minuto da perdere, contiamo che gli scopi sperati vengano presto raggiunti. Allo stato in cui siamo, in un momento in cui la stagione turistica non è ancora al suo massimo, la conflittualità è in crescita paurosa: chiunque si avvicini ai pontili di Rialto o di Piazzale Roma si ritrova entro lunghe code di gente poco disposta a sentire ragioni; in certe ore, entro una bolgia umana. Qualche dato. L'area veneziana è dì forte pendolarità interna: decine di migliaia di persone ogni mattina raggiungono il posto di lavoro in centro dalla terraferma usando i mezzi pubblici; oltre ai veneziani insulari. A tutti questi si sovrappongono in una stagione milioni di turisti: l'anno scorso sono stati quasi 10 milioni, quest'anno si prevede di superare gli 11. Le difficoltà, però, aguzzano l'ingegno: da 20 giorni si sono già messe in funzione le cosiddette «direttissime» per far subito salire i turisti in battello al loro arrivo, e portarli dritti in centro; però lun¬ go i canali del porto. Ma costoro non vedono il Canal Grande, e insistono nell'affollare le linee inteme. E allora eccoli serviti: «loro» entrano da una parte, e «noi» dall'altra. Se non va, faremo qualche altra mossa, in un continuo gioco di scacchi: chiameremo corse bis alle entrate «turistiche», pittureremo i battelli di rosso o di blu o di qualche altro colore gradevole, alzeremo ancora i prezzi (lungo le linee inteme): occorre inventarsene per forza ogni giorno una, in una città come questa. Già è difficile, per quanto esaltante, vivere a Venezia; presto diventerà ancora più interessante, forse impossibile. Per via dei trasporti, dei costi sempre crescenti, del congestioiiamento, della riduzione di ogni attività umana a livello del turismo di passo. Ma anche per un'altra ragione: se la folla aumenta ancora, Venezia andrà in polvere o sparirà nel continuo scalpitare della massa. O forse affonderà sotto il peso. Paolo Barbaro
Persone citate: Paolo Barbaro, Piazzale
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