Un boomerang da Mururoa sull'Eliseo di Enrico Benedetto

Cresce a Parigi il timore di un boicottaggio internazionale dopo la decisione di Chirac Cresce a Parigi il timore di un boicottaggio internazionale dopo la decisione di Chirac Un boomerang da Mururoa sull'Eliseo L'Aia porta al vertice di Cannes i test nucleari francesi PARIGI DAL NÒSTRO CORRISPONDENTE Il colpo basso giunge da Amsterdam. E Parigi, che da 11 giorni si sforzava di mettere la sordina alle proteste internazionali contro gli 8 test atomici francesi, proprio non se l'aspettava un siluro come quello che le indirizza il premier olandese Win Kok. L'Aia vuol far discutere i Quindici, domani e martedì, sull'ullraspinoso dossier. Da Mururoa a Cannes. L'ourovertice, in programma sulla Croisette, segna virtualmente la line della presidenza francese. Ma il congedo potrebbe riservare brutte sorprese a Jacques Chirac, se davvero i Paesi Bassi riusciranno nell'impresa. Probabile che Parigi faccia del suo meglio per evitarlo. Ci 6 già riuscita, nei giorni scorsi, con l'Ueo. L'ancor timido nucleo militare europeo stava per esprimere, a maggioranza, una censura. Solo un cavillo di procedura ha salvato i francesi. A Cannes bisognerà duplicare gli sforzi. La «comprensione» - peraltro già scarsa - mostrata finora dagli europaitncr rischia di trasformarsi in mugugno. Helmut Kohl non subisce forse quotidianamente pressioni dall'ala antinucleare Cdu e Kdp affinché Bonn reagisca con maggior fermezza al Nuovo Coreo atomico francese? Le notizie in arrivo da Amsterdam sono, insomma, un cattivo auspicio. Greenpeace, che nella Venezia del Nord ha il suo quart ier generale, se ne rallegra. E reduce dalla entusiasmante vittoria sulla Shell, le piace sognare un altro exploit. I segnali favorevoli non mancano. L'Australia, apparsa tiepida sulle prime - dinanzi a una collerica e minacciosa Nuova Zelanda, moltiplica da qualche ora gli avvertimenti duri. C'è il richiamo dell'ambasciatore «per consultazioni». Ma anche iniziative meno scontate. Se Chirac non farà retromarcia, Canberra avrebbe in animo di promuovere spot antinucleari sui media francesi. Tv inclusa. Gli australiani mirano inoltre per loro s'essa ammissione a far espellere la Francia dal Forum del Pacifico Sud. Sarebbe, in realtà, una semplice «misura sospensiva». Eppur oltraggiosa per la Grandeur. Le rappresaglie toccano, oltre al prestigio, registri più venali ma di non minor vulnerabilità. Esempio: Airbus stava per sottoscrivere un'intesa monstre con l'aviazione australiana. Quasi 400 milioni di dollari - ossigeno per il consorzio tolosano, messo in crisi dalla feroce concorrenza (anche valutaria) Usa - che solo un miracolo potrà salvare. E si confermano a rischio gli appalti francesi per i Giochi Olimpici. Aggiungiamoci i «camalli» d'Australia, dockers mostratisi inflessibili nello scaricare solo dopo lunga attesa i carghi transalpini. E i boicottaggi spontanei verso il «made in France». Ne fanno le spese slip e giarrettiere parigine - quelle locali non brillerebbero per erotismo - finora adottate dalle caligirl australi. Talora anche il patriottismo sa essere risparmioso. Lo conferma la campagna ostile a champagne, profumi, prèt-à-por¬ ter, settori cioè dal budget miliardario. L'onda lunga francofoba rischierebbe di infrangersi a breve nell'apatia, nel vittimismo, nell'impotenza se Canberra e Wellington fossero, in definitiva, rassegnate. Pia illusione. La tattica australiana punta casomai sull'escalation. Come spiegava ieri ai reporter l'ambasciatore prima di abbandonare Parigi. «Mi auguro che la Francia non prenda alla leggera questo richiamo» dice Alan Brown. Lasciando intendere che altre reazioni, forse clamorose, sono allo studio. Persino un braccio di ferro militare. Lo invocano sin da ora i Verdi australiani. Vorrebbero che almeno 5 navi da guerra proteggessero «Rainbow Warrior li» nelle scorribande a Muroroa & dintorni. Ipotesi fantasiosa ma non troppo. Canberra si considera la Washington dell'Oceania: guidare la mobilitazione antifrancese rafforzerà la sua leadership continentale, piaccia o no a Wellington. Ma per farlo, le serve un appoggio tra i francesi degli antipodi. Talliti e Nouméa collaborano. Il sindaco della prima guidava l'altro ieri un blitz protestatario contro la «sua» ambasciata in Nuova Zelanda. Anziché lasciare al piantone il prevedibile appello «Via l'Atomica!», gli ha messo in mano una grossa scatola con pesce marcio e immondizia. «E' per l'ambasciatore: gli spieghi che non siamo la pattumiera di Parigi». Enrico Benedetto Dopo il richiamo dell'ambasciatore i Verdi d'Australia chiedono di inviare navi da guerra nell'atollo-poligono ì • ■ « mi paci: e Un'esplosione nucleare francese nell'atollo di Mururoa Qui accanto il presidente Jacques Chirac Sotto, una manifestazione antinucleare nelle isole Cook [FOTO ANSA.REUTER]

Persone citate: Alan Brown, Chirac, Cook, Helmut Kohl, Jacques Chirac, Wellington