Parliamone

Parliamone Parliamone PER I RACCONTI QUESTA 1/ UNA STAGIONE CENEROSA E^l passato era andata meglio. Ma non direi che quest'anno è aiutata liliale. Ho qui davanti a me una pila di libri e fatico io stesso a raccapezzarmi. An diamo sul sicuro. Ecco il bel «Meridiano» dedicato a Eugenio Montale. Ecco le prose poetiche di Andrea Zanzotto, edite da Neri Pozza (Cesare Segre ha scovato molte pagine inedite o poco note). Ecco Ho sognato l'ospedale di Lalla Romano, in villeggiatura all'ospedale tll melangolo) Ecco II fatto di Enzo Biagi, cronista principe (N. Eri - Rizzoli); lui non molla la presa, e non la fa mollare a noi. Ecco il malinconico Alberto Vigevani; malinconia letteraria e malinconia razziali; [Due nomi per Charlie, Marsilio) in un impasto ebraico color pastello Aurelio Picca a scuola, in L'esami' di maturità (Giunti), con la sua prosa gentile (Maupassanl e Laulréamont, rievocati nel risvolto, c'entrano poco) è scrittore, a conti fatti, convincente. Meglio in / racconti dell'eternità (Nuova Compagnia Editrice) con la sua preghiera di morire accanto all'innocenza. Un libro simpatico è Uomini del Novecento, di Geminello Alvi (Adòlphi), con un bel ritratto di Adriano Olivetti, «astutamente pratico e appassionato sino alla mistica». Giuliano Zincone si prova nel romanzo (// miele delle foglie, Marsilio): accattivante nevrosi, piii il vischio della prosa saggistica. «Verità e ruffianate» ispirano Edoardo Albinati, sempre intelligente, ma a cui l'esibita disinvoltura non tiene la piega nel poemetto La comunione dei beni. Delizioso II treno del buon appetito di Nico Naldini (Guanda), che ha ereditato la metà ingenua e buona del cugino Pier Paolo Pasolini. «Ciò che mi lega all'uomo è l'inutilità»: questa è la sigla del Giorgio Manganelli postumo (Tutti gli errori, Rizzoli): il paradosso vissuto come giuoco si rivela, dolorosamente, verità. Sergio Ferrerò (7/ gioco sul ponte, Rizzoli) si conferma come il più elegante narratore di oggi; l'eleganza è il nerbo della sua prosa. In Alle spalle di Trieste (Bompiani) c'è l'Istria di Fulvio Tomizza, voce sommessa di sentimenti profondi. Di Corrado Alvaro si possono leggere le lettere d'amore alla moglie [Cara Laura, Sellerio), belle e toccanti anche per chi non sa che un fratello di lui si uccise, o almeno cosi si dice, per essersene innamorato. I racconti di Marisa Volpi {Congedi, Giunti) sono introdotti da una citazione da Isaia: «Non vi sarà caligine dov'era angoscia»; e ne sono illuminati. In conclusione, non mancano neanche oggi in Italia buoni scrittori di racconti (e non dimentichiamo che è il racconto, non il romanzo, il genere letterario a noi più congeniale; Boccaccio, Sacchetti, Tozzi e Moravia docenti, manca piuttosto la voglia di ricordarsene. Bisogna organizzare una campagna contro quegli editori che perpetrano la morte dei racconti, il racconticidio. GenoPampaloni

Luoghi citati: Istria, Italia, Trieste