Il naso di Pinocchio si allunga su Internet

16 il caso. Il burattino e la pubblicità: disputa su un trasformista Il naso di Pinocchio si allunga su Internet PESCIA 1 chi Pinocchio invia col j\ computer un fax dall'aefA reo? Ma a Mastro Gep* *l petto, che si trova ancora nella pancia della balena. E' una pubblicità su Internet: l'ultimo esempio di come il burattino più popolare del mondo possa essere usato per far vendere. E' stata citata da Piermarco Aroldi, dell'Università Cattolica, nella sua relazione al curioso convegno «Pinocchio nella pubblicità», organizzato a Pescia, provincia di Pistoia, dalla Fondazione nazionale Carlo Collodi. Due giorni affollati di interventi, contributi, discussioni, ultima tappa di un lungo viaggio, cominciato addirittura negli Anni Sessanta, per mettere a fuoco tutte le trasformazioni della creatura collodiana: nel teatro, nel cinema, nei giornali e anche nei «consigli per gli acquisti». Nel municipio di Pescia, sede del convegno, è stata allestita una piccola mostra con i materiali grafici d'una trentina di casi di pubblicità pinocchiesche: dagli Anni Venti, quando il monello di legno con il vestito a fiori di carta faceva soprattutto propaganda a cioccolati e panettoni, fino ai giorni nostri, fino ai referendum sulle televisioni, quando è stato preso in prestito dal Comitato per il si. «Negli Anni Trenta era la reclame d'una lavagna magnetica dice Isabella Belcari della Fondazione Carlo Collodi -, negli Anni Sessanta è stato il testimonial della Olivetti, splendidamente ridisegnato da Topor. Campagne pubblicitarie con Pinocchio sono state realizzate da Ferrarelle, Benetton e Unicef». Che cosa offre ai pubblicitari e ai creativi il burattino dal naso che s'allunga quando dice le bugie? Un condensato di surrealismo allusivo e parodistico, facilmente e immediatamente percepibile da tutti, che nessun testimonial è in grado di garantire. Il caso forse più eccentrico è stato raccontato da Nazareno Notarini, dell'agenzia milanese Financial Communications, che ha presentato la relazione dal titolo più invitante: «Pinocchio nella comunicazione assicurativa. Un'idea per "accorciare" il naso ai clienti». In breve trattasi della storia di una campagna per una società di assicurazioni, in cui si dava garbatamente del bugiardo a tutti coloro che si accostano con sospetto ai programmi assicurativi offerti dalle banche. Ma naturalmente Pinocchio era e resta innanzi tutto un eroe, seppure tragicomico, per i bambini. E' immediatamente percepibile perché è diventato un elemento chiave della cultura infantile. Per cui il convegno è stato anche un pretesto per parlare di pubblico infantile e favole pubblicitarie. E che cosa non si può assolutamente dimenticare se si vuole parlare di bambini e pubblicità? Elementare, Watson: «Carosello». Alla celeberrima trasmissione, dopo la quale i bravi bambini andavano a letto, è stata dedicata l'intera relazione di Gianluigi Falabrino, dell'Associazione italiana Tecnici pubblicitari, che ha ricostruito la storia di questo archetipo dello spot, mandato in onda per vent'anni. Ogni avviso di «Carosello» era fatto per regolamento di due parti: l'40" di spettacolo, in cui era rigorosamente vietato nominare il prodotto, e 35" di codino, in cui finalmente si citava il marchio. «Siamo stati l'unico Paese a impostare così la pubblicità televisiva - spiega Falabrino -, diciamo pure a fare la pubblicità vergognandoci di farla, come se fosse biasimevole portare gli interessi dei produttori nella vita delle famiglie all'ora dello svago». Ma «Carosello» si vendicò fino a diventare, come sappiamo, con Tognazzi e Calimero, il Paese di Bengodi, nell'immaginario degli italiani, bambini e adulti. Pardon, il Paese dei Balocchi. Alberto Papuzzi Vestito di carta a fiori o ridisegnato da Topor tutti i trucchi del venditore BIMBI, DITE AU. t VOSTRE MAMME CHE / ÙOlCf NON SOLO RAPPRESENTANO UN PREMIO MA ANCHE UN OTTIMO - AUMENTO. m 1 bj5 • "w _1D iti US» Pinocchio, a destra, la pubblicità ha incominciato a usarlo negli Anni 20. A sinistra, Alberto Asor Rosa

Luoghi citati: Benetton, Ferrarelle, Pescia, Pistoia, Unicef