Robot dal volto umano

Robot dal volto umano Robot dal volto umano Sarà pronto entro la fine dell estate 1'InteTlii UALCHE anno fa Rodney Brooks mise a soqquadro il mondo dell'Intelligenza Artificiale proponendo l'idea che un automa intelligente non debba essere necessariamente un abilissimo «risolutore di problemi» ma semplicemente un sistema in grado di interagire con l'ambiente. Da quelle ricerche ha avuto erigine il progetto Cog del Massachusetts Instimi of Technology (Mit) di Boston, il cui primo parto è stato il robot «Hannibal». Fra poche settimane «Hannibal» verrà superato da un nuovo «umanoide», ancora senza nome, che sarà forse il primo robot ad avere una faccia. Ma andiamo con ordine. L'obiettivo del gruppo che lavora con Brooks e di costruire robot umanoidi: umanoidi nella forma, nella funzione e nella cognizione. La definizione è importante, in quanto di robot ce ne sono ormai migliaia (il più vicino stabilimento della Fiat ne ha probabilmente un piccolo esercito), di robot «intelligenti» (ovvero in grado di imparare) ce ne sono pochissimi e di robot intelligente a forma e somiglianza dell'uomo non ce n'è nessuno. Né sembrava utile o necessario fino a qualche anno fa: purché svolgessero il loro compito, i robot potevano avere qualsiasi forma. Brooks sostiene invece che la forma di un sistema cognitivo è tanto importante quanto la sua conoscenza o la sua abilita di fare conti Insomma, se avessimo un corpo diverso, avremmo anche un modo di pensare diverso Da qui l'origine della squadra di venti persone che Brooks ha messo insieme, e del quale fanno parte anche linguisti e filosofi (Dennett è il più illustre). L'idea che la cognizione sia determinata dalle interazioni con il mondo è diventata di mo: da anche grazie a risultati ana¬ loghi raggiunti da altre branche del sapere: Edelman sostiene che lo sviluppo del cervello dipende dalle esperienze che uno vive e Lakoff sostiene che qualcosa di simile accade con il linguaggio. Brooks e i suoi collaboratori si erano tradizionalmente concentrati su robot-insetti: pochi sensori, pochi attuatori (ovvero gradi di libertà) e pochi processori (ovvero comportamenti possibili). «Hannibal» ha in questo momento 60 sensori, 19 attuatori e 1500 processori. E continua a «crescere». Originariamente concepito per esplorare nuovi pianeti, Hannibal ha sei gambe. Il suo successore ne avrà due, cosi come avrà due braccia. E una faccia, che è appena stata ultimata. Proprio la crescita è una delle caratteristiche fondamentali di questo genere di ricerca. Infatti gli organismi naturali «crescono», mentre quelli creati dall'uomo rimangono sempre gli stessi finché qualcuno non li distrugge. «Hannibal» è cresciuto poco alla volta, anche se naturalmente la crescita è stata fisicamente compiuta dai ricercatori che gli hanno sostituito sensori, attuatori e processori. L'altro tema di ricerca è quello che riguarda le comunicazioni. I robot oggi in circolazione non sono in grado di comunicare. Il successore di Hannibal sarà in grado di gesticolare e di «studiare» i gesti del suo interlocutore umano. Inoltre sarà in grado di «udire», grazie a un sistema di tre microfoni (a differenza delle orecchie umane, che sono soltanto due, ma il nostro cervello usa anche altri stimoli per completare l'informazione tridimensionale su un suono). I pezzi del successore di Hannibal sono quasi tutti pronti. Si tratta adesso di metterli insieme. L'integrazione è iniziata in queste settimane e dovrebbe ASTROFISICA terminare prima della fine dell'estate. I ricercatori del Mit hanno anche studiato attentamente quale possa essere il test migliore per verificare che questo umanoide è in grado di compiere ciò per cui è stato progettato. Il test consisterà nell'afferrare un sonaglio: il sonaglio è difficile da maneggiare, ma i suoni che emette dovrebbero aiutare il robot. 0 perlomeno aiuterebbero un essere umano. Uno dei membri del team di Brooks, Matt Maryanovic, ha in mano la ricerca più affascinante: costruire un «cerebellum artificiale». Il «cerebellum» è la parte del cervello che coordina il sistema sensorimotorio: fatta quella, si sarà risolto gran parte del problema. Purtroppo | nessuno sa ancora bene come funziona il cerebellum dell'uomo, per cui Maryanovic ha il compito, in pratica, di tirare a indovinare. Nonostante tutte le limitazioni dovute all'ignoranza che l'uomo ha ancora di se stesso nei laboratori del Mit sta nascendo un umanoide che sarà in grado di muoversi, gesticolare, comunicare e che avrà la forma di un essere umano, una tappa importante nel lungo cammino verso la comprensione di noi stessi. Navialla rdi bu | Scoperte anche nella nostra galassia due sorgenti superluminali: ci aiuteranno a capire meglio quelle più lontane UN dizionario costruito dai bambini per i bambini, giorno dopo giorno, per imparare, giocare, esprimersi. E' in italiano ed è il primo dizionario «multimediale», parola amica perché vuol dire poter scrivere, disegnare, persino filmare i propri gesti, registrare la propria voce, memorizzare tutto sul computer e poterlo ritrovare in qualsiasi momento. Gli autori di «Addizionario» hanno una età compresa tra i 5 e i 14 anni, e si sono sbizzarriti; presentalo al Salone del Libro di Torino, è un progetto coordinato dall'Istituto di Linguistica Computazionale del Cnr di Pisa con la partecipazione dell'associazione torinese Area. L'«Addizionario» comprende anche filmati in lingua dei segni per bambini sordi. Il dizionario può essere consultato da normodotati o disabili, con l'obiettivo di arricchire il vocabolario e le conoscenze grammaticali, ed è in fase sperimentale avanzata. Il primo nucleo raccoglie 800 parole reinventate da trecento ragazzi delle province di Torino e di Pisa riunendo definizioni, frasi, disegni e associazioni libere. Ne è uscito un dizionario con una struttura «a stella»: al centro stanno le definizioni condivise sulle quali si innestano i dizionari «speciali» (scritti da bambini sordi o con disabilità motorie, anche con il linguaggio iconico Bliss), i dizionari personali (per verificare il progresso di ogni bambino) e i dizionari «curiosi» (definizioni buffe o strane associazioni di idee emerse nel corso del lavoro). Ogni parola è un mondo, e le definizioni si «addizionano» via via per descrivere gli oggetti e i sentimenti nelle loro sfumature. La fantasia e la rappresentazione del mondo del bambino si confrontano poi con il riferimento «corretto», con l'inse¬ Lontane galassie distorte da una lente gravitazionale, uno dei tanti fenomeni previsti da Einstein (foto Nasa con HST) COMPUTER

Persone citate: Dennett, Edelman, Einstein, Lakoff, Matt Maryanovic, Rodney Brooks

Luoghi citati: Boston, Massachusetts, Pisa, Torino