«Wilde alla sbarra, inglesi nauseati» di Luigi Albertini

«Wilde alla sbarra, inglesi nauseati» «Wilde alla sbarra, inglesi nauseati» Un giovane cronista tra gentlemen scandalizzati Ecco uno stralcio della corrispondenza sul processo a Oscar Wilde mandata anonima alla Stampo da Luigi Albertini. E' datata Londra, 28 aprile 1895. >-wlUESTA mane alle 10,30 nella corte di | I Old Eailey è commciato il processo conI I tro il famoso Oscar Wilde ed il suo com1 I plice Alfredo Taylor. Io sono giunto Y I troppo tardi per procurarmi un posto V nell'aula e debbo contentarmi di riassumervi quanto dicono i piccoli fogli della sera, che vanno a ruba per strada. Questo pubblico, così irritato contro l'artista colpevole, ha sete di scandalo e divora i lunghi dettagliati rapporti del processo. Contrasto curioso! (...) Wilde senza esitare domandò un verdetto di assoluzione (not guilty) e Taylor fece altrettanto. I giurati prestarono giuramento e il pm li ammoni di prestare bene attenzione all'impor¬ tanza delle accuse, che abilmente riassunse. In seguito il pm prese a esaminare il testimone Carlo Parker, una delle vittime. Questi racconta come nel 1893, trovandosi disoccupato, conobbe Taylor, che gli parlò di Wilde come di un largo signore. Parker capì di cosa si trattava ed acconsentì a presentarsi a Wilde, il quale avrebbe potuto aiutarlo nella carriera drammatica a cui il giovane aspirava. Dopo una cena alla quale presero parte Wilde, Taylor e i due fratelli Parker innaffiata di champagne, il testimone andò al Savoy Hotel assieme a Wilde. Questa fu la prima di una serie di visite. (...) Di Oscar Wilde in Inghilterra se ne parlava dapprima con ammirazione e rispetto. Se ne parla oggi a bassa voce come di cosa che desta la nausea. Qui il puritanismo vince sempre. Corrotti, si stigmatizza, senza remissione, la colpa quando questa diventa scandalo. Nel continente oggi Wilde, poeta poco cono¬ sciuto, è diventato il fatto di cronaca del giorno; il turpe processo che si fa all'uomo mette in vista lo scrittore. La conoscenza della di lui produzione intellettuale dà una luce, lievissima, ma pur luce della stravagante depravazione dei sensi che lo hanno portato alla gogna. (...) Ed è il nome di questo artista, che i gavroches di Londra si scagliano, ad insulto, tra i lazzi; che i gentlemen, corrucciati, accendono quale macchia al nome immacolato dell'Inghilterra dei quacqueri; il nome che le ladies si sussurrano sospettose nei femminili ritrovi. Ed è l'opera di questo poeta, già orgoglioso del suo Paese, che la biblioteca del British Museum bandisce dai propri scaffali e rifiuta ai lettori, che l'editore Lane toglie dalle sue vetrine, che si sentenzia da tutto un popolo debba essere medioevalmente arsa per mano del carnefice! Luigi Albertini

Luoghi citati: Inghilterra, Londra