Il mondo conquistato a nuoto

Il mondo conquistato a nuoto Il mondo conquistato a nuoto Artisti alle prese con fiumi, piscine e mari —.'RASCINANTE nei cavalli' Ioni, incalzante nei gorghi, |ì lenta nei fiumi, a riccioloni y nelle cascate, vellutata nei l_ I laghi, specchio azzurro in piscina. E per amore di una piscina si può anche morire. «Poveraccio commenta un poliziotto in Viale del tramonto, vedendo William Holden che galleggia freddato da un colpo di pistola di Gloria Swanson -. Gli piacevano tanto le piscine. Ora ne ha una tutta per sé, anche se gli è costata cara». Andava tutti i giorni a nuotare, il mese prima di fare hara-kiri, lo scrittore giapponese Mishima: voleva purificarsi prima del gesto finale? Si immergeva stando immobile, invece, Shelley. Diceva che il nuoto disturbava la sua quiete: e poi si lascio annegare al largo di La Spezia con un tomo di Sofocle in mano. Gide apprezzava i bagni termali, a Lamàlou'-Ies-Bains, perché gli lasciavano «la pelle colta e le ossa ghiacciate». E le sorgenti solforose di Vaucluse che gli rendevano l'epidermide «morbidissima e deliziosa da toccare». Scrive a Valéry nel 1894: «Stasera sono felice, perché nel pomeriggio ho l'atto il bagno completamente nudo in un verde torrente di montagna; e poi, per asciugarmi, mi sono rotolato nell'erba tiepida». Amava fare il bagno nudo anche Goethe, perché pensava che l'unica possibilità di identificarsi con lo spirito della mitologia greca fosse quello di nuotare a lungo in costume adamitico. Una volta si fece accompagnare da un amico e però si accorse che la visione del corpo maschile senza veli non gli bastava: sentiva che mancava nel suo universo acquatico un'Eco, la bella ninfa afflitta per la morte di Narciso. Così pago una prostituta perché nuotasse per lui. Sfruttò le parole di Goethe sull'acqua e il suo esempio di abluzioni in tutte le stagioni, Cari Diem, lo studioso che fu consulente di Leni Riefenstahl, la regista preferita da Hitler, in occasione del kolossal sulle Olimpiadi. E ne fece un modello per lo sport di massa e la pratica dei bagni gelati, considerata salutare per rinvigorire i corpi poco atletici. Sul dorso, a rana, in stile crawl, nudi o con il costume, il rapporto degli uomini con l'acqua contrassegna i periodi storici, l'evoluzione del pensiero, la percezione dell'erotismo, i cambiamenti del costume. A cavallo di un'onda ha attraversato secoli di storia - dai greci ai Beach Boys - il cinquantaduenne nuotatore e scrittore Charles Sprawson. E il bellissimo libro, L'ombra del massaggiatore nero. Il nuotatore, questo eroe, che sta per uscire da Adelphi, ne è il risultato. Solitario, immerso nell'acqua come nel pensiero, chi nuota è lontano dalla vita. «Sentire l'acqua» è un presupposto fondamentale quando ci si accinge a una competizione. Cosi i nuotatori australiani furono tra i primi a depilarsi le gambe in occasione delle gare importanti. Nel 1960 cominciarono a farlo anche gli americani, senza tralasciare braccia, petto e testa. In questo modo riuscivano a guadagnare tempo sulle lunghe distanze, non tanto per l'eliminazione delle bollicine d'aria che aderiscono ai peli, quanto agli effetti psicologici. Già greci e romani avevano stabilito con l'acqua un matrimonio felice. I cittadini di Roma avevano 800 piscine, in grado di contenere più di mille persone. Per i greci, l'acqua possedeva poteri magici, misteriosi e sinistri. Lo scontro tra Chiesa cristiana e nuoto si verificò al diffondersi di un culto siriano, il Maiuma Ida Mai, parola semitica per acquai, che divenne presto popolare in tutto il mondo romano. Il rito si svolgeva all'aperto, in piscine circolari dove donne nude danzavano di fronte a un pubblico entusiasta. Il