«Difendete i magistrati»

«Difendete i magistrati» «Difendete i magistrati» ROMA. Una lettera-appello a Romano Prodi e Walter Veltroni perché contrastino gli atteggiamenti di chi, nel controsinistra, sembra subire la campagna contro i giudici, è stato diffuso da Gustavo Zagrebelsky, Giovanni Ferrara, Paolo Flores d'Arcais e Stefano Rodotà. A loro avviso, in questi giorni è in corso «una aggressione spudorata, sistematica, concentrica, perfettamente orchestrata, contro alcuni giudici esemplari». «Vi esprimiamo tutta la preoccupazione - si legge nella lettera - per i troppi atteggiamenti, dentro le forze di cui sieti i leader, che invece di contrastare con intransigenza tale ignobile campagna, la subiscono. Contiamo perciò su una vostra inequivoca prosa di posizione». |Ansa] zata dalla lontananza i sussulti delle vicende del nostro Paese. Da due giorni, qui, Mancuso e Cagliari sono nomi famosi. E ci si interroga sulla legittimità di certe indagini. E qualcuno, addirittura, ricorda che, mesi fa, il giudice Fabio De Pasquale era uscito senza danni da un'inchiesta nata per appurare se avesse tenuto un comportamento scorretto durante le indagini sull'allora presidente dell'Eni. C'è grande voglia di sapere, a Casa Italia. I giornalisti vengono interrogati: ma chi è questo giudice che avrebbe promesso a Cagliari la libertà e, poi, se ne sarebbe andato al mare? E Di Pietro? Che cosa dice di tutto questo l'ex simbolo di Mani pulite? 11 fatto che, allora, avesse giudicato il suicidio «un duro colpo alla magistratura», accresce lo sconcerto. 11 giudizio forte di Scalfaro s'in¬ treccia, oggi, all'articolato dialogo sulla giustizia che il Presidente ha avviato da tempo e che ha avuto, recentemente, a Palermo, uno dei capitoli più significativi. No allo spettacolo: era stato il richiamo ai magistrati subito addolcito dall'invito a collaborare con il Parlamento per ridisegnare la legge sulla carcerazione preventiva. Una ricerca di equilibrio tra i poteri dello Stato che, ora, diventa avvertimento perentorio al Guardasigilli promotore dell'inchiesta: «Il tema andrà valutato con molta attenzione». Collaborazione, sintesi tra le istituzioni per lavorare alla ricerca del bene comune: ecco la ricetta. «L'Italia vive un periodo delicato, ma non versa in difficoltà insormontabili. E' sufficiente la buona volontà di ciascuno per proseguire in questa strada che dura da qual¬ che anno e che può durare ancora: Scalfaro elogia, in tal modo, anche gli sforzi di questo govèrno che ha intrapreso un cammino grazie al quale il nostro Paese «con pazienza e impegno» raggiungerà certamente «quella posizione di rispetto che gli compete». E' questa l'Italia che Scalfaro disegna per gli emigrati di Rio i cui giudizi sono in bilico tra ricordi e attualità, tra oleografia e cruda realtà. A loro, che vivono in uno Stato nel quale la corruzione ha toccato punte esasperanti, il Presidente ricorda Tangentopoli e l'ansia di purificazione che ne seguì e pervase la società. «Ma non bisogna dimenticale che la politica è una grande passione purché tenga sempre presenti gli interessi e i diritti della gente. Quando, invece, ò solo desiderio di potere, di salire le scale per non scenderne mai, allo¬ ra è patologia». No, la vera politica deve «andare incontro a chi non lia diritti riconosciuti per colmare la disianza tra quanti sono troppo poveri e quanti troppo ricchi». E' un discoreo che tocca il cuore di gente spesso partita dall'Italia sulla spinta della povertà e che, oggi, lamenta scarsi contatti con la patria lontana: «Questi legami dovremo rafforzarli, come forse avvenne, meglio di adesso, nel periodo della dittutura. Si sa, nessuno sbaglia mai veramente tutto». E si torna all'attualità italiana che regala qualche motivo d'orgoglio per l'arresto del numero uno della mafia. Il giudice Caselli, dopo la cattura di Bagarella, dice che non bisogna comunque abbassare la guardia: «Condivido in pieno questa sua affermazióne».

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