Pivetti al rosario anti-moschea

Pivetti al rosario anti-moschea Pivetti al rosario anti-moschea Polemica per la preghiera con i tradizionalisti POLITICA E RELIGIONE OROMA RE dieci di venerdì mattina: mentre alla moschea di forte Antenne si ultimavano i preparativi por il primo giorno di apertura ai fedeli, a poche centinaia di metri, nella vicina chiesa di San Luigi Gonzaga entrava una figura esile e nervosa: Irono Pivetti, presidente della Camera, arrivata in gran segreto per recitare il Rosario insieme ai fedeli che da ieri, per tutti i venerdì del mese, lo sgraneranno come gesto di riparazione «all'offesa» che la moschea porta noi cuore della città Santa. Arrivata alle dieci preciso su un'auto blu Irene Pivotti c subito entrata nella piccola chiesa alle spalle di piazza delle Muse, nel cuore dei Parioli. Una chiesa familiare in cui la presidente della Camera si era recata anche mercoledì scorso, l'osta di San Luigi Gonzaga, il Santo della Parrocchia, e festa anche per i musulmani della capitale visto che la loro moschea veniva inaugurata dal principe saudita e dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Un'altra coincidenza. Forse. Al centro culturale Lepanto non confermano e non smentiscono lo intenzioni della Pivetti. Certo c che l'invito a pregare per rimediare a quella che gli «integralisti» cattolici definiscono un'offesa alla città, ossia l'aper¬ tura della moschea, è slato raccolto. Così sembrerebbe vista la presenza in chiesa della Pivetti che poi non ha smentito nulla. Insieme ai credenti cattolici che seguono le indicazioni del centro culturale Lepanto la Pivetti ha pregato la Madonna, sgranando con il suo Rosario 50 Ave Maria e meditando sui misteri dolorosi. Vestita di rosso, con lo sguardo basso, la Pivetti non si è mai distratta una volta. Dopo venti minuti è uscita ha salutato il presidente del centro Lepanto, l'avvocato De Mattei, e poi se ne ò andata senza concedere molto a chi le si faceva intorno per parlarle e stringerle la mano. Non molta gente per la verità. I pochi che hanno partecipato all'iniziativa. Sondare le intenzioni della presidente della Camera non è possi¬ bile visto che si ò rifiutata di fare dichiarazioni in proposito. All'ufficio stampa della Camera non conformano e non smentiscono. E si può solo ascoltare le ragioni di chi ha promosso questi venerdì di preghiera in polemica con l'apertura della moschea. Il Rosario usato come un'arma contro la fede dell'Islam importata a Roma. «Il Rosario - spiega il presidente del centro Lepanto - fu la principale arma di cui San Pio V si servì por sbaragliare i musulmani a Lepanto. Confidiamo anche noi nella forza di quest'arma infallibile, che costituirà una spina aperta nel fianco di chi si propone la dominazione islamica su Roma e sul mondo». «La Pivetti - ha detto De Mattei - ha partecipato a titolo strettamente personale». Un gesto privato, certo, ma che ha scatenato da subito imbarazzi, curiosità e polemiche. «Se ò vero - ha tuonato Marco Taradash, presidente della commissiono vigilanza sul¬ la Rai - che ha partecipato ad una messa di riparazione per l'inaugurazione della moschea a Roma la presidente della Camera ha il dovere di dimettersi dalla sua carica. Non si può al tempo stesso rappresentare il Parlamento di uno Stato democratico e liberale, la cui costituzione ò imperniata sul principio della libertà di coscienza e di fede e manifestare il proprio personale rifiuto all'esercizio pratico di tali libertà». In difesa della scelta della Pivetti il presidente della «consulta cattolica della Lega Nord, Giulio Ferrari, secondo cui si tratta di un «fatto di devozione e di fede». Ferrari il giorno dell'inaugurazione della moschea aveva detto che le «perplessità sull'espansione islamica sono state avvertite da molti militanti ed esponenti della Lega e dallo stesso presidente della Camera Irene Pivetti». Maria Corni La presidente della Camera Irene Pivetti A sinistra: la moschea appena inaugurata a Roma MB /

Luoghi citati: Roma, San Pio