nuoto, come il piacere sessuale, fu associato con il diavolo e presto scomparve dalle consuetudini della gente. Fu solo nell'800. soprattutto in Inghilterra, che il nuotatore cominciò a reimmergersi nelle acque e a scoprire quel connubio spirituale e carnale. Nessuno prima di Byron aveva descritto così bene l'elettrizzante sensazione del nuo¬ to: claudicante com'era, nell'acqua dimenticava la propria infermità. «E quando esco, il mio spirito è leggero più che mai. Se credessi nella trasmigrazione delle anime, penserei di essere stato un Tritone in qualche vita precedente». Valéry parlava spesso della sua «fornicazione con le onde». Swinburne denunciava il suo piacere masochistico di essere percosso dalle onde e graffiato dai ciottoli di un torrente. Flaubert mirava ad essere trasformato, come in un mito greco, in un elemento d'acqua «con migliaia di piccoli capezzoli che mi scorrono sul corpo». Il nuoto può provocare gli stessi effetti di una droga che accavalla le immagini del passato a quelle del presente. Le descrizioni utiliz zate da De Quincey per spiegare le sue esperienze di oppiomane sembrano quelle di un'immersione sot lomarina. «E' stata una cosa gra duale, per tentativi, iniziata con diffidenza, come uno che scenda da una spiaggia digradante in un mare sempre più profondo, conscio fin dall'inizio dei pericoli che lo minacciano: in parte corteggiandoi e in parte facendo finta di sfidarli». E' proprio quest'aspetto della sfida e della perdizione che attira spesso il nuotatore: Swinburne rischio la morte tra le correnti al largo di Etretat; in barca ad osservarlo c'era Guy de Maupassant. L'acqua è però anche un buon conduttore di intime amicizie: c'è la nuotata notturna a due, come quella di Virginia Woolf con Rupert Brooke, con l'acqua che «aveva il sapore della menta e dèi fango». E c'è quella a tre, ad esempio, tra Edgar Lee Masters, Theodore Dreiser e John Cowper Powys. Mentre nell'Ottocento il piacere del nuoto era stato risveglialo dalla passione per la classicità, gli usi e costumi degli antichi greci e romani, nel Novecento immergersi nell'acqua divenne il simbolo della ribellione, dell'anticonformismo, E chi più anticonformista di Jack London? La sua passione per il mare, descritta in molti libri, era tanto grande da fargli amare anche il naufragio: (Aveva diciassette anni quando una sera, ubriaco e depresso, cadde in mare nella baia di San Francisco. Fu trascinato via dalla corrente degli Stretti, ma non fece nessun tentativo di attirare l'attenzione. Quando fu arrivato in mare aperto, si girò sulla schiena a cantare nenie di morte alle stelle. L'acqua era deliziosa. La prospettiva di lasciarsi alle spalle il lavoro in fabbrica, la vita dura del porto e la frustrazione lo elettrizzava». Gelida o tiepida, salmastra o dolce, per Thomas Mann l'acqua era l'elemento che faceva del nuotatore il simbolo della bellezza, come in Tonio Kroger. I suoi contemporanei e conterranei, pero, ne fecero soprattutto l'immagine nazionale della forza e della virilità: i tedeschi divennero, nel periodo nazista, i migliori tuffatori de! mondo, e spiccavano soprattutto nel nuoto a rana, considerato lo stile che, secondo un manuale del loro esercito, «faceva l'uso migliore della potenza delle gambo tedesche». Mirella Serri Holden freddato dalla Swanson, il giapponese Mishima fa il bagno prima di uccidersi Gide scrive felice a Valéry. «Ho fatto il bagno nudo in un torrente di montagna» " ✓ - 9 * A zi Qui sopra: una scena dal film «Viale del tramonto», con William Holden e Gloria SwansOn. Accanto: Charles Sprawson, autore del libro sui «nuotatori eroi» e, a destra. Thomas Mann

Luoghi citati: Adelphi, Inghilterra, Roma, San Francisco