Giorno di fuoco a Nablus torna l'Intifada

Estero LA STAMPA TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Tre palestinesi sono rimasti uccisi ieri nei Territori in una nuova vampata di Intifada, mentre i leader israeliani e palestinesi tentano ancora faticosamente di raggiungere en tro la data limite del primo luglio un'intesa dettagliata sul ridispiegamento dell'esercito israeliano in Cisgiordania. Due giovani palestinesi sono morti a Nablus, dove l'esercito israeliano ha sparato nel mucchio contro migliaia di dimostranti clic: marciavano verso il carcere di Jneid e stavano per sopraffare un posto di blocco. La terza vittima della giornata è un attivista della Jihad islamica suicidatosi nell'esplosione di un carro trainato da un asino presso una base militare israeliana a Sud di Gaza. La deflagrazione è avvenuta poco prima che il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Yasser Arafat ricevesse nel suo ufficio di Gaza il ministro israeliano degli Esteri Shimon Peros per una laboriosa colazione di lavoro che ò servita a discutere, fra l'altro, delle elezioni palestinesi nei Territori e del passaggio dei poteri in Cisgiordania, dal governo militare ai palestinesi che vi abitano. «Un incontro fruttuoso» ha commentato cortesemente il padrone di casa Arafat, lasciando peraltro fra i IL LEADER DELL'OLP AGAZA RAFAT indossa un maglioncino color cachi e il suo consueto copricapo bianco e nero. Il suo aspetto è forte e virile, nel volto c'è un sospetto di ferocia. 11 naso prominente, gli occhi infossati, gli zigomi ampi, richiamano le figure degli antichi guerrieri sui bassorilievi assiro-babilonesi, un'eredità dei suoi antenati filistei. Ma il grigio dei capelli e della barba corta e ispida, e un po' di pancia, tradiscono i suoi 65 anni. Al momento del nostro primo incontro, il leader palestinese è molto arrabbiato. Mi parla della perdurante chiusura dei confini: «Si rende conto di che cosa significa?». Significa che oltre 50 mila palestinesi di Gaza sono tagliati fuori dai loro posti di lavoro in Israele, con una perdita quotidiana di almeno un miliardo di lire. «E questo non fa che peggiorare le cose - soggiunge il suo consigliere Nabil Shaath -, Le punizioni collettive colpiscono gli innocenti, non i colpevoli. E spingono la gente a ulteriori violenze». Shaath suggerisce che rinviamo il colloquio a un altro giorno. «Lei si rende conto, il presidente è cosi turbato». Alzandomi per andar via, gli consegno un biglietto di un fattorino palestinese di Gerusalemme. Inforcati gli occhiali con le mezze lenti, Arafat legge il messaggio: «Oh nostro vecchio presidente, noi attendiamo che tu venga a noi. Con grande amore e rispetto, Maliamoud Mansour, Gerusalemme». «Mi ha detto di riferirle che come lui ci sono milioni di altri». Arafat studia il biglietto. I palestinesi sono attorno ai 6 milioni. Circa 4 milioni vivono a Gaza, in Cisgiordania, Israele e Giordania. Il resto è sparpagliato per il mondo, la maggior parte in Siria, Libano, Egitto e Stati Uniti. A milioni di persone l'immagine di Arafat ispira la visione delle case di un tempo, di aranceti, di campi di grano, e il ricordo dei caduti nella lotta per riavere la patria. Sul volto di Arafat appare un lieve sorriso, come se udisse una vecchia canzone. «Grazie - dice sommessamente -. Grazie...». Un po' di tempo dopo, ricevo da Arafat. l'invito a una cena notturna. La cena dovrebbe essere «poco dopo mezzanotte». Ma quando arrivo, mi è subito Estero Fermata nel sangue la marcia palestinese sul carcere di Jneid. Stallo nella trattativa Israele-Olp Giorno di fuoco a Nablus: torna l'Intifada

Persone citate: Arafat, Nabil Shaath, Shaath, Shimon Peros, Yasser Arafat