Publitalia colpo di spugna ai vertici

Il consiglio di amministrazione si «autocommissaria» per disinnescare la richiesta del pool Il consiglio di amministrazione si «autocommissaria» per disinnescare la richiesta del pool Publitalia, colpo eli spugno oi vertici La presidenza a Roberto Poli MILANO. Fatto. Da ieri, ore 18, il consiglio di amministrazione di Publitalia, forziere del gruppo Fininvest, è tutto nuovo. Se ne va Marcello Dell'Utri (presidente e amministratore), se ne vanno Marina e Pier Silvio Berlusconi (i figli di), se ne va Giuliano Adreani. Un colpo di spugna annunciato, che dovrà (dovrebbe) contrastare il commissariamento chiesto dalla Procura di Milano. E dal cappello Fininvest nomi tutti nuovi (con una sola eccezione): presidente del eda Roberto Poli, professore e consulente aziendale, Vittorio Coda, vicepresidente, Franco Pontani'e Aldo Bonomo, legale Fininvest dai tempi eroici (e senza legge) della televisione commerciale bcrlusconiana. Come previsto, i tempi sono andati spediti: risultato, una sorta di autocommissariamento. Fedele Confalonieri, in rappresentanza dell'azionista, ha riunito «in sede di assemblea dei soci» il consiglio di amministrazione a metà pomeriggio al quarto piano di via Paleocapa, quartier generale Fininvest. Riunione fulminea. Con Berlusconi collegato via telefono da Arcore per i piccoli aggiustamenti del caso. Secondo procedura i consiglieri hanno «chiesto all'azionista Fininvest di accettare le loro dimissioni». Qualche mi- nuto per le firme. E poi più di un'ora per mettere nero su bianco il comunicato ufficiale. Che recita: «Amministratori e sindaci di Publitalia - convinti della assoluta trasparenza e legalità del proprio operato e nell'interesse superiore dell'impresa - hanno invitato l'azionista a procedere alla nomina dei nuovi organi sociali, chiamando a farne parte professionisti esterni, la cui competenza, autonomia di giudizio e riconosciuta probità costituiscono elemento di indiscutibile garanzia di fronte alla pubblica opinione». E ancora: «Ciò al fine di effettuare nel più breve tempo possibile tutte lo indagini necessarie per verificare la correttezza dell'operato della società, degli organi sociali uscenti e del management». Il comunicato plana sulle scrivanie dei giornali intorno alle 19,30 e quel che più conta, plana pure sui tavoli ingombri del pool Mani Pulite che il 27 maggio scorso (sorprendendo tutti) ha chiesto il commissariamento di Publitalia plurindagata per «false fatturazioni» e (presunti) fondi neri. Richiesta radicale, contrastata (adesso) da una contromossa altrettanto radicale. Basterà o non basterà ai magistrati? La risposta arriverà il 7 luglio prossimo, quando l'ottava sezione del Tribunale civile di Milano (presidente Giuseppe Tarantola) si riunirà per «accettare o respingere» il missile della procura. Manda a dire Fedele Confalonieri: «Non abbiamo alcun dubbio che sarano confermate l'inesistenza sia di una prassi di false fatturazioni, sia di singoli episodi di irregolarità amministrativa e che si dimostreranno infondate le accuse sulla creazione di fondi extracontabili da parte della società». Fuori dal consiglio, ma operativo, con la qualifica di direttore generale, resterà Giu¬ liano Adreani, manager arrivato in Publitalia da poco più di un anno. Lui costituiva un piccolo scoglio nella strategia di Berlusconi. Essendo per l'appunto un manager con pluriesperienza (prima lavorava nella concorrente Sipra) non lo si poteva coinvolgere in un ribaltone causato da fatti accaduti prima del suo ingresso in Publitalia. C'era pur sempre il rischio che se ne andasse sbattendo la porta. Nodo agevolmente aggirato. E (dicono) manager di Publitalia soddisfatti al punto, in questi giorni di bufera, da lasciar trapelare qualche sorriso. [p. cor.] «Palazzo Cellini» sede di Publitalia a Segrate

Luoghi citati: Arcore, Milano, Segrate