Kohl mette in riga i due ppi

Kohl mette in rigai due ppi Kohl mette in rigai due ppi AButtiglione lo scudo-crociato Bianco resta «partito popolare» CANNES DAL NOSTRO INVIATO Sarà stata l'aria della Costa Azzurra. Saranno state le pressioni discrete ma insistenti del cancelliere tedesco Helmut Kohl. 0 forse è stata davvero la buona volontà dei due litiganti, i professori Rocco Buttiglione, filosofo di Gallipoli, e Gerardo Bianco, filologo irpino. Fatto sta che la separazione in casa tra i popolari sembra essersi ricomposta in un divorzio consensuale, grazie ad una divisione dei beni materiali ancora di là da venire, ma resa possibile dalla divisione dei beni politici: nome e simbolo. Della vècchia de, a Buttiglione è toccato in eredità lo scudo-crociato. A Bianco, invece, è andato il nome di partito popolare. «La posta in gioco era grande ha detto Bianco stringendo la mano del rivale -. Noi volevamo difendere la tradizione politica dei cattolici, ed è per questo che a volte abbiamo dato l'impressione di strafare. Ora però dobbiamo chiedere scusa a tutti per quanto è accaduto». Un po' più peloso, invece, Buttiglione, che anche in quest'occasione non ha mancato di stuzzicare il rivale sul «regalo» fattogli, acconsentendo al suo riconoscimento a Bruxelles. E così Bianco ha dovuto precisare: «Il partito popolare si è consensualmente diviso in due formazioni, che faranno entrambe parte del Partito popolare europeo». L'accordo c'è, comunque, anche se dovrà essere sottoposto ai congressi dei due tronconi del ppi. Accordo «impostato a Roma», come dice Buttiglione, ma raggiunto a Cannes, dove ieri e oggi, all'Hotel Royal Casino, si riuniscono i leader democristiani di mezza Europa, por preparare il vertice dell'Unione Europea che si terrà qui domani e martedì. «Bisogna riconoscere anche il ruolo avuto dai colleghi belgi e tedeschi», dice Bianco. E ci mancherebbe: la stretta di mano, prima di essere ripetuta in riva al mare ad uso e consumo delle tv, c'era stata nella stanza di Wilfried Maertens, presidente del Partito popolare europeo, sotto gli sguardi vigili dogli inviati personali di Helmut Kohl, il capo delegazione della Cdu, Gunther Rischc, ed il segretario del partito al Parlamento europeo, Klaus Welle. Ora si tratta di dividere le sedi, le altre proprietà, e di vedere che fine farà il giornale 11 Popolo. Ma ci penseranno gli amministratori, perché, come dice Buttiglione, «l'importante era un accordo politico che migliorasse il clima». Vero. Tant'è che già il ccd di Picrferdinando Casini pensa ormai di abbandonare il gruppo dei bcrlusconiani al Parlamento europeo, per ricongiungersi con gli antichi fratelli del gruppo popolare. «Dovranno fare domanda, ma non credo ci saranno difficoltà», dice Bianco, e Buttiglione annuisce. Ma cos'è allora quello andato in scena a Cannes, il primo atto della rinascita della de? Il filosofo dice che «nel panorama politico italiano non cambia nulla, perché ci sono posizioni ben definite». Ma aggiunge che «l'unità politica dei cattolici è un valore che noi continuiamo a perseguire. La prima tappa è l'unione con il Ccd. Poi vedremo cosa la storia ci riserverà». Ed anche Bianco sta attento a non chiudere nessuna porta. «Ricostruire la de? Bisogna essere realisti. Sono state fatte scelte diverse. Certo noi non facciamo patti di sangue, la nostra non è una scelta strategica. Ma in questo momento l'unica alleanza possibile è quella con il pds e gli altri partiti democratici». Fabio Squillante

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