«Pettegolezzi contro di me»
«Pettegolezzi contro di me» Palermo: «Sono offeso, non accetto le accuse di una parrucchiera» «Pettegolezzi contro di me» Contrada torna in aula e contrattacca PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bruno Contrada, diventato un «caso nazionale» dopo 30 mesi di carcerazione preventiva e per il collasso ipoglicemico in aula la scorsa settimana, è ricomparso in tribunale. E' sembrato in discreta salute, ma sempre depresso. Attaccalo di nuovo, è tornato a difendersi aggrappandosi alle forze che gli rimangono: stavolta, è stato chiamato in causa dalla teste Carmen Pirrello, proposta dal pni Antonio Ingroia. La Pirrello ha descritto Contrada come un amicone del capomafia Rosario Riccobono scomparso da anni e, secondo vari pentiti, assassinato da Totò Riina alla fine di un pranzo. Il questore ha replicato sdegnato che sono solo pettegolezzi. «Non posso accettare che vengano qui in aula donnette parrucchiere a parlare dei miei rapporti con la mafia», ha dichiarato Contrada. Quindi, ha definito Riccobono «criminale mafioso sanguinario e omicida» e ha escluso per l'ennesima volta suoi rapporti con il boss che non fossero quelli tra investigatore e inquisito. Ma ha fatto di più: ha aggiunto che proprio gli uomini del clan Riccobono uccisero un agente che lui considerava «un figlio». Contrada ha citato questa circostanza appunto per mettere in risalto la sua ostilità verso il boss. Carmen Pirrello ha riferito di un colloquio che Giuseppina Riccobono, figlia di Rosario, avrebbe avuto con la vicina di casa Angela Ruisi all'indomani di un servizio al Tg in cui Bruno Contrada aveva escluso di essere stato in buoni rapporti con Riccobono. «Ora Contrada non lo conosce più mio padre - avrebbe commentato la donna - e quando uscivano insieme e si fregava le mazzette dei mafiosi?». E' insorto l'avvocato Gioachino Sbacchi che con l'onorevole Pietro Milio difende il questore: «Questa è spazzatura!». E' seguito uno scontro verbale tra il penalista e il pm Ingroia, al quale ha posto termine il presidente Francesco Ingargiola. Ha deposto di nuovo l'ex alto commissario antimafia Domenico Sica. L'ex magistrato ora prefetto è stato chiamato a fornire spiegazioni su una verbalizzazione di dichiarazioni del pentito Rosario Spatola curata dal questore Tonino De Luca, amico e già collaboratore di Contrada, quando questi dirigeva la squadra mo¬ bile a Palermo. Ma il confronto tra Sica e De Luca non ò risultalo interessante per le sorti dell'imputato. Antonio Ravidà L'ex questore di Palermo Bruno Contrada è tornato nell'aula dove una settimana fa era stato colpito da malore
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