La resistibile ascesa dei proconsoli di Lega
La resistibile ascesa dei proconsoli di Lega La resistibile ascesa dei proconsoli di Lega POTENTI E «INTOCCABILI» Giampaolo Zanetta, poco meno che cinquantenne, ex segretario provinciale della de, ex assessore alla Casa in Comune, ex collaboratore dell'onorevole Silvio Lega, negli anni ruggenti della Balena bianca, durante i quali gli uomini dello scudocrociato erano potenti e «intoccabili». E Zanetta, sino all'altro giorno, ossia sino all'arresto per un affare del vecchio Istituto autonomo case popolari, era considerato tra coloro che avevano chiuso l'esperienza de riuscendo a rimanere sulla breccia: direttore generale dell'Ordine Mauriziano. In via Carlo Alberto, nello «storico» salone degli specchi, dove il centro-sinistra si sparti tanta parte del potere pubblico cittadino, tutti ricordano «Giampaolo» familiarmente. Anche se, da alcuni anni, non fa più politica e anche se ormai il grande partito dalle tante anime non esiste più ed ha lasciato il posto a due tronconi Ipopolari di Bianco e di Buttiglione) che si guardano in cagnesco. Zanetta arrivò in quelle stanze «in pantaloni corti», dopo aver accarezzato, per un attimo, l'idea di partecipare al concorso da notaio. Diventò subito diretto collaboratore di un Lega in ascesa, prima segretario provinciale, poi eurodeputato, vicesegretario nazionale, ad un passo dal vertice di Piazza del Gesù. L'amico sale e lui è sulla scia, nel 1979 gli succede alla segreteria del parti- to, nell'80 entra a Palazzo Civico come consigliere. E, in seguito allo scandalo Zampini, tre anni dopo, è eletto capogruppo. Nell'85, caduto il monocolore comunista, approda in giunta. E' assessore alla Casa e presidente del Cit, un Consorzio intercomunale che si occupa della costruzione di alloggi in una trentina di centri abitati. Forse qui incominciano i suoi guai. Nel '92, non ottenendo il collegio al senatoriale, s'avvia il graduale distacco da Lega. Analogo il percorso politico di Mario Carletto, ma in questo caso sul binario parallelo della Regione. Carletto, dopo una breve parentesi liberale, e attratto nel¬ l'orbita democristiana di Lega. Opera a Volpiano dove, negli Anni 70, in successione, è vicesindaco, sindaco e capogruppo di minoranza in Comune. Nel 1980 è eletto in Regione, diventa assessore e nel '90, come capolista della de, è il candidato naturale alla presidenza della giunta, ma viene battuto sul filo di lana da Giampaolo Brizio. Carletto si deve accontentare dell'assessorato all'Urbanistica. Dopo le prime «disavventure» giudiziarie lascia la giunta. E siamo ad oggi. Zanetta e Carletto entrano nel tunnel giudiziario aperto da Eligio Citta, che, ritornato da Miami in Florida ha presentato un memoriale che accusa uomini politici di aver spartito mazzette con imprenditori della sanità e dell'edilizia. Entrano ed escono dal carcere personaggi noti come l'ex presidente dell'Iacp, Fimiani, l'architetto Savoino, alcuni imprenditori e, per una decina di ore, resta in cella anche Giusi La Ganga, l'ex proconsole di Craxi in Piemonte. Giuseppe Sangiorgio Silvio Lega, ex vicesegretario de all'ombra del quale sono «cresciuti» sia Zanetta, sia Carletto A fianco, da destra, Mario Fimiani ex presidente Iacp e Eligio Citta
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