Italia, che gambe di Giorgio Barberis
Italia, che gambe Italia, che gambe Coppa Europa di atletica: Di Napoli (5000) e Lambruschini (siepi) vincono alla grande, la Guida bella sorpresa nei 10.000 donne L'Italia corre: quattro successi maschili e uno femminile, accompagnato da due primati nazionali, sono il buon bilancio dell'atletica azzurra in Coppa Europa. La rassegna, ormai annuale, con la maggióre ripetitività ha perso qualcosa come richiamo, ma permette un grafico più aggiornato sulla salute dei singoli Paesi. Il quarto posto degli uomini e la retrocessione delle ragazze ben inquadrano l'attuale forza dell'Italia che, a livello continentale, riesce a difenderei con dignità, anche se molta strada deve ancora percorrere per rendere competitiva la squadra femminile. Le due giornate di gare hanno mostrato che la generazione dei corridori azzurri, salita alla ribalta alla fine degli Anni Settanta con i Fava e gli Ortis, capace poi di esprimerne altri grandissimi come Cova, Bordili, Antibo, Panetta e Mei, continua a rappresentare un rif rimenio per tutti. Il doppio successo sui diecimila (Stefano Baldini e Maria Guida) ò corollario prezioso alla certezza rappresentata da Alessandro Lambruschini sulle siepi e alla conferma che Gennaro Di Napoli, rinunciando agli amati 1500 per distanze più lunghe, può togliersi soddisfazioni che, finora, i due titoli mondiali indoor conquistati sui 3000 hanno appagato solo in parte. Guai se - al di là dei malanni che purtroppo ne hanno spesso condizionato il rendimento - un talento pari al suo dovese accontentarsi. Nel panorama mondiale, le prodezze dei corridori africani lasciano spazio relativo ai nostri atleti e a livello assoluto è già eccellente die un Lam bruschini possa ambire a scalzare i fenomenali prodotti dell'Altopiano dal gradino più basso del podio iridato come gli riusci due anni fa a Stoccarda. Questo nulla toglie, però, alla bontà di una scuola variegata, con tecnici che, operando nelle differenti realtà sociali di questa nostra Italia, sanno ottenere il massimo dai loro atleti, facendone esempi per tutti coloro che non sono Africa. Lode dunque ai nostri faticatori della corsa, senza dimenticare che la Coppa Europa ha confermato la dimensione di Laurent Ottoz ostacolista dei 400. Dolori alla schiena l'hanno convinto ad abbandonare i 110 e puntare sul giro di pista dove nulla pare gli sia vietato: è lui la più concreta speranza per una medaglia mondiale a Goteborg, nei campionati di agosto. E questo senza nulla togliere ai marciatori, tradizionale fucina di metalli prò giati, e con la speranza che il mese abbondante che rimane sia sufficiente a D'Ureo per ritrovarsi e a Benvenuti (vittima dell'ennesimo incidente, questa volta automobilistico, per la rottura del mozzo di una ruota che l'ha scaraventato fuori strada) per scacciare definitivamente la malasorte. Giorgio Barberis
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