Sarajevo la morte sulle tv

Razzo devasta gli studi, feriti 36 giornalisti di tutto il mondo Razzo devasta gli studi, feriti 36 giornalisti di tutto il mondo Sarajevo/ la morie sulle tv Tutto pronto per il ritiro delVOnu ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Due bombe su Sarajevo per «festeggiare» due importanti ricorrenze. Il 28 giugno, festa di San Vito, o Vidovdan, è una delle maggiori celebrazioni religiose dei serbi, ma è anche l'anniversario della battaglia di Kosovo Polje, storica sconfitta dei serbi contro il potente esercito turco seicento anni fa. Ma col tempo la batosta sul campo militare si è trasformata in mito popolare sull'eroismo dei combattenti serbi. Alle 9,30 di ieri mattina i miliziani di Karadzic hanno lanciato un proiettile contro la sede della televisione bosniaca: l'ordigno ha centrato il palazzo uccidendo un agente e ferendo 36 persone, tra le quali moltissimi giornalisti. A quell'ora l'edificio era affollato perché i giornalisti stavano uscendo dalla conferenza stampa quotidiana dell'Unprofor. Tra i feriti più gravi l'inviato della rete americana Cnn, David Albritton, colpito da una scheggia alla gola e subito operato nell'ospedale da campo dei Caschi blu francesi. Anche Eldar Emric, corrispondente della Aptv, la televisione della Associated Press, e altri duo giornalisti americani della Wtn hanno riportato ferite gravi. Altra strage un'ora dopo, quando i serbi hanno lanciato il secondo proiettile a cinquanta metri di distanza, contro il palazzo di fronte alla televisione: almeno tre persone sono rimaste uccise. I due ordigni erano costituiti ciascuno da quattro granate e un razzo propulsore, un proiettilo rudimentale ma micidiale, che i serbi hanno già usato in occasioni precedenti. L'obiettivo era di oscurare la tv bosniaca, ma soprattutto le numerose reti internazionali che trasmettono dalla sede della tv di Saraje¬ vo dove si trovano gli uffici di molti corrispondenti stranieri. «L'attacco dei serbi era prevedibile», ha dichiarato il portavoce dell'Unprofor Gary Coward, spiegando che all'alba di ieri i bosniaci hanno lanciato un'offensiva contro le linee serbe. Le forze bosniache hanno poi risposto ai due attacchi sparando senza conseguenze due cannonate contro Bijeljina, roccaforte serba nella Bosnia nord-orientale dove erano riuniti i leader politici e la gerarchia della Chiesa ortodossa per celebrare il Vidovdan. I miliziani di Karadzic hanno bombardato anche Tuzla e Srobrenica: due bambini sono rimasti uccisi. Un civile è morto a Bihac, due sul monte Majevica. Karadzic ha respinto uno dei cinque punti del nuovo piano di pace varato dall'Unione europea. «Siamo contrari alla tregua contemporanea che serve soltanto ai nostri nemici per recuperare le forze e raccogliere nuove anni», ha detto, annunciando un imminente incontro con il nuovo mediatore europeo Cari Bildt. Proprio al termine di questa drammatica giornata, a Bruxelles la Nato ha approvato il piano per un eventuale richiamo dei Caschi Blu dalla Bosnia: in caso di richiesta dell'Onu, tutto è pronto per inviare in 4-6 settimane sessantamila uomini (25.000 americani, 20.000 britannici, 11.000 francesi, un migliaio di spagnoli e 1500 tedeschi) a coprire il ritiro dell'Unprofor. L'Italia fornirà quasi tutto l'appoggio logistico; la forza verrà raggruppata in basi nel nostro Paese prima di essere inviata in Bosnia e Croazia. La Francia ha ottenuto che il comandante delle forze Nato in Europa, generale Joulwan, faccia un rapporto periodico sulle operazioni. Ingrid Badurina Grave l'inviato Cnn Un altro proiettile colpisce il palazzo di fronte: 4 uccisi f Il giornalista della Cnn ferito nella sede della tv e Karadzic

Persone citate: Bildt, David Albritton, Eldar Emric, Gary Coward, Ingrid Badurina, Joulwan, Karadzic

Luoghi citati: Bruxelles, Croazia, Europa, Francia, Italia, Kosovo Polje, Sarajevo, Zagabria