Juppé: boicottaggio? Un regalo a le Pen

Juppé: boicottaggio? Un regalo a le Pen In Francia infuria la polemica sui sindaci xenofobi. D'accordo molti artisti: non si va a Tolone Juppé: boicottaggio? Un regalo a le Pen Anche il segxetario socialista boccia l'appello di Fabius PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nobile ma dannosa. Dopo i primi entusiasmi «a caldo», la decisione presa da artisti e sportivi celebri di boicottare Tolone, Grange e Malignane - il Triangolo Nero ai cui vertici troviamo (la designazione ufficiale è attesa a ore) sindaci Fn - solleva ormai critiche dure, se non impietose. Fra il jet-set come nella classe politica. L'altra sera è sceso in campo lo stesso premier Alain Juppé. «Non comprendo l'atteggiamento dei boicottatoli. La loro strategia penalizza fra l'altro i cittadini» (a Tolone sono il 62%) «che non hanno simpatia per il Front National. Eppoi i cantanti, gli intellettuali, i politici stessi non dovrebbero forse recare la Buona Parola ovunque? Il difensivismo non serve, bisogna saper combattere per le proprie idee». Si sono detti contrari al boicottaggio anche il segretario del partito socialista Henri Emmanuelli e il ministro della Tecnologia Frangois Fillon. L'embargo, insomma, a poco gioverebbe. Salvo, in termini autopromozionali, per chi l'annuncia. Le sanzioni planetarie contro Baghdad lasciano al potere da anni un Saddam Hussein, e il blocco Onu contro Belgrado non si può dire avvicini la pace in Bosnia. Qualcuno crede davvero che annullare i concerti di Pa¬ trick Bruel - la «star» più famosa tra i firmatari anti-Le Pen - provochi corruccio e resipiscenza in una Tolone dove i problemi sono montagne? Sì. Cantautori come Enrico Macias, e leader quali Laurent Fabius e lo stesso ex ministro mitterrandiano della Cultura, Jack Lang (sia pure con qualche riserva). Ma la nuova tendenza - sponsorizzata da non poche associazioni antixenofobe - è Resistere, Testimoniare. In una parola, esserci. Piaccia o meno a Le Pen. Enrico Benedetto Un comizio di Le Pen Sotto da sinistra Domenico Fisichella e Paolo Flores d'Arcais

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