SENZA TREGUA di Alessandro Galante Garrone

SENZA TREGUA SENZA TREGUA NON possiamo tacere- la nostra inquietudine di fronte- alle impennate verbali del Guardasigilli, agli epiteti scagliati contro imprecisati personaggi, "penosi Catoni- o pupazzi imbottiti ili cenere e paglia, e via dicendo. Il clima ilei dibattito politico si fa sempre- più incandescente. Invochiamo un po' di tregua, ed esortiamo alla riflessióne pacata, al ragionamento, al rispetto ile-Ila legge, lì se parliamo di legge-, rivolgendoci a un magistrato come Mancuso, che della legge ha un culto che - lo dico subito - credo sincero, intendiamo riferirei, prima ili tutto, alla suprema delle- nostre leggi, la Costituzione, lì' proprio quel che ha fatto ieri, su queste co¬ lonne. Gustavo Zagre-be-lsky. Qui i- la radice- del problema. Stranamente-, il suo intervento è staio piuttosto solitario. Il fatto indubbio è- che- la nostra ! Costituzione è- trascurata, dimenticata. Calamandrei, negli anni in cui si attendevano con ansia le leggi per la sua attuazione, la definiva, dal nome- di una celebre- sinfonia di Schubert, XIncompiuta. Oggi, e da tempo, essa è compiuta; ma sprofondata nel sonno. Ora, Zagrcbclsky l'ha richiamata in vita. Lì un giurista come il ministro Mancuso, che è- stato per molti anni un solerte magistrato, non l'ha certo dimenticata. Alessandro Galante Garrone CONTINUA A PAG. 2 SETTIMA C010NNA

Persone citate: Calamandrei, Mancuso, Schubert