«Il Papa scomunichi mafiosi e corrotti» di Francesco La Licata

«Il Papa scomunichi mafiosi e corrotti» «Il Papa scomunichi mafiosi e corrotti» Appello dei preti di Palermo, e il vescovo sottoscrive LA CHIESA SFIDAI BOSS PALERMO DAL NOSTRO INVIATO La Comunità cristiana punta il dito sulle storture della società, indica i rimedi e - non senza una feroce autocritica che farà discutere - condanna come mai era accaduto la malìa e la «politica connivente» dei partiti e dei gruppi di potere. Questo il senso di un documento dell'Assemblea diocesana, riservato al tema «11 Vangelo della carità», redatto e proposto come base di dibattito in vista del Convegno delle Chiese d'Italia che si terrà a novembre, a Palermo, con la partecipazione del Papa. E' stato particolarmente vivace il dibattito, seguito con molta attenzione dal cardinal Pappalardo, che ha sintetizzalo le «mozioni» provenienti dalle diverse zone pastorali. Alla fine la grande assemblea ha suggellato e fatte proprie indicazioni che non mancheranno di apparire «rivoluzionarie». Una delle mozioni propone a chiare lettere di «invocare il perdono per il collateralismo e le compromissioni della Chiesa col mondo politico», riferito prevalentemente alla democrazia cristiana». E che dire della scomunica chiesta per i produttori e i commercianti di armi, complici dell'origine di tutte le guerre, compresa quella di mafia? Ma gli argomenti dove più chiara emerge la tendenza all'autocritica dell'intera diocesi riguardano la vita interna «Istituzione-chiesa». L'assemblea propone a gran voce di «destinare i beni culturali ecclesiastici a spazi lavorativi» e di «pubblicizzare gli atti amministrativi della curia degli ultimi anni» - iniziative, queste, in aperta polemica col vescovo di Monreale, mons. Cassisa, di recente al centro di scandali e problemi giudiziari - per concludere con una provocazione: «Eliminare la croce e il termine cristiano da ogni partito». Non sono argomenti di poco conto, specialmente se riusciranno a diventare patrimonio di tutta la Chiesa siciliana, dentro il solco tracciato da padre Pino Puglisi, primo martire della Chiesa sul fronte della lotta alla mafia. Di questo si dice convinto padre Cosimo Scordato, coordinatore della Commissione diocesana e animatore di una intensa attività di volontariato nel quartiere Albergheria, uno dei più poveri del¬ la città. Molte delle mozioni accolte nel vostro documento suonano come una vera e propria condanna per il passato della Chiesa palermitana. Che significa chiedere perdono per le compromissioni col mondo politico? «Significa che nel passato ci si è fatti prendere da eccessivi ideologismi, per cui si e appoggiato un par tito senza considerare quello che produceva, quello che rappresentava, tutto ciò con cui è stato connivente. Questo ha creato una grande distanza con la gente: per troppo ! tempo non siamo andai., incontro j alle necessità della comunità. C'è I stato una specie di impazzimento I appresso alla cultura del potere ' bieco ed egoista». E, qui a Palermo, appresso alla mafia. 0 no? «La mafia ha riempito spazi lasciati vuoti dal potere politico e dai partiti soprattutto, favorendo il concentramento dello risorse nelle mani di pochi e creando poteri torbidi e dipendenze che sono contrarie a ogni morale. Bisogna riformare e invertire questa tendenza: la gente vuol vivere in serenità. E' necessario che le ricchezze della Terra, in quanto bene di Dio, siano di tutti. L'eccesso di ranipantismo, il liberismo sfrenato, la mafia, la politica corrotta e ingiusta sono forze che si oppongono a queste esigenze di libertà e di democrazia». Non le sembra tardivo il risveglio della Chiesa? «E' sempre tardivo il risveglio, se raffrontato con gli enormi problemi di cui abbiamo parlalo. Certo che siamo in ritardo se pensiamo ai milioni di bambini che muoiono per fame e bombe. La vita non è accumulare ricchezze, non è sacrificare parte della società, parte del mondo, a vantaggio di pochi...». Avete chiesto di rendere pubblici i ((conti» della Curia. Perché? «Ma è il minimo. Come si può chiedere trasparenza allo Stato se noi per primi non ci mettiamo a posto? Bisogna vivere questi gesti con naturalezza: il bone comune è di tutti. Bisogna aprire le chiese e le loro strutture. A che serve sennò possedere le cose?». Qualche problema la Curia di Palermo l'ha avuto, vero? «La Chisa non ò una comunità extraterrestre. Credo non vi sia da meravigliarsi di nulla, credo anche che noi non dovremmo maneggiare soldi. I soldi sporcano». Si potrà vincere contro la mafia, contro i signori delle armi, contro le logiche del facile arricchimento? | «E' una scommessa storica. L'unica alternativa è di togliere linfa all'illegalità: non basta catturare Bagarella se non si libera la società civile dalla paura e dalla dipendenza. Compilo della Chiesa è di riempire i vuoti. Vinceremo la scommessa? Eorse i nostri figli, ma dice la Bibbia: c'è chi semina e chi raccoglie». Francesco La Licata Svolta del cardinale Pappalardo: «Basta col passato» Il Papa in Sicilia. Wojtyla tornerà a Palermo in novembre per il Convegno delle Chiese d'Italia

Persone citate: Bagarella, Cassisa, Cosimo Scordato, Pappalardo, Pino Puglisi, Wojtyla

Luoghi citati: Italia, Monreale, Palermo, Sicilia