l'lfil cerca nuovi affari

In vista nuovi investimenti per la Rinascente e l'Unicem In vista nuovi investimenti per la Rinascente e l'Unicem l/lfil cerca nuovi affari Ifi a Rcs: su Fabbri tutto in regola TORINO. Cinquecento miliardi di liquidità che arriveranno nei prossimi esercizi. E' questo l'obiettivo che raggiungerà l'Ifil attraverso il programma di cessioni già previste, e al quale si aggiungerà anche il flusso di dividendi che distribuiranno le controllate. Una disponibilità che servirà alla finanziaria di partecipazioni del gruppo Agnelli per cercare nuove opportunità di sviluppo nei settori nei quali si è ormai concentrata: oltre alla Fiat la grande distribuzione, l'alimentare, la carta, il cemento, le attività alberghiere. A fine '94 l'indebitamento netto di Ifil ammontava a G04 miliardi, poi è sceso a 220 miliardi con la cessione del 2,3% della Danone per 380 miliardi. E già dopodomani, con la fine del mese di giugno, la posizione finanziaria netta andrà in positivo, con la conclusione della vendita del 5% di Galbani alla Danone (Ifil ne conserverà il 15%), che porterà una plusvalenza consolidata di 177 miliardi. All'assemblea degli azionisti che ieri ha approvato all'unanimità il bilancio '94 (utile consolidato in crescita del 21,7% a 280 miliardi e dividendi in salita di 5 lire, con 110 lire alle ordinarie e 130 alle risparmio), ed ha autorizzato un buyback da 100 miliardi per un massimo di 20 milioni di azioni, il presidente Umberto Agnelli ha disegnato il futuro del gruppo che va verso una presenza sempre maggiore sui mercati di tutto il mondo: «I business stanno diventando tutti internazionali. I piccoli lasciano spazio ai grandi e i grandi agli internazionali». Sui settori nei quali investire ancora Agnelli non si sbilancia troppo - le nuove opportunità di acquisizione verranno esaminate se e quando si presenteranno - ma tra le priorità di Ifil c'è l'espansione di Rinascente che, «deve essere rafforzata in Italia e poi affrontare i mercati esteri». Anche l'Unicem «va messa a posto in Italia e poi valuteremo se ci sono altre opportunità. Per ora comunque non c'è nessuna trattativa in corso». L'amministratore delegato Gabriele Galateri di Genola spiega così il presente e il futuro di Ifil: «Dobbiamo fare in modo di avere le migliori attività in assoluto nei nostri settori di business. Diciamo che Fiat e Arjo Wiggins sono già eccellenti, mentre Unicom e Rinascente possono essere ancora più eccellenti». Sul versante finanziario è invece confermato lo «strappo» tra Tifi che controlla l'Ifil - e i vertici dell'istituto San Paolo, di cui ha lo 0,2%. La finanziaria resterà o lascerà al sua quota? «Non lo abbiamo ancora deciso, comunque ci sentiamo liberi», ha risposto Umberto Agnelli. Ieri l'assemblea ha anche approvato il trasferimento della sede sociale da Piazza Solferi¬ no a Corso Matteotti 26, nell'edificio che è stato anche residenza della famiglia Agnelli, e ha nominato amministratori (Yoshiyucki Takemoto, Luca Fossati (sostituisce il padre Danilo) e Lamberto Jona Celesia (al posto di Giancarlo Lombardi). Ma sui conti positivi di Ifil ieri si è allungata l'ombra di una vicenda che poco ha a che fare con i risultati del gruppo: la disputa tra Gemina e la Ifi (controllante di Ifil) sul passaggio della Fabbri al gruppo Rizzoli Corriere della Sera, avvenuto nel febbraio '90. Il consiglio della Rcs ha avviato un'azione di responsabilità contro i vertici della società all'epoca del passaggio, tra cui Giovanni Cobolli Gigli, oggi amministratore delegato della Rinascente, e venerdì scorso il presidente di Gemina Giampiero Pesenti ha annunciato di avere scritto all'Ifi per chiarimenti sulla cessione della Fabbri e di aver chiesto un in¬ contro ai vertici della finanziaria del gruppo Agnelli. L'incontro ci sarà, ha replicato ieri Umberto Agnelli, che dell'Ifi è vicepresidente, ma «a puro titolo di cortesia», dato che Tifi si ritiene del tutto estranea alla querelle. E per quanto riguarda Cobolli Gigli, «uno dei collaboratori più validi che abbiamo», Agnelli gli ha riaffermato «piena fiducia». Sulla questione, incontrando i giornalisti dopo l'assemblea Ifil, è intervenuto ieri anche Gian Luigi Gabetti, oggi vicepresidente, e all'epoca amministratore delegato dell'Ifi, spiegando quale è stata la replica alla lettera della Rcs. «La cessione del gruppo editoriale Fabbri alla Rcs - ha spiegato - avvenne nel febbraio del '90. Il controllo e la gestione della Fabbri vennero assunti dalla Rizzoli Libri già nell'aprile del '90 in virtù di un accordo intervenuto con Tifi. Il contratto di compravendita della Fabbri preve- deva fra l'altro l'impegno per Tifi di rifondere alla Rizzoli eventuali differenze negative che fossero emerse a seguito delle verifiche analitiche e degli accertamenti effettuati dalla Rizzoli stossa nei 18 mesi successivi all'acquisizione». Fatte le verifiche non emersero problemi e nell'ottobre '91 la Rizzoli con una lettera «dichiarò per iscritto di avere riscontrato la rispondenza delle poste patrimoniali e del margine operativo lordo ai valori contrattualmente garantiti». Poi la Rizzoli, ha ancora fatto notare Gabetti, gestì «per oltre tre anni in piena autonomia il gnippo editoriale Fabbri, senza sollevare alcun rilievo». Insomma, il gruppo Ifi non accetta alcun rilievo sulla vicenda dato che si considera «estraneo a queste vicende» e respinge «come assolutamente infondata qualunque rivendicazione in merito». Francesco Manacorda La posizione finanziaria torna in attivo Si punta a 500 miliardi IL GRUPPO IFIL 1% DI POSSESSO DIRETTO ED INDIRETTO SUL CAPITALE ORDINARIO] *snna 1,9% 25,9% 1,8% 7,1% 4- 35,9%^ 50,6% + (") CROUPf SAINT\|/LOUIS Worms et Cle I G . I Rint RinaTc^teinaiUNICEM 20% k 6%, DANONE ASIA ,80% 1 ,85% 65,5% V 34^% PANZALIM 100% GENERALE SUCRIERE 40% ARJO WIGGINS APPLETON (') 6% DETENUTO DA UNA SUBHOLDING (80% IFIL • 20% DANONE) (••) DOPO LA CONVERSIONE DELLE OBBLIGAZIONI - FULLY DILUTE0 Il presidente di Ifil Umberto Agnelli A sinistra la struttura del gruppo

Luoghi citati: Genola, Italia, Torino