Giannini: solo Roma sa sedurre i campioni

Giannini: solo Roma sa sedurre i campioni Giannini: solo Roma sa sedurre i campioni «Capisco Signori e Boksic, di qui nessuno se ne vuole mai andare» ROMA. Signori scatena la rivoluzione. Boksic compra casa e giura che non si muoverà più. Casiraghi fa la danza della felicità intorno alle foto di Zeman. Ralbo ringrazia Sensi e Fonseca pure. Restare a Roma ad ogni costo è diventato l'obiettivo dei calciatori elio giocano nella capitalo. Ma perché? Cosa c'è dietro lo quinto? Non è, pare, questiono di soldi; anzi, andando altrove avrebbero potuto guadagnare di più. E allora? Per svelare il mistero sentiamo il "romano de Roma", per antonomasia, quello che indossa da 14 anni anni la stessa maglia, giallorossa, e che da sempre ripete che non la cambierà. Forse proprio lui e Baresi sono le ultime bandiere del nostro calcio. Allora Giannini, come spiega tutti questi innamorati di Roma? «Un momento, con tutto il rispetto quegli altri sono infiltrati. Vengono da fuori, persino dall'estero. Il mio caso è diverso, io a Roma ci sono nato, c'è la mia casa, il mio ambiente. Comprare una villa non basta per dirsi romano, si deve saper amaro lutto di questa città, si deve vedere a Roma anche il proprio futuro, non solo il presente». Ma secondo lei perché i suoi colleghi vogliono restare qui ad ogni costo? «Questa è la Capitale, ci si vive bene. C'è tutto, divertimenti, ristoranti, bella gente. Con tutto il rispetto por Par.ma, Roma è un'altra cosa». Magari in una grande città è più facile evitare i controlli... «Onnai siamo tutti professionisti. Sappiamo gestirci. Indubbiamente è vero che a Roma è più facile disperdersi. Se non vai in contro o in un locale alla moda, nessuno ti riconosce. Vivi tranquillo». Forse questo vale più del denaro. Giallorossi e biancazzurri hanno vissuto momenti economicamente difficili. La Roma ha rischiato con Ciarrapico. Eppure nessuno è fuggito. Giannini non ha dubbi: «Calma. La società giallorossa non morirà mai. I giocatori lo sanno. Se un imprenditore entra in crisi, co ne saranno sempre altri pronti a litigare per la presidenza della Roma. Gente di grande livello. Quindi nessun rischio». Gli esempi, anche recenti, in effetti non mancano. Però andando altrove i suoi colleghi avrebbero guadagnato di più. «A Roma si guadagna bene. E Signori ha illustrato esattamente la situazione, quando ha spiegato che a certe quote cento milioni in più non giustificano il rischio di cambiare vita». A proposito di Signori, Giannini pensa che abbia fatto bene a voler restare? «Io dico che lo capisco. Ha dato tanto alla Lazio. 1 tifosi lo sanno e lo hanno dimostrato. Esagerando, certo. Ma i sentimenti veri non si controllano». Giannini, lei ha 31 anni e il suo contratto scado nel '96. Proprio sicuro di non tradire? E se la Roma la lasciasse libero, lei che cosa farebbe? «Io so che voglio concludere la carriera con questa maglia. Al 90 per cento ci sono riuscito. Al futuro non penso. Vediamo come andranno le cose nella prossima stagione: tra un anno potrei avere voglia di smettere o di continuare per un altro paio di campionati. All'estero però. Un'esperienza del genere non mi dispiacerebbe, così salverei la mia carriera italiana senza macchiarla con trasferimenti antipatici». E non ha paura quest'anno di fare solo panchina? Di Biagio, Statuto, Thern, Piacentini, Cappioli. I rivali sono tanti e l'età è dalla loro parte. «Io dico che più siamo e meglio è. A 31 anni pero non tenni più niente. Ho fiducia nell'unico giudice che conosco: I il campo». Piero Serantoni