Grido d'allarme alla Rai: cresce il consumo, necessaria una rivoluzione
Grido d'allarme alla Rai: cresce il consumo, necessaria una rivoluzione Grido d'allarme alla Rai: cresce il consumo, necessaria una rivoluzione ROMA. La tv salvata dai ragazzini, pei dirb con Elsa Morante? Sembrerebbe a sentire il grido d'allarme e l'elenco di buoni propositi che s ò levato dal mega convegno organizzato dalla Rai sull'argomento, hi Presidente Moratti ad aprire, i: Direttore generale Menicucci a chiudere, e in mezzo i ministri Lombardi e Ossicini, il garante Santaniello, il celeberrimo neuropsichiatra Bollea, e poi sociologi, studiosi, operatori del settore e tutti i dirigenti aziendali convolti in quest'operazione «qualità.», tutt'interna alla Rai, Fininvost esclusa. Dopo l'allarme lanciato nei mesi passati da tavole rotonde e dibattiti su e giù per l'Italia, ecco un primo sogno di inversione di tendenza: qualcosa si comincia a muovere. Ma che è successo? Com'è che proprio adesso, nel '95, la Rai scopre che la tv può far male ai bambini, anzi che troppa tv, consumata in solitudine senza mamma e papà a fianco, in una città dove non si gioca più nei cortili, davanti a quaderni coi compiti che non si vogliono fare | perché la scuola non riesce a star dietro ai tempi, fa senz'altro male ai bambini? E' che questa tv è troppa. Lo dimostrano gli ultimi dati raccolti dalla Centrale Media Mediapolis .di Mario Mele dai quali, mettendo a confronto l'aprile '94 con il marzo '95, (i mesi non corrispondono per via delle elezioni) viene fuori che c'è stato ancora un incremento d'ascolto da parte dei bambini: più 3,7%. Non è granché, ma proprio non ce n'era bisogno. Bambini che, come ormai è stato dimostrato, non guardano più solo i programmi a loro destinati (imbottiti di inviti a comprarci, ma guardano tutto, compresi i telegiornali che non gli piacciono affatto ma servono a stare un po' vicino ai genitori. Che fare allora? La Rai che, a referendum effettuati, sente l'urgenza di dimostrarsi servizio pubblico, ha deciso di passare al contrattacco. Bene «Solletico» che ha messe in crisi il successo di Italia 1 ma non ancora quello di Canale 5, ancora la rete preferita dai ragazzini, bene l'allargamento dell'orario per trasmissioni destinate ai minori, ma non basta. E visto che tutte le statistiche, Auditel e non Auditel, confermano che il genere preferito dai piccoli restano i cartoni animati, ecco che la Rai s'è decisa a intervenire proprio su questo genere di programmazione. Fatte salvo, è ovvio, il rispetto di tutte le Carte dei Diritti possibili, l'appello ai «valori positivi», la sperimentazione di linguaggi nuovi multimediali e interattivi come vuole la moda, l'ipotesi di un canale satellitare intitolato alla Famiglia con la effe maiuscola da fare con la Time Warner, la formazione di un comitato che elabori «grandi linee di comportamento etico» da proporre a tutti gli operatori della Rai, fatte salvo tutte queste cose, il resto è appunto cartoni animati. Quali car¬ toni, quindi? Si comincia il 3 luglio alle 20,20 su Raidtie con «Go cart» nel senso di «Vai cartone», un programma con conduttrice che mette insieme Bugs Bunny e Gatto Silvestro, Speedy Gonzales, i Duffy Duck e Porky Pig per 20 minuti a sera, in attesa che il Tg2 venga spostato alle 20,30. Ed è solo l'inizio. Il piatto forte è infatti l'ingresso della Rai nella produzione di cartoni: por far concorrenza alla Francia, per portare avanti la creatività ita¬ liana, per non essere tagliati fuori da un mercato in espansione, la Rai ha stanziato 13 miliardi per produrre, anzi coprodurre, il genere più costoso della tv: quello del disegno animato. A spendere i soldi ci penserà Giampaolo Sodano e la sua macrostruttura, a cercare idee e linguaggi Gianfranco Noferi capo del gruppo che si occ ìpa di tv e ragazzi, a mettere in onda le roti, per ora Rai uno e Raidue nonostante Bollea che vorrebbe una rete sola destinata all'infanzia. Tra i prò getti ventisei puntate di La Firn pa di Altan da aggiungersi a quelle già fatte anni fa; una lunga serio di spot «educazionali» da spargere nei palinsesti; un lungometraggio