Pensioni, Fini si smarca e quelli del Ccd insorgono di Fabio Martini

Pensioni, Fini si smarca e quelli del Ccd insorgono Pensioni, Fini si smarca e quelli del Ccd insorgono oggi nel polo il vertice della verità' L, ROMA 9 ULTIMO mal di pancia che agita le viscere del Polo lo racconta il decidi Francesco D'Onofrio: «Sulla riforma delle pensioni il Polo deve marciare unito, nessuno può pensare di smarcarsi con una posiziono autonoma. Anche perché se ci provocano, in fatto di populismo noi ex democristiani siamo imbattibili...». Ma con chi ce l'ha D'Onofrio? Per capirlo, bisogna decrittare le primo schermaglie nelle commissioni Finanze e Lavoro della Camera, dove sta lievitando una divisione che potrebbe diventare eclatante al momento del voto in aula della riforma delle pensioni: da una parte Forza Italia (per il sì o astenutal e dall'altra Alleanza nazionale. Mica uno scherzo: sarebbe la prima volta, in 16 mesi, che An e Forza Italia si dividono così platealmente. Persino Gianfranco Fini in qualche modo accredita lo scenario: «Non ò detto che il Polo arrivi ari una posizione comune nel volo finale. Il nostro giudizio è diverso da quello di Forza Italia. Loro contestano il progetto Dini sul piano del rigore economico, noi per le ingiustizie sociali che provoca...». E così, oggi pomeriggio, quando i capi del Polo si ritroveranno al quinto piano di Montecitorio negli uffici di Forza Italia per decidere le prossime mosse, la prima mina da disinnescare sarà proprio quella delle pensioni. Il leader del Ccd Pierferdinando Casini chiederà a Berlusconi e a Fini «una posizione co¬ mune su una scelta di politica economica così importante». E se Fini insisterà, i ccd hanno già pronta una raffica di emendamenti: sono trecento e ben «cadenzati», divisi per argomenti, pronti a sommarsi a quelli di An e magari di Rifondazione comunista. Le prove generali ieri sera a Montecitorio e a Palazzo Madama: An, assieme a Rifondazione, ha votato contro il documento di programmazione economico-finanziario '96-'98, mentre Forza Italia e Ccd si sono astenuti. Morale della favola: oggi al vertice del Polo ci sarà più maretta del solito, con Casini e Buttigliene da una parte, Berlusconi e Fini dall'altra. «Gli amici del ccd - dice con ironia avvelenata il presidente dei senatori di An Giulio Maceratini - hanno trovato in Forza Italia una casa ospitale che li ha portati alla Camera e al Senato e ora speriamo che non diventino una forza al¬ ternativa al Polo...». E nel summit di oggi Berlusconi, Fini, Casini e Buttiglione dovranno decidere anche come rispondere all'invito di Prodi per discutere insieme di regole. Berlusconi, che era atteso ieri sera a Roma dopo essere stato assorbito negli ultimi tre giorni dalle vicende aziendali, è ancora incerto sul da farsi: mandare da Prodi qualche professore - tipo Urbani e Fisichella - oppure accettare l'invito e in qualche modo «le¬ gittimare» il suo rivale? «La cosa migliore sarebbe mandare una delegazione parlamentare», spiega Maurizio Gasparri, di An. «Ma in quel caso - ribatte D'Onofrio, uno dei capi del ccd - significherebbe che il Polo ha deciso di prendere ancora tempo sulla data delle elezioni. Se invece Berlusconi va personalmente all'incontro con Prodi, gli riconosce il titolo di leader della coalizione e a quel punto l'incontro tra i due è conclusivo, prelude allo scioglimento delle Camere». Nel vertice di oggi, si parlerà di pensioni, di delegazione da contrapporre a Prodi e di data delle elezioni. «Gianfranco mi ha già detto di prepararmi - confida Francesco Storace -. Si vota il 19 novembre...». E si metterà anche a punto il «pacchettino» di riforme da approvare prima del voto. «Se si esclude la leggo elettorale - spiega l'ex vicepresidente del Consiglio Pinuccio Tatarella - un accordo è possibile su tutto, anche sull'antitrust». Fabio Martini A sinistra: il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini

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