«Giudice, che vergogna: meglio morire»

«Giudice, che vergogna: meglio morire» Viareggio: prima di sparire, l'uomo ha scritto una lettera al magistrato «Giudice, che vergogna: meglio morire» Scomparso anziano accusato di molestie a una bimba FORTE DEI MARMI. Il vecchio avvicinava le bambine con la lusinga di un gelato e le portava sul pontile. Il lungo e affollato pontile di Forte dei Marmi dove la polizia lo ha colto in flagranza di reato pochi giorni fa. Involontaria e incosciente vittima, faceva da esca una bambina di 8 anni. A poca distanza, nascosti, c'erano i genitori. Appostati nelle più immediate vicinanze gli agenti di polizia: hanno atteso che lui le accarezzasse il collo poi lo hanno bloccato con le manette. Atti di libidine su minore. L'accusa è gravissima, ma i vecchi, per volontà di legge, non vanno in carcere. A Bruno Polidori, pensionato di 71 anni, sono stati imposti gli arresti domiciliari in attesa dell'udienza preliminare. E lui piuttosto che comparire davanti al giudice ha preferito scappare. Da Firenze fa sapere: «Ho vergogna, mi uccido». Il messaggio, vergato con incerta calligrafìa, è stato spedito appunto dal capoluogo toscano. E' indirizzato al sostituto procuratore della Repubblica di Lucca Domenico Manzione, titolare dell'inchiesta. E' vero, ammette in sostanza l'uomo, non mi sono mai comportato bene, «ma sono malato, sono uno di quei tanti poveri disgraziati che la psichiatria non è in grado di aiutare». Come si fa a vivere con questo tormento? Come si sconfigge l'ossessione che spinge a contaminare il corpo acerbo e innocente di un bambino? Se la psichiatria non ha farmaci adatti, se il pudore e la moralità non sono freni inibitori sufficientemente potenti, la legge risponde con la segregazione. Ma il dottor Domenico Manzione ieri s'è visto costretto a scendere in qualche modo a patti. Agli organi d'informazione locali, giornali ed emittenti private, ha affidato una risposta per il vecchio: «Non faccia sciocchezze, torni, le assicuriamo tutta la nostra disponibilità a intraprendere iniziative a tutela del suo stato di salute». Polidori a tarda sera ancora non aveva dato notizie di sé. Vive a Serravezza, nell'entroterra versigliese, da solo. Ha però dei parenti, che adesso stanno in pena per lui. Aveva precedenti del genere ma mai si era trovato al centro di tanto clamore. Questa volta la bambina ha parlato. Cominciava una mattina con un gelato. «Ti piace? ha detto Polidori alla piccola - vieni il nonno te lo compra». Ai bambini piacciono i nonni, si fidano di loro. E i due si fermano in un bar in prossimità del viale prima di spostarsi sul pontile. «Atti di libidine», dice l'accusa. Non si conosce il racconto della bambina. Di certo l'uomo le dà un appuntamento per il giorno successivo, nello stesso posto. Ed eccolo l'errore che fa scattare la trappola. Lei, giunta a casa, racconta tutto, e i genitori avvertono la polizia. Il resto è cronaca di un infamante arresto e del discutibile sacrificio dell'innocenza di una bambina. Ma senza la flagranza evidentemente non sarebbe stato possibile fermare Polidori. Donatella Bartolini

Persone citate: Bruno Polidori, Domenico Manzione, Donatella Bartolini, Polidori, Serravezza

Luoghi citati: Firenze, Forte Dei Marmi, Viareggio