«Ferita anche dalla giustizia»

Donatella Colasanti, scampata al massacro del Circeo, accusa i giudici: danno retta agli aguzzini Donatella Colasanti, scampata al massacro del Circeo, accusa i giudici: danno retta agli aguzzini «Ferita anche dalla giustizia» «Da 20 anni aspetto un risarcimento» N io, vittima tradita dallo stato SROMA ONO passati vont'anni dall'orrore del massacro del Circeo. Rosaria Lopez mori massacrata da tre ragazzi pariolini che dietro le facce d'angelo nascondevano una ferocia da belve. Donatella Colasanti, miracolosamente viva, da allora continua a lottare. Prima per avere giustizia con la causa penale. Poi, e ancora, per avere giustizia civile, un risarcimento che non ha ancora visto. E sono passati vent'anni. Un caso, enorme, di lentezza della giustizia. Donatella chiede ai suoi seviziatori 4 miliardi. Ma qualsiasi cifra può essere solo simbolica di fronte a quelle 48 ore di terrore e morte fatte vivere a Donatella dai torturatori Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira. Finora Guido ha fatto solo sei anni di carcere. Mentre Ghira dietro lo sbarre non c'è mai stato. Di loro Donatella Colasanti dice: «Non porto rancore. Mi fanno pena. Sono dei malati». Hanno detto che li ha perdonati. E' vero? «No. Come potrebbe essere vero? E' la solita speculazione dei giornalisti. Ho detto solo che non odio, ma e ben diverso da perdonare. E che per fare titoli a effetto mi mettono in bocca quello che vogliono sentirsi dire. Pensi che un settimanale, poco tempo fa, mi voleva fare incontrare con la mamma di Angelo Izzo. Si rende conto? Cosa ci saremmo potute dire? Che senso avrebbe avuto? Solo quello di far fare lo scoop al giornale». E' per questa poca fiducia nella stampa italiana che l'altro giorno alla conferenza stampa per denunciare la lentezza della causa civile per il risarcimento ha voluto solo giornalisti stranieri? «Si. Mi sono stufata di vedere le mie parole distorte. Di venire strumentalizzata. Prima lo hanno fatto le femministe, poi gli avvocati, i giornalisti. Basta. Tutto ha un limite». Quando parla di strumentalizzazioni da parte degli avvocati, si riferisce alla Lagostena Bassi? «Si. La Lagostena Bassi continua a violare la mia privacy. Con la scusa di parlare dei suoi libri parlava della mia vita privata in un modo patetico. Per questo ho scritto all'Ordine degli avvocati, che mi ha dato ragione censurando la Lagostena Bassi. Ha violato il riserbo professionale dicendo dello cose che non avrebbe dovuto dire. Ha detto che ero scappata di casa e che volevo accettare i soldi. Cose gravi. Io non ho voluto accettare i soldi perché non volevo che Izzo, Ghira e Guido avessero uno sconto di pena. E' la Lagostena Bassi che insisteva perché accettassi». E adesso cosa vorrebbe dire alla Lagostena Bassi? «Di smetterla di parlare di me. Lo ha fatto di nuovo pochi giorni fa con un quotidiano. Ha detto che ritiene Rosaria Lopez più fortunata di me. Una cosa oscena. Tutto questo oltre a essere patetico e a darmi molto fastidio è dannoso per la mia vita, per il mio lavoro. Io ho intrapreso una carriera artistica, sto per incidere un disco. Ma si parla sempre e solo di me per la strage del Circeo. Mi sono stufata. E per questo ho scritto di nuovo all'Ordine degli avvocati. Ho denunciato di nuovo il comportamento della Lagostena Bassi. Che continua a non capire. A una giornalista ha detto che ce l'ho con lei. Ma non è vero, lo non sono cattiva. Vo glio solo chi; rispetti la mia pri vacy. Poi lei ò slata solo un avvocalo tra i tanti, ma con la mia vicenda ha fatto fortuna. Prima del mio processo non era nessuno. La mia causa andava avanti da sola. Le femministe e la Lagostena Bassi mi hanno solo stni mentalizzata.-Ho scritto anche a Berlusconi visto che la Lagostena è una deputata di Forza Italia». Lei ha detto anche che oggi sceglierebbe di fare il processo a porte chiuse. «Sì e consiglio tutte le donne che si trovassero ad affrontare un processo per violenza di scegliere il dibattimento a porte chiuse A porte aperte si fanno solo arricchire gli altri». Torniamo alla causa civile. Un risarcimento che aspetta da venti anni. «E' una schifezza. Prima gli av vocali non volevano accettare il caso. Poi non si presentavano in Tribunale. Poi continui rimandi. D'altronde siamo nell'Italia dove si dà credito alle parole di Izzo che si è messo a fare il pentito. Le sembra giusto? Izzo dovrebbe stare zitto. Muto. Perché dare tutta questa importanza a un ergastolano? Solo in Italia accadono queste cose. I magistrati fanno il gioco di Izzo». Quale gioco? «Assecondare il suo protagonismo. Lo stesso protagonismo che portò lui (! i suoi amici a fare quello che hanno fatto a me e a Rosaria. Si sono comportati in quel modo perché volevano fare i protagonisti, imitare la banda dei marsigliesi. Non era solo il contesto dello stupro. Stupro. Che parola oscena. Bisognerebbe cancellarla». Maria Corbi LE TAPPE DI UN CALVARIO 29 e 30 Settembre 75. Giovanni Guido, Angolo Izzo, Andrea Ghira sequestrano, violentano e massacrano Rosaria Lopez, 19 anni, e Donatella Colasanti, di 17. Quest'ultima si salva fingendosi morta. 1° Ottobre 75. Donatella Colasanti e il corpo di Rosaria Lopez vengono trovati nel bagagliaio dell'auto del padre di Guido. Izzo e Guido vengono arrestati. Ghira fugge, da allora è latitante. Ottobre 75. Il processo di primo grado finisce con la condanna all'ergastolo per tutti e 3. 27 Ottobre '80. I giudici d'appello confermano l'ergastolo per Izzo e Ghira. Guido ha uno sconto di pena (30 anni di reclusione), perché il pm dà credito al suo pentimento e la famiglia Lopez accetta 100 milioni di risarcimento. 25 Gennaio '81. Guido fugge dal carcere di S. Gimignano. 28 Gennaio '83. Guido viene arrestato in Argentina. Mentre le autorità italiane aspettano l'estradizione, fugge a Panama. 27 Agosto '93. Izzo si rifugia a Parigi durante un permesso di 3 giorni. 15 Settembre '93. Izzo viene ripreso a Parigi. 28 Maggio '94. Guido viene arrestato a Panama. «Il mio caso e stato citillc icmnnnistc N Hr^ JH ^Bbj^^^^^^^B Donatella Colasanti oggi, a 20 anni dal massacro del Circeo L'arresto di Angelo Izzo in Francia Sopra, Rosaria Lopez, il cui corpo fu ritrovato nel bagagliaio di un'auto (in alto)

Luoghi citati: Argentina, Francia, Italia, Panama, Parigi