Avvocata alt allo sciopero

Avvocata alt allo sciopero Avvocata alt allo sciopero Nella lite, lesale colto da infarto aem \J uosa *f «•• i.irvrn TOGHE ALLA RISCOSSA GLI avvocati italiani hanno deciso a larga maggioranza di sospendere lo sciopero in corso da oltre 2 mesi e di proclamare la mobilitazione, con due giorni di astensione dalle udienze, il 5 e il 12 luglio per protestare contro l'avvio delle riforme della giustizia civile. Questo il risultato dell'infuocata assemblea nazionale di ieri a Roma. Gli avvocati, pur ritenendo «solo parziali» i risultati ottenuti dopo l'incontro con Dini - tra cui la predisposizione di un disegno di legge per l'istituzione nel settore civile delle sezioni stralcio per lo smaltimento dell'arretrato - hanno compiuto questa scelta per «manifestare disponibilità nei riguardi del governo e delle forze politiche. Governo e partiti che - ha detto il presidente del Consiglio nazionale forense, Raul Cagnani hanno riconosciuto per la prima volta l'avvocatura come soggetto politico». Si è trattato comunque di una riunione sofferta, caratterizzata da forti contrapposizioni tra gli opposti schieramenti e con esito addirittura drammatico: proprio a causa della tensione, il presi- dente dell'Ordino di Reggio Calabria Campoli, è stato colto da malore, probabilmente un infarto, ed è stato ricoverato in ospedale. Da una parte c'ora chi come il presidente dell'Ordine di Roma, Massimo Frattali, premeva por la sospensione della protesta, sottolineando che al di là dei risultati concreti conseguiti «non soddisfacenti», da parte delie forze politiche era stata comunque riconosciuta all'avvocatura «una dignità pari a quella attribuita alla magistratura». Dall'altra parte vi era chi - tra | cui gli avvocati di Milano e di Palermo, questi ultimi presentatori di una mozione per proseguire l'astensione - riteneva che lo sciopero dovesse proseguire perché «si sono ottenute soltanto briciole». Tra i più critici nei confronti della linea della sospensione, l'avvocato Taormina, che però non ha potuto parlare nell'assemblea in quanto gli interventi erano riservati ai delegati degli Ordini. «Altro che vittoria - ha detto Taormina - si tratta di una svendita dell'avvocatura alla politica italiana del momento. Sul piano civile non si è ottenuto che un decreto-fotocopia. Mentre per quanto riguarda il disegno di legge sulla custodia cautelare l'Associazione nazionale magistrati ha già detto che non va bene, si sono già mossi Lega e Verdi e anche altri settori delle forze che hanno votato il disegno di leggo al Senato intendono tornare su alcuni punti». Proprio il mancato intervento di Taormina - il cui nome è stato scandito più volte da alcuni gruppi a sostegno della sua richiesta - e di quanti come lui non potevano parlare perché sprovvisti di delega e stato uno dei motivi di tensione dell'assemblea. Una tensione che è esplosa in particolare quando un componente del Consiglio nazionale forense, Filippo Lubrano, ha cercato di prendere la parola; un gruppo di avvocati di Napoli è insorto sostenendo che Lubrano non potesse parlare perché sprovvisto di delega, mentre altri avvocati hanno cercato di impedire che questa protesta venisse ripresa dagli operatori televisivi, invitandoli ad andare via. «E' stato un parto difficile - ha commentato alla fine dei lavori il vice presidente del Consiglio nazionale forense Nicola Buccico - ma con questa scelta l'avvocatura ha dimostrato compattezza e senso di responsabilità». Soddisfatto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Antonio Abbate: «Indiscutibilmente è una decisione che va apprezzata che dimostra che la voglia di dialogo ha prevalso all'interno di una assemblea che poteva magari emotivamente condurre a procrastinare lo sciopero dell'avvocatura. L'Anni è pronta a confrontarsi con gli organismi rappresentativi dell'avvocatura stessa nella convinzione che il ritorno al processo debba necessariamente vedere impegnati tutti nella ricerca di nuovi strumenti operativi e nuove normative in grado di rendere la giustizia più efficiente e credibile. In uno Stato di diritto il cittadino che ha istanze da far valore in sede giurisdizionale, deve vedere accolte tali istanze con la rapidità e la misura che si devono pretendere in ogni occasione ed in ogni momento», [r. i.| «Governo e partiti ci hanno riconosciuti per la prima volta come soggetti politici» L'avvocato Carlo Taormina

Persone citate: Antonio Abbate, Campoli, Carlo Taormina, Dini, Filippo Lubrano, Lubrano, Nicola Buccico, Raul Cagnani, Verdi

Luoghi citati: Milano, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Taormina