Una clinica per il dr. Morte di Franco Pantarelli

Una clinica per il dr. Morte Scoperta un'attrezzata «casa degli addii» Una clinica per il dr. Morte Ancora un suicidio assistito in Michigan LA SFIDA DI KEVORKIAN ANEW YORK NCORA prestazione di Jack Kevorkian, il «dottor morte», ma questa volta con una novità: la sua 24a «vittima», una signora di Kansas City di 60 anni e di nome Erika Garcellano, affetta da una forma di sclerosi nota come il morbo di Lou Gehrig, è stata «aiutata» a morire nella «Mercy Clinic» che Kevorkian ha appena fondato. Si trova una trentina di miglia a Nord di Detroit, porta il nome di Margo Janus Ila sorella di Kevorkian, morta l'anno scorso), ed è ospitata in una casa isolata che il «dottor morte» ha preso in affìtto. Non si sa come sia organizzata, né di quali «strumenti» disponga, si sa solo che è diversa da tutte le altre cliniche del mondo perché lì non si va per guarire ma per morire. E' stata scoperta perché ieri una telefonata anonima ha segnalato alla polizia la presenza di un cadavere, quello appunto di Erika Garcellano. Lo sceriffo della contea si è recato sul posto, ha perquisito la casa e ha trovato la salma. Ma ha anche avuto modo di constatare l'avvenuta creazione della clinica. Solo a quel punto l'avvocalo di Kevorkian, Geoffrey Fioger, ne ha annunciato ufficialmente la fondazione, dicendo che si tratta di un'iniziativa per attrarre da tutto il mondo i medici che credono nella causa di aiutare le persone affette da malattie «terminali» a porre fine alla propria esi stenza «con dignità». Le autorità del Michigan non sanno ancora come procedere nei confronti di questo ennesimo caso. Per farlo aspettano il rapporto preciso dello sceriffo e i risultati dell'autopsia cui è stata sottoposta la salma di Erika Garcellano. Ma intanto, subito dopo l'annuncio dell'avvocato, i proprietari della casa hanno deciso di sfrattare Kevorkian. Un'ingiunzione in questo senso, hanno annuncialo, è già partita e il loro avvocato si dice convinto che non ci saranno problemi: Kevorkian accetterà lo sfratto senza protestare. Il contratto d'affitto era stato stipulato sulla base del mese per mese, ha spiegato, per cui non ci sono molti margini di contestazione. I proprietari, ha spiegato an¬ cora l'avvocato, hanno deciso di sfrattare Kevorkian non perché contrari alla pratica del «suicidio assistito» in sé, ma perché non vogliono trovarsi coinvolti in una nuova battaglia legale. E che una battaglia legale ci sarà ò praticamente garantito. Jack Kevorkian ha cominciato questa sua azione ormai cinque anni fa, inventando la cosiddetta «macchina per morire» un aggeggio che «facilitava» molto le cose a quelli che volevano andarsene ma non avevano una sufficiente dose di coraggio per farlo in modo violento. All'inizio non fu facile perseguirlo. Nel Michigan c'era una sorta di vuoto legislativo e l'accusa per omicidio non era sufficiente. Poi quello Stato si è date una legislazione ad hoc e qualche mese fa la stessa Corte Suprema ha stabilito che quello di suicidarsi non rientra nei diritti che la Costituzione garantisce. Ma Kevorkian come si vede non si è rassegnato e continua la sua battaglia. Franco Pantarelli La ventiquattresima «vittima» è una donna di sessantanni Il suo corpo senza vita è stato trovato nella «Mercy Clinic» grazie ad una telefonata anonima Jack Kevorkian, il «dottor Morte»

Luoghi citati: Detroit, Kansas City, Michigan