Manzoni appassionato d'induismo?

Autografo discusso Autografo discusso Manzoni appassionato d'induismo? MILANO ANZONI era interessato alle religioni orientali? Sembrerebbe di sì, se condo un inedito appena approdato a Lecco. Ne dà notizia il direttore dei musei civici della città, Gianluigi Daccò, che l'ha acquistato per otto milioni da un antiquario di Lucca. L'inedito è composto di quattro fogli scritti a matita, molto fitti e un po' sbiaditi. Qualcosa Daccò è riuscito a leggere. Ecco una frase: «I sofisti indiani detti dopo gimnosofisti avevano per appunto il disprezzo delle cose terrene e il vivere di frutti spontanei affrontando disagi». Manzoni parla di Zoroastro, di Visnù e di Pitagora, di Giuseppe Ebreo, Clemente Alessandrino, Diogene Laerzio. «La mia ipotesi - dice Daccò - è che si tratta di appunti di lettura, probabilmente da autori francesi, come lo storico Frangois Lenormant. Manzoni preparava forse un saggio sulle cosmogonie e sui riti medioorientali. E da qui deriva il mio stupore: non si è mai saputo che lo scrittore coltivasse interessi del genere. Dalla grafia sembrerebbe che i fogli siano databili fra il 1865 e il 1873, l'anno della morte». Gli studiosi restano freddini, prendono le distanze. «Non ho il testo sott'occhio, non posso dire nulla», è la prima reazione di Giancarlo Vigorelli. Sapeva che Manzoni aveva di queste curiosità orientali? «Non le ha mai avute, ma non è da escludere: era curioso di tutto». Manzoni ha frequentato le pagine dello storico Lenormant? «Mai sentito nominare. Ce n'è uno, ma è del '900». Dante Isella si limita a dire: «Prima bisogna accertare se la grafia è proprio di Manzoni; poi, se sì, se il testo è suo oppure è trascritto. Mi sembra strana, l'incursione in quei territori culturali: non s'è mai occupato... Sarei molto cauto». [c. a.J

Luoghi citati: Lecco, Lucca, Milano