«Con la Chiesa c'è dialogo» di Maria Teresa Martinengo

«Con la Chiesa c'è dialogo» «Con la Chiesa c'è dialogo» La Consulta cattolica della Lega Nord ha puntato il dito contro un versetto del Corano in cui i musulmani chiedono a Dio di «renderli vittoriosi sui popoli infedeli». Ma questa lettura del testo sacro dell'Islam, per Mostafa Aboussaad, imam della piccola moschea torinese di via Baretti (la frequentano 80-100 fedeli al giorno, sui duemila praticanti stimati a Torinol, è scotretta: «Per miscredenti, il Corano intende i popoli che non credono in una religione rivelata. Quando parla di cristiani ed ebrei li indica come "la gente del Libro". Ogni musulmano è anche cristiano, dal momento che deve credere in Gesù, ùi Maria e nella Bibbia». E aggiunge: «Oggi dobbiamo pensare a camminare insieme. Con la Chiesa torinese i rapporti sono buoni, c'è dialogo, collaboriamo nel campo delle iniziative sociali e umanitarie». Pochi mesi fa la diocesi ha anche aperto un centro di ricerca per il dialogo con l'Islam. parte il presidente della Camera Irene Pivetti - i tradizionalisti torinesi non potevano lasciar passare l'evento-moschea senza prendere posizione. «Per noi, la presenza delle autorità vaticane all'inaugurazione è molto grave: il papa non può ignorare il suo titolo di "defensor civitatis", difensore della città», ha detto don Fausto. «In Francia i cattolici convertiti all'Islam sono stati ventimila negli ultimi anni: segno che l'apertura ai musulmani, molto attivi a differenza dei cattolici nel diffondere il loro credo, è pericolosa. Tutto questo fa parte di un piano massonico che punta a una so¬ cietà multireligiosa e multirazziale per estinguere quella monocattolica». L'omelia è punteggiata di attacchi a papa Giovanni Paolo II e alla ricerca del dialogo interreligioso: «Se oggi avessimo ancora la Chiesa di Pio XII gli immigrati musulmani potrebbero avere la grazia di essere convertiti al cattolicesimo». E ancora, ricordando i turchi alle porte di Vienna, i martiri di Otranto e via elencando secoli di vittorie e sconfitte nelle guerre tra cristiani e musulmani: «Un tempo, dove la Chiesa arrivava piantava la Croce. Oggi dobbiamo guardarci soprattutto dai nemici interni». E in un crescendo di anti-ecumenismo: «A Torino, addirittura, la diocesi permette ai valdesi che hanno cercato di uccidere San Giovanni Bosco di predicare nelle chiese cattoliche una settimana all'anno». Don Gianni Sangalli, salesiano, responsabile delle Comunicazioni sociali della diocesi, non è stupito dai toni da crociata dei lefebvriani: «Sono usciti dalla Chiesa e hanno posizioni opposte a quelle della Chiesa». Poi, riflettendo sulla situazione locale: «II clima qui è quello indicato dal papa: per la Chiesa torinese è bello che i musulmani abbiano un luogo di culto. La libertà di coscienza è sempre stata sostenuta dalla Chiesa, i cristiani sanno che non devono ostacolare chi ha una fede diversa. Certo, questa libertà manca in alcuni Paesi islamici, primo fra tutti l'Arabia Saudita, dove non può esistere nemmeno una cappella per celebrare una funzione religiosa cristiana. La Chiesa di Torino auspica che la costruzione di una grande moschea nel centro della cristianità possa far tornare il dialogo: perché sia riconosciuto a tutti di poter esprimere la propria fede». Maria Teresa Martinengo

Persone citate: Gesù, Gianni Sangalli, Giovanni Paolo Ii, Irene Pivetti, Mostafa Aboussaad

Luoghi citati: Arabia Saudita, Francia, Otranto, Torino, Vienna