Berlino, per l'Olocausto il Memoriale dell'imbarazzo di Emanuele Novazio
Berlino, per l'Olocausto il Memoriale dell'imbarazzo ili! cubo di cemento di cento metri per cento, costerà 30 milioni di marchi e sarà inaugurato alla fine del '97 Berlino, per l'Olocausto il Memoriale dell'imbarazzo Scolpiti 4 milioni di nomi ebrei, ma Sinti e Rom si sentono dimenticati: anche noi siamo vittime BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una enorme lapide con il nome degli ebrei sterminati in tutta Europa dal nazismo per ricordare l'Olocausto, perché «le generazioni future non dimentichino l'orrore degli orrori». Dopo le esitazioni del governo e discussioni finite qualche volta in polemica anche aspra, il Memoriale che Berlino ospiterà al centro del futuro «quartiere della Cancelleria» - a due passi dalla Porta di Brandeburgo e dalla Pariser Platz - ha finalmente un autore, la scultrice tedesca Christine Jackob-Marks, prescelta fra 528 candidati di tutto il mondo. Se, come sembra ormai sicuro, i lavori cominceranno l'anno prossimo, il monumento con il quale Berlino e la Germania renderanno omaggio a sei milioni di ebrei di diciotto Paesi sarà inaugurato entro la fine del 1997. Costerà trenta milioni di marchi, oltre trentacinque miliardi di lire - una cifra dop¬ pia di quella preventivata e soltanto per metà coperta, fino ad ora, dallo Stato, dal Land e da donazioni private e sarà davvero un «monumento»: un blocco di cento metri per cento, un enorme quadrato di cemento al centro di un'area di ventimila metri quadrati (del valore di 40 milioni di marchi) messa a disposizione dal governo. Con incisi - in caratteri alti otto centimetri - i nomi e l'età delle vittime. I nomi conosciuti, almeno quattro milioni e duecentomila uomini, donne e bambini ricavati dalla documentazione del centro israeliano di «Yad Vaschem»: chi non ha lasciato traccia di sé, due milio¬ ni di persone, sarà ricordato con uno spazio vuoto. Anche per le sue dimensioni, da qualcuno considerate «eccessive», il progetto Jackob-Marks era stato criticato: «Troppo enfatico, troppo monumentale», si era detto. Ha obiettato la giuria, nella motivazione della scelta: «Non è il memoriale a essere "monumentale"; è l'ingiustizia che vuole ricordare, a esserlo». E' «l'angoscia che Il Memoriale per trasmetterà», a esserlo. E' il ricordo che vuole propagare, la memoria che intende conservare. Eppure, nonostante nessuno contesti apertamente l'op¬ ndeburgo portunità di costruire nella Berlino che torna capitale un «Memoriale centrale per gli ebrei di tutta Europa», non mancano i motivi d'imbarazzo. I Sinti e i Rom, per ' ".empio, si sentono discriminati, si sentono «cittadini di seconda classe»: anche noi siamo vittime dell'Olocausto, lamentano, ma non riusciamo ad avere un monumento che ricordi la tragedia del popolo zigano, nella capitale del Pae¬ se dal quale siamo stati sterminati. Il presidente della comunità ebraica tedesca, Ignatz Bubis, teme invece che la raccolta dei fondi - indispensabili per completare gli stanziamenti pubblici insufficienti - si tramuti in una «vendita delle indulgenze». Ma se alle inquietudini di Bubis si tenterà di por rimedio con l'anonimato obbligatorio delle offerte, resta il dubbio di chi vede - nel gran discutere di monumenti all'Olocausto che il progetto ha sollevato - un'occasione per «banalizzare la tragedia». Per rendere il nuovo Memoriale una tappa d'obbligo nelle visite di Stato. Per «annacquare lo sterminio», attra¬ verso la proliferazione dei luoghi di memoria e «culto». E' una preoccupazione affiorata nei mesi scorsi in vari ambienti, e rilanciata di recente da storici e politici: «troppi me moriali» potrebbero suscitare «indifferenza e reazioni controproducenti», si è detto, e stendere in sostanza un perico loso velo sul passato, una corti na di noia, di fastidio, di tedio. I promotori del Memoriale di Berlino - chi, alla fine, l'ha spuntata - obietta che rinun darvi sarebbe stato un modo rassegnato e debole di guarda re alla storia e alle tragedie di un Paese ancora sospeso sul passato. Avrebbe vinto la tentazione dell'oblio, come dice Michel Friedman, esponente di rilievo della Comunità in Ger mania: «I tedeschi devono por re domande difficili alla loro storia, devono andare all'offensiva. E' chi si sente minacciato dal passato, a non volere monumenti che lo costringano a ricordare». Emanuele Novazio Il Memoriale per l'Olocausto sorgerà vicino alla Porta di Brandeburgo
Persone citate: Bubis, Ignatz Bubis, Land, Marks, Michel Friedman
Luoghi citati: Berlino, Brandeburgo, Europa, Germania
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