Nei diari segreti i voti ai politici

Nei diari segreti i voti ai politici Nei diari segreti i voti ai politici Mario Segni Dieci anni in nove agendo e 393 pagine di appunti stosi da zelanti segretarie. Sono i «promemoria» tenuti da Marcello Dell'Utri fino allo stop impostogli dai magistrati torinesi: appuntamenti, frequentazioni, numeri di telefono, pranzi e cene di lavoro, promemoria top-secret, progetti sulla strategia del nuovo soggetto politico chiamato Forza Italia. Appunti di un uomo «deciso a svolgere a tempo pieno il ruolo di consigliere politico di Silvio Berlusconi», spiega sul prossimo numero l'Espresso, che ò andato a spulciarli. Documenti da leggere, tutti di un fiato, considerati i resoconti degli incontri con il cSwilìère' in quel di Arcore e i giudizi sugli altri leader politici. La «pagella» di Dell'Utri prende forma una pagina dopo l'altra, summit dopo summit. Tocca a Mario Segni inaugurare il registro. Nell'incontro ad Arcore del settembre '93, il presidente di Publitalia Io etichetta corno «utile idiota» e «mosca cocchiera del pei», definizionechiave su cui insistere per far breccia sulla fantasia di un elettorato ancora tutto da conquistare. Poi tocca ai suoi fiancheggiatori o «Pilastri» sfilare sotto la matita rossoblu di Dell'Utri: Muttarella, Fracan: mi, Bodrato, Elia e, manco a dirlo, la Bindi, «pasionaria» della vecchia de. Dubbi invece sul nome di Andreatta, accompagnato da un eloquente punto interrogativo. Quanto ai buoni, la prova del nove si esaurisce noi rifiuto opposto al pds: Casini, D'Onofrio, Mastella, Fumagalli-Carulli, Fontana. Ma le sorprese non finiscono qui, rivela l'Espresso. Che illumina a giorno il valzer di incontri con esponenti politici di ogni tipo. Nel dicembre del '93 le suo collaboratrici annotano il nomo di Andreotti. Chissà se l'incontro c'è mai stato. Fuor di dubbio, invece, le «colazioni di lavoro» con l'ex ministro delle Poste Vizzini e i contatti con il pattista Diego Masi. Nel marzo dello stesso anno si fa vivo Francesco Colucci: «Ha un giovanotto da segnalare per assunzione in Publitalia», riporta il diario. Minori pretese da parte di Formigoni, che telefona chiedendo biglietti per le partite del Milan. Esaudito.. Fin qui, i favori. Poi ci sono gli amici, quelli che Dell'Utri si ripromette di chiamare quando ha tempo. Così il Presidente di Publitalia si appunta nomi e numero di telefono: tra i suoi fedelissimi, oltre ai manager di Publitalia e del Grup- po (Ghigo, Mic- cichè, Comincioli), personaggi meno prevedibili come il finanziere siciliano Filippo Alberto Rapisarda, invischiato con lui nel crack dello società di costruzioni «Bresciano» o Gaetano Cina, accusato proprio da Rapisarda (maggio '87) di rappresentare «il gruppo in odore di mafia TerosiBontaci -Marchese Filippo». Relazioni imbarazzanti, quando non pericoloso. Eppure lo stesso Rapisarda non sembra farsi troppi scrupoli noi chiamare Dell'Utri (ottobre '92) «per chiedere riparazione Mercedes» o ancora per «ringraziare per Mercedes». Una generosità, quella del presidente di Publitalia, che nei confronti di Paolo Berlusconi si concretizza in un «orologio con scatola in radica, un milione» (Natale '92). [r. i.] Mario Segni

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