Tre anni di carcere a Pescante
Interrogatori per il metrò Chiesti dal pm Tre anni di carcere a Pescante ROMA. Il pm Nello Stabile ha chiesto le condanne pei- abuso d'ufficio di Mario Pescante, attuale presidente ed ex segretario generale del Coni a tre anni e sei mesi di reclusione, e dell'ex presidente dell'ente sportivo Arrigo Gattai a due anni e sei mesi di reclusione, nonché di altre quattordici persone, a conclusione della requisitoria del processo per i lavori di ristrutturazione dello stadio Olimpico. I fatti si rife riscono alle opere realizzate per i mondiali di calcio del 1990. A finire sotto inchiesta sono slati i componenti delle giunte esecutiva e di aggiudicazione delle opere da realizzare. Oltre a sollecitare la condanna di Pescante e Gattai, il pm ha chiesto quattro anni per l'ingegner Maurizio Mondelli (era membro anche dell'aggiudicalrice), due anni e sei mesi ciascuno per Bruno Grandi, Primo Nebiolo, Agostino Omini, Gustavo Tuccimei, Enrico Vinci e Francesco Zerbi Per quanto riguarda la commissione aggiudicatrice, il pm ha sollecitato la condanna a tre anni ciascuno per Giorgio Besi, Stefano Bovis, Leo Finzi, Gino Lo Giudice Moncada, Vincenzo Scionti e Franco Vollaro. Infine, è stata anche chiesta la condanna a due anni e due mesi di reclusione per il funzionario della regione Lazio Luciana Vagnoni E' stata invece chiesta l'assoluzione per Franco Cristiano (funzionario dei beni culturali), di Alfonso Quaranta e Leonardo Zauli, entrambi dèlia commissione aggiudicatrice. Il processo affidalo ai giudici della quarta sezione penale del tribunale di Roma si riferisce alle presunte irregolarità che, secondo l'accusa, determinarono l'assegnazione dell'appalto per la realizzazione della ritintiurazione dello stadio alla Cogefar. Secondo il preventivo la realizzazione delle opere doveva costare attorno agli ottanta miliardi, ma alla fine la spesa fu di oltre duecento miliardi di lire. Dopo una lunga indagine istnittoria, il giudice dell'indagine preliminare all'inizio dello scorso anno prosciolse tutti gli imputati, che erano 29. Ma contro la decisione presentò appello la procura della Repubblica. 11 14 novembre scorso, la quarta sezione della corte di appello accolse in parte le argomentazioni della accusa e dispose il rinvio a giudizio di 19 persone, [r. i.)
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