Umberto al tavolo dell'Ulivo

Umberto al tavolo dell'Ulivo Umberto al tavolo dell'Ulivo Petrini «ambasciatore» presso Romano ■ V:;,-; , :7V,:,,.- wi&l^ LA STRATEGIA DEL CARROCCIO SINO all'ultimo giorno non ti dirò se ci sto o no». Bossi promette a Prodi che lo farà penare prima di dirgli se intendp andare alle elezioni da solo o con l'Ulivo. Sarà per questo che, alla fino dell'incontro, mentre il senatur ride con gusto, Veltroni è compito e compreso e il Professore ha l'aria stropicciata e vagamente smarrita? Ma i giornalisti che sono da mesi al seguito del candidato premier, assicurano che lui è sempre così, e quindi questo non è un indizio utile a stabilire come sia andato il colloquio tra gli esploratori del centro sinistra e i leghisti capitanati da Bossi. Forse è più indicativa, in questo senso, la decisione del leader della Lega di nominare Pierluigi Petrini «osservatore» dei lumbard al tavolo dell'Ulivo (e in questa veste il capogruppo del Carroccio a Montecitorio parteciperà al vertice «proaiano» di mercoledì). Una novità importante? Secondo Prodi e Veltroni si. Per i leghisti, invece, no. Racconta Antonio Marano: «Ho fatto gli auguri a Pierluigi perché verrà impallinato dal capo. Il ruolo degli osservatori da noi e questo: prima vengono mandati avanti e poi sono sconfessati da Umberto». E del resto lo stesso Petrini confida titubante ad un amico pidiessino: «Così Bossi mi può smentire da un momento all'altro». Umberto, Walter e il Professore: la riunione si volge nello studio di Petrini. Ci sono anche il presidente dei senatori lumbard, Tabladini e Pagliarini. Scherzi, risate e pacche sulle spalle. Bossi, che conosce Prodi, 10 prende in giro: «Ti sfido ad andare in bicicletta in salita, visto che sei un campione di discesa», gli fa. Il professore ridacchia. Tocca a Veltroni parlare di politica. Si discute di regole, antitrust e par condicio. Ma nel documento ufficiale non si farà cenno ad un altro degli argomenti trattati: il doppio turno. Perché? Ufficialmente perché non c'è accordo. Però più tardi, 11 senatur confida che tanta cautela ò dovuta ad un motivo diverso. «Quella del doppio turno spiega - è una partita da giocare con astuzia, sennò gli altri (il Polo ndr) saltano per aria». Nell'incontro si parla anche di elezioni. Nel senso che Bossi insiste che ci si arrivi dopo aver fatto le regole, e i due «esploratori» si mostrano duttili (ma nella riunione del centro sinistra, in mattinata, Veltroni aveva detto: «Se non si riescono a far le regole, alle elezioni ci si va lo stesso»). Tra Prodi e Bossi, invece, poca politica e molte battute. «Guarda che ti farò l'esame di federalismo», dice il senatur al candidato premier. E quello: «Lo sai che io sono professore di federalismo». Ma il leader della Lega insiste. Lo scherzo piace talmente tanto a Bossi, che lo ripete, dopo l'incontro, con i giornalisti: «Li ho chiamati - dice - per esaminarli e loro erano come studenti al primo giorno di scuola». L'incontro dura un'ora. Al termine, conferenza stampa di Prodi, Veltroni, Tabladini e Petrini. Bossi non si fa vedere. Non solo: nel comunicato della Lega si parla di un colloquio tra i capigi uppo del Carroccio e i due esploratori, ma non si fa men¬ zione del capo. «Così lui quando vuole può sempre sfilarsi», commenta ridendo Marano. E intanto può sfruttare questo giro di consultazioni per tirarla in lungo. Prodi comunque fa finta di niente e dice che la riunione ò «andata benissimo». Veltroni, a cui in mattinata Franco Bassanini aveva tenuto una «lezione» di un'ora e mezzo su Bossi, è più cauto: «Noi - osserva - non abbiamo nessun motivo per enfatizzare questo incontro, anche per i precedenti ammaestramenti. Diciamo che è andato come ci si poteva ragionevolmente attendere». Tanta prudenza non è ingiustificata. E infatti, Bossi, più tardi, con i cronisti, minimizza la portata della riunione: «Non c'è nessun accordo - dice l'accordo è solo di metodo e per adesso il nostro sarà un coinvolgimento minimo. Comunque queste dichiarazioni sulle regole devono diventare impegni parlamentari. Per quanto riguarda invece il doppio turno, vediamo: si parla di quello sullo stampo della legge regionale, che però fa schifo». Ma allora, com'è veramente andato questo incontro? E soprattutto quali frutti produrrà? Prodi nel suo intimo è convinto che alla fine il Carroccio verrà con l'Ulivo. La Lega, invece, fornisce due versioni. Quella di Marano: «Non è vero che abbia- rrrsm èmomaemm mo deciso che andremo da soli alle elezioni». E quella di Maroni: «Li abbiamo ricevuti per cortesia. Questa riunione non conta un cavolo. L'osscn/atore è un diversivo. E se si andrà al voto, ci presenteremo da soli: quelli ci hanno promesso 50 seggi, ma 50 li prendiamo da soli. Bossi sta già preparando la campagna elettorale, contro la destra e contro la sinistra. E comunque scommetto che si andrà a votare nel 97». La scommossa di Maroni viene riferita a Veltroni, che invita i giornalisti a giocare le proprie puntate contro il deputato leghista. Già, il problema, tra Lega e pds, resta sempre lo stesso - la data del voto - e questo incontro non lo poteva risolvere. Maria Teresa Meli Il leader dell'Ulivo Romano Prodi .con il suo «vice» Walter Veltroni . A destra: il segretario della Lega Nord Umberto Bossi

Luoghi citati: Marano