L'inflazione galoppa è al 5,8%

Per lira e Borsa nessun contraccolpo. Cofferati chiede un «piano d'emergenza» Per lira e Borsa nessun contraccolpo. Cofferati chiede un «piano d'emergenza» I/inflazione galoppa: è al 5,8% Dirti: era previsto, non servono altre misure ROMA. Inflazione in salita, per il quinto mese consecutivo. A giugno, secondo le anticipazioni dell'Istat nelle nove città-campione, si è attestata a quota 5,8 per cento. Era da tre anni che non si registrava un aumento così consistente. E non è ancora finita, perché secondo le previsioni del governo il picco sarà raggiunto tra luglio e agosto. Con la speranza, espressa da Dini («nessun allarme - dice - questo dato era previsto») che poi cominci a scendere, verso l'autunno. E non si renda così necessaria «nessuna azione, in nessun campo, prima di fine anno», come ha detto il presidente del Consiglio con trasparente allusione al proposito espresso da Bankitalia di rialzare i tassi se l'inflazione non scenderà dopo l'estate. Non si tratta, comunque di un dato a sorpresa, perché la curva ascendente era già stata disegnata dagli esperti di ogni versante. E infatti ieri lira e Borsa non hanno affatto risentito del dato inflattivo. Tanto che la nostra moneta, debole in apertura, si è apprezzata di un paio di punti sia sul dollaro che sul marco, mentre anche sul mercato a termine si è registrato un segnale rialzista, come pure in Borsa con l'indice Mibtel in crescita alle 17 dell'1,43. Sul fronte del governo e anche della Confindustria tutti si affannano, quindi, a sostenere che non bisogna cedere all'«allarmismo», mentre più preoccupate appaiono le analisi sulla situazione dei sindacati. Il tono alle reazioni rassicuranti io ha dato per primo il presidente del Consiglio: «Niente allarmismi, nienti allarmismi - ha predicalo Dini - le cose stanno andando bene nonostante queste cifre sui prezzi. Ci si attendeva che in estate ci fosse qualche rialzo. E i risultati non sono peggiori del previsto. Comunque nell'ultima parte dell'anno e anche previsto che i prezzi scendano. Non ci sono riflessi, conseguenze sulla Finanziaria. L'andamento dell'economia, della lira e della domanda sono tutti fattori che hanno portato a questo temporaneo rialzo dei prezzi». E di qui l'invito a non attuare alcuna azione correttiva nei prossimi mesi, in nessun settore. Fin qui Dini, che ieri ha parlottato a lungo con il Governatore della Banca d'Italia Fazio alla cerimonia dell'Abi. Quindi un chiaro invito a Bankitalia a non adottare alcuna stretta creditizia, che ostacolerebbe la ripresa, e un'analoga implicita esortazione al rispetto della politica dei redditi alle parti sociali. Onesti concetti sono stati poi ripresi dal coro dei ministri. Il titolare delle Finanze, Augusto Fantozzi, ha assicurato che questi dati «non modificano la manovra». Il ministro dei Lavori Pubblici e dell'Ambiente, Paolo Baratta, ha invitato «a mantenere i nervi saldi e tener fede al pilastro su cui si regge tutto il processo di risanamento: l'arcordo sul costo del lavoro». Intuie, il ministro del Lavoro, Tiziano Treu, ritiene l'inflazione «sotto controllo» e spera che «il rimbalzo, come previsto, rientrerà a fine estate», ritenendo quindi non necessario un eventuale intervento sui tassi di Bankitalia, ma «importante la moderazione salariale». Sulla stessa linea il presidente di Confindustria, Luigi Abete, per il quale «bisogna evitare inutili, ulteriori allarmismi. Fermo restando che a settembre ci vogliono politiche miranti ad apprezzare la lira». Note di preoccupazione si colgono invoce nei commenti dei sindacati. Il leader della Cisl, Sergio D'Antoni, ritiene che l'aumento di giugno «conferma la necessità di una immediata politica di controllo dell'inflazione» basata su tre capisaldi: blocco per due anni delle tariffe, nessuna nuova manovra sulle imposte indirette, denuncia all'antitrust di chi viola gli accordi di luglio '93 perché gli aumenti dei prezzi devono restare entro i limiti dell'inflazione programmata. Senza quest'azione, per D'Antoni «l'inflazione rischia di finire fuori controllo». Immediati interventi correttivi sono anche reclamati dal responsabile del dipartimento economico della Cgil, Stefano Patriarca, che invoca una procedura di controllo dei prezzi. Infine, tra le forze politiche An e Rifondazione comunista si trovano d'accordo nel criticare Dini. Per Giordano (Prc), quest'inflazione crescente che erode i salari e tutta colpa della manovra del governo, mentre per Petrizzi, di Alleanza nazionale, si è compiuto «un salto indietro di tre anni» e l'inflazione deriva dall'instabilità politica e dalla manovra economica di Dini che si propone obiettivi «irrealistici e troppo ottimistici». Questo pesante rilievo è condivi¬ so in parte anche dalla Corte dei Conti, che ritiene «ambiziose» le stime del governo sul rientro dell'inflazione nel triennio '96-'98 e «difficilmente conseguibile» quello di quest'anno. Un altro organismo di analisi congiunturale, l'Iseo, prevede invece un «picco» di oltre il 6% in agosto ma sconta un raffreddamento da settembre. Paolo Patruno IN SEI MESI DUE PUNTI IN PIÙ" Ì4 LE N0VE CITTA' CAMPI0NE (VAR. RISPETT0 AL '94) 4,3, - GIÙ.'94 LUG. (-) STIMA SET. OH. NOV. DIC. GEN. '95 FEB. APR. MAG. GIÙ. FONTE: SEI Il presidente del Consiglio Lamberto Dini sdrammatizza «A settembre il carovita invertirà la marcia»

Luoghi citati: Citta' Campi0ne, Fonte, Petrizzi, Roma