Lira nuovo scontro tra Chirac e Dini

Il Presidente francese: «Troppo svalutata. Occorrono misure per controllare le fluttuazioni» Il Presidente francese: «Troppo svalutata. Occorrono misure per controllare le fluttuazioni» Lira, nuovo scontro tra Chirac e Pini «Pensi alla sua economia» CANNES DAL NOSTRO INVIATO «Al primo ministro italiano io ho indicato come la Francia sia contrariata por la svalutazione della lira, che ò stata del 60 per cento dal 1992, e che per un terzo corrisponde ad un guadagno di competitività». Cosi il Presidente francese Jacques Chirac, nella conferenza stampa finale del vertice europeo di Cannes, ha alzato il tiro contro la liretta, colpevole in particolare di danneggiare l'economia del Plateau de millevache (altopiano di millevacca), la regione rurale che 62 anni fa diede i natali al leader dell'Eliseo. E' stata questa insistenza sui bovini a far uscire dai gangheri Lamberto Dini, tanto più perché Chirac ha chiesto «misure particolari» per «controllare fluttuazioni monetarie scoraggianti per chi ne subisce le conseguenze». Tanto bastava per dare il via ad uno scontro a distanza senza precedenti. Il nostro primo ministro, infatti, non si è certo trattenuto. L'insistenza dell'ospite, ha detto, «è la dimostrazione delle difficoltà dell'economia francese, che ha il più alto tasso di disoccupazione d'Europa. E' vero che la lira si è svalutata, forse anche un po' più del necessario, ma non è stato certo per nostra volontà, ed anzi nessuno ci ha aiutati a difendere il cambio della nostra moneta». E' stato solo il primo di una serie di sassolini ad uscire dalle scarpe di Uini, dove evidentemente restavano da anni nascosti al pubblico, ma ben presenti al capo del governo, che così ha continuato: «Nell'agosto del 1993, del resto, è stata la Francia a chiedere l'allargamento della banda del Sistema monetario europeo dal 2,25 al 15%, perché il franco era sotto l'attacco degli speculatori, e stava per uscire dallo Sme». Secondo sassolino, che ha immediatamente aperto la strada al terzo, scagliato come un definitivo argomento contro le velleità di Chirac: «Per ben dodici anni, dail'80 al '92, l'Italia ha avuto la bilancia dei pagamenti in passivo, e non ne ha mai fatto un dramma. Ora che la bilancia dei pagamenti italiani è tornata in attivo, non è ammissibile che si facciano tante storio, che si sollevi questa questione dei bovini della propria regione di provenienza». Di più, francamente, non si po¬ teva dire. Nel documento finale del vertice si parla delle «recentturbolenze monetarie, che se sprolungheranno rischieranno ddanneggiare il buon funzionamento del Mercato unico, e di ostacolare il proseguimento di una crescita economica armoniosa ed equilibrata». Ma della lira, malgrado le insistenze di Chirac, non vi 6 cenno, ed anzi il Consiglio europeo ha accettato un suggerimento italiano, chiedendo alla Commissione europea di eseguire «un esame approfondito di questi problemi, e dpresentare le sue conclusioni entro l'autunno». Secondo Dini, lo studio non potrà che indicare che «non vi è stata alterazione dei flussi commerciali». Lo scontro italo-francese ha comunque ravvivato un vertice chetanto dal punto di vista economico che da quello politico, ha prodotto davvero pochi risultati. Per rilanciare l'occupazione i Quindici hanno auspicato «riforme strutturali del mercato del lavoro». Ma quando si è trattato di affrontare la parte più concreta dell'orinai famoso «piano Delors», quella sulle reti trans-europee di trasporti, i leader hanno chiesto alla Commissione di «riesaminare la valutazione finanziaria dei progetti, per verificare se può essere ipotizzata una riduzione dei loro costi senza pregiudicarne la funzionalità». Fino ad ora la Commissione valutava in circa mille miliardi, per il biennio 1995'96, gli investimenti necessari ad avviare i 14 progetti individuati come «prioritari» un anno fa, al vertice di Essen. Tra questi «Malpensa Duemila», ed il rafforzamento degli assi ferroviari TorinoLione e Monaco-Verona. E' sulla moneta unica europea che, invece, a Cannes è stato mosso un sia pur piccolo passo avanti. I Quindici hanno ribadito la propria «ferma determinazione a preparare il passaggio alla moneta unica al più tardi nel 1999, nello stretto rispetto dei criteri di convergenza, del calendario, dei protocolli e delle procedure proviste dal Trattato». Spetterà ora ai ministri economici, però, di rivedere il lavoro fatto dalla Commissione per l'avvio dell'Unione monetaria. Sulla baso del loro rapporto, al vertice di Madrid a dicembre, i capi di Stato e di governo decideranno il nome e «lo scenario d'introduzione della moneta unica». Fabio Squillante Lamberto Dini con il presidente francese Jacques Chirac al vertice europeo di Cannes

Luoghi citati: Cannes, Europa, Francia, Italia, Madrid, Monaco, Verona