Pecchioli: con lo Stato contro le Brigate rosse

Pecchioli: con lo Stato contro le Brigate rosse Pecchioli: con lo Stato contro le Brigate rosse manda di Cipriani: «Non mi turbava proprio per niente». Che sia vero non c'è dubbio, una volta che si legga la sua storia. Il piemontese Pecchioli, settant'anni, ex allievo del Liceo D'Azeglio, partigiano in Val d'Aosta, senatore dal '72 al '94, presidente del Comitato parlamentare per i servizi di sicurezza, è uno degli ultimi alti dirigenti del partito comunista (dal quale poi passò al pds) che ha alle spalle una storia di «rivoluzionario di professione». Era l'estate del '45: il Cai offerse a Pecchioli, appassionato alpinista, di gestire un rifugio, mentre il pei «mi chiese di lavorare come funzionario». Vinse il partito. Bisogna dire che anche senza Monte Bianco non mancarono le avventure nella vita di Pecchioli. Gli Anni Cinquanta restano forse il periodo più af¬ fascinante della storia comunista del dopoguerra, almeno nella realtà torinese, cuore del conflitto sociale. Mentre nei decenni successivi, seguendo la carriera di Pecchioli, l'orizzonte si allarga su questioni e personaggi nazionali e internazionali. Ma è negli anni duri che la storia d'un dirigente è anche lo specchio della storia di un partito, con una identificazione, un fare corpo come oggi non potrebbe più avvenire. Ciò non significa che nel suo racconto Pecchioli censuri i punti critici. Anzi la militanza è fatta anche di confessate contraddizioni, di riconosciuti ritardi: la famosa questione della «doppiezza», l'errore su Budapest 1956, il ritardo nel capire la lotta armata, le contraddizioni dell'anticraxismo. Dal punto di vista politico due

Persone citate: Cipriani, D'azeglio, Pecchioli

Luoghi citati: Budapest, Val D'aosta