Rea nel mirino dell'antimafia
Rea nel mirino dell'antimafia Rea nel mirino dell'antimafia Finì sotto inchiesta con la moglie «Mai chiesto favori a Di Pietro» BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO I debiti di gioco (ma lui nega) si sapevano. Si sa anche di quel concorso a comandante dei vigili di Milano su cui indagano i giudici bresciani. Adesso, di Eleulerio Rea, si scoprono le amicizie pericolose, molto pericolose. Il nome di Rea compare infatti, insieme con quello della moglie, in un rapporto della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia. Una circostanza che risale a due anni fa e che coinvolge pure la moglie di Rea: Elena Cremonesi, che risulta «segnalata all'autorità giudiziaria per spaccio di stupefacenti nel '90», come è scritto nel rapporto Dia. Una bruttissima storia, allora senza conseguenze» giudiziarie per la coppia, che rispunta oggi che Rea è indagato per 3buso d'ufficio per quella vicenda del concorso per comandante dei «ghisa». «Sono tranquillo, sono tranquillissimo», dice Rea quando (ore 14 e 30) arriva al palazzo di giustizia bresciano. Dove lo aspettano i pm Fabio Salamone e Silvio Bonfigli che da lui vogliono sapere di altre amicizie. Quella con Di Pietro. E poi Gorrini della Maa, Rocca, il costruttore D'Adamo, tutti i protagonisti di un pasticciaccio dove ai debiti si mescolano i veleni. «Rea ha chiarito tutto serenamente», dice il suo legalo, l'avvocato Pasquale Balzano Prola dopo quasi A ore di interrogatorio. Dice che ha chiarito che i debili erano per 180 o 210 milioni, e non il miliardo e 600 milioni di cui si parla in alcuni dossier anonimi. E - soprattutto - che il gioco non c'entra. Spiega l'avvocato Balzano Prota: «Quelli non erano debiti di gioco. Erano solo necessità che Rea poteva avere in quel momento. Sicuramente non erano debiti di gioco». Il legale lo ripete tre volte, mentre le telecamere ronzano attorno alla l'accia del suo silenzioso assistito. E' cosi? Davvero a verbale Eleulerio Rea ha ne- gato la sua passione per i cavalli? Sferzante il commento del pubblico ministero Salamone: «Si vede che Rea ritiene che giocare ai cavalli sia diverso elei gioco d'azzardo». Soprattutto una cosa tende ad escludere l'avvocato Balzano Prota: il coinvolgimento (anche se indiretto) di Di Pietro in quella storia di debiti. Spiega ancora: «Gorrini e D'Adamo erano amici di Rea, non di Di Pietro. Da molti anni. Non c'ora motivo di faro pressioni». Una valutazione un po' diversa quella di Fabio Salamone. Che per adesso «non esclude confronti futuri tra Rea e Gorrini». E Di Pietro? Chiara la risposta: «I confronti si l'anno solo tra persone già sentite». Segno che si avvicina anche l'interrogatorio dell'ex pm di Mani pulite, punto centrale di questa vicenda in cui si mescola no veleni e verità. Poi per Rea ci sono le storie dal passato. E' il 30 settembre del '93 quando viene intercettata una telefonata tra Emanuela Momigliano e sua madre. La ragazza lavora in Borsa, ma ha una relaziono pericolosa con Sebastiano Pecoraro, legato a sua volta a Salvatore Enea e poi finito in carcere per associazione per delinquere di stampo mafioso. Le due donne sospettano di avere il telefono suiti) Controllo. La più anziana propone di chiedere se è vero al marito di Elena. Chi e? Il rapporto della Dia del 5 novembre '93 é chiarissimo. Scrivono nella relazione: 'Il marito della Elena alla quale li.inno fatto riferimento le due donne si identifica in Rea Eleulerio detto Stefano. Costui risulta coniugato con Cremonesi Elena, segnalata all'auto rita giudiziaria per spaccio di stupefacenti nell'anno '90». La vicenda non ha segoni giudiziari per la coppia. Anche perché Elena Momigliano in un interrogatorio del dicembre '93 nega di aver chiesto quell'aiuti), malgrado le insistenze del suo fidanzato, poi finito in manette. [f. poi.)
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