Navigatori alla ricerca di bussole

Navigatori alla ricerca di bussole Navigatori alla ricerca di bussole SICCHÉ' sei già stufo anche tu di Internet - mi ha detto un amico dopo aver letto che proponevo di fermarci un po' a riflettere sugli usi e sul significato della rete -, Sento che capita a molti». Francamente non mi sembra e sono ancora qui a scrivere perché immutato è il mio entusiasmo per le possibilità che Internet apre: ma - per me, almeno - è venuto il momento di domandarmi quali linee dare alla mia navigazione. Alcuni usano Internet solo a fini commerciali e ancora non so se questo uso si affermerà (in America ne sono convinti); altri - penso alle Università - la usano per scambiare notizie scientifiche, come prima si faceva con la posta «lumaca» o con le pubblicazioni. Questi utenti hanno le loro regole e le loro rotte prestabilite. Il problema si apre per tutti gli altri, quelli come me e credo come voi: che usano la rete non per necessità, ma per qualcosa che implica la conoscenza, la curiosità, il divertimento. Se ripenso a quest'ultimo anno, sono sbalordito da come le cose sono cambiate a ritmi velocissimi: reduce dall'esperienza di collegamento sulle BBS, che già mi era sembrata capace di aprire il mio personal computer su ampi orizzonti di comunicazione (come non ricordare il ruolo fondamentale svolto per tutti noi dai tanti BBS di Fidonet?), fu un'emozione intensa ricevere le prime email dall'altra parte del mondo o connettermi con siti di tutto il mondo. Oggi ricevo circa 250 lettere al giorno e ho un elenco in sospeso di un centinaio di siti da visitare, elenco che aumenta ogni giorno. Sono, insomma, a rischio di infoglut (indigestione di informazioni) e di addiction (tossicomania da rete). Il problema nasce dal fatto che l'offerta è estremamente ricca, in continua evoluzione e tale da solleticare la fascinazione (e l'onnipotenza) dell'utente. Un anno fa lavoravo con un'interfaccia a carattere, felice di ricevere della posta e di scaricare dei fìles con YFTP o con il Gopher. Oggi posso girare il mondo di Internet con una sempre più accurata interfaccia grafica, ho a disposizione spazi virtuali tridimensionali, posso comunicare a viva voce con molti dei miei interlocutori, ascoltare | programmi radio o visionare spezzoni di film. Per non parlare dell'offerta di contenuto, spesso inflazionata di chiacchiere o di informazioni fasulle, ma incomparabile rispetto ai metodi tradizionali per ricchezza e rapidità di interscambio: nella mia professione, per esempio, che è una delle più lontane dal computer, sono iscritto a scopo di aggiornamento a una ventina di mailing list e ricevo un centinaio di lettere al giorno: non sono mai stato così «aggiornato», ma anche comincio a pensare che forse non ho più il tempo per riflettere sulle informazioni che ricevo. Problemi di cui molto ormai si discute: mi ha colpito, per esempio, la notizia (ovviamente pervenutami tramite la rete) della recente pubblicazione negli Stati Uniti di un libro di Stephen L. Talbott nel quale l'autore «mette in discussione la teoria sostenuta dagli entusiasti della rete, secondo la quale i computer espandono la creatività e il senso di comunità». Per Talbott «Internet è il piii potente invito mai ricevuto a rimanere mentalmente addormentati». Sono preoccupazioni che in linea di massima mi sento di condividere, anche se, mi sembra, l'errore di fondo è quello di domandarsi se Internet è un bene o un male: mi pare che la rete sia solo uno strumento (potentissimo) di cui a noi tocca imparare e sviluppare l'uso. Indirizzi. Andrea Borgnino mi segnala un «WWW - Sever tematico sui 100 anni dall'invenzione della radio e su Marconi» a http://vwvw - users.alpcom.it amarad■index.html Francesco Fasoglio mi segnala come «indirizzo carino» http ://www.fi lm.com Silvio A. Merciai

Persone citate: Andrea Borgnino, Francesco Fasoglio, Marconi, Sever, Silvio A. Merciai, Stephen L. Talbott, Talbott

Luoghi citati: America, Stati Uniti