L'Abi prepara grandi tagli, la Ricordi vende i negozi
L'Abi prepara grandi tagli, la Ricordi vende i negozi L'Abi prepara grandi tagli, la Ricordi vende i negozi Giampiero Pesenti Torna alle «origini», ossia al mestiere di assicuratore, La Fondiaria, la compagnia fiorentina che ancora deve finire di smaltire le improvvide gestioni di Alfonso Scarpa e Raul Gardìni. Sterza verso una formula di holding industriale Gemina, parola del presidente Giampiero Pesenti. Sul suo bilancio hanno picchiato duro certi acquisti con sorpresa imposti alla controllata Rcs, e le perdite su cambi del cliente Roberto Fochi. I due salotti buoni hanno fretta di voltar pagina, la finanza non fa più per loro. Povera finanza, tanto amata e ora tanto denigrata. La supersofisticazione l'ha resa troppo complicata, nessuno ci capisce più nulla. Perfino il mitico George Soros non si raccapezza, e Wall Street lo ha detronizzato. Giampiero Pesenti Tommaso Padoa Schioppa I derivati, che hanno portato sull'orlo del fallimento la banca di Elisabetta n, regina d'Inghiterra, sono sempre più una nflhaccia. Se ne rendono conto banche centrali e organi di controllo. Da tempo se ne occupa il direttore generale di Bankitalia, Tommaso Padoa Schioppa. Pochi giorni fa, proprio per rafforzare la vigilanza, ed evitare pericolosi «contagi» sovranazionali sui mercati dei futures, hanno siglato un accordo di cooperazione anche il presidente della Consob, Enzo Berlanda, e Mary L. Shapiro, presidente della Commodities Futures Trading Commission americana. L'epoca è difficile. La casta degli assicuratori, una delle più potenti e strutturate lobby del Paese (anzi di tutti i Paesi industrializzati), non è ancora riuscita a vincere la battaglia per non essere estromessa dai fondi pensione. Un'esclusione che, come afferma l'amministratore delegato di Generali, Gianfranco Gutty, è «fortemente lesiva della libertà dei lavoratori». Il fatto preoccupa moltissimo il presidente di Ania Antonio Longo, ma non sembra preoccupare nè il ministro dell'Industria Alberto Ciò, né quello del Lavoro Tiziano Treu. Fa viceversa un enorme piacere al settore bancario che, secondo le previsioni del presidente dell'Alai Tancredi Bianchi, si prepara ad affrontare una stagione di drastici tagli. Le stime dicono che ci sono diecimila dipendenti di troppo. Povere banche. Chiude il consolidato in Gianfranco Gutty rosso la potentissima Banca di Roma presieduta da Pellegrino Capaldo. Nonostante il daffare che si dà il direttore generale Cesare Geronzi che, da buon padre di famiglia che non nega una mano a nessuno, spazia su tutto e su tutti. Dalla Lazio di Sergio Cragnotti alla Maccarese, che forse andrà sempre al buon Sergio; dal consorzio di banche per gestire la privatizzazione di Stet al rompicapo per far ripartire «L'Informazione», dove spunta a sorpresa il nome di Gianni Varasi. Talmente a sorpresa, da sembrare uno scherzo. Mentre a Milano il presidente del Credito Italiano, Lucio Rondella festeggia il via al progetto di fusione tra Rolo e Carimonte, che farà del suo gruppo la prima banca privata italiana, la terza in gra¬ duatoria nazionale, in Sicilia si litiga. In nome della sicilianità è partita al Banco di Sicilia la guerra contro i vertici imposti dal Tesoro: il presidente Bernardino Limonati, e gli amministratori Cesare Caletti ed Eugenio Trombi. Intanto, Salvo Riela ha deciso di rinunciare alla presidenza di Sicilcassa, ha capito di non essere gradito alla Vigilanza. Queste ambasce non sono solo italiane. In Francia sta accadendo di tutto. Mentre Gerard Worms lotta disperatamente per mantenere la presidenza di Suez, Pierre Suard è costretto a lasciare la guida di Alcatel, dove gli succede Serge Tchuruk, ex numero uno di Total. Non finisce qui. A sorpresa, nemmeno lui se lo aspettava, il presidente di Navi- Pellegrino gation Mixte Capaldo
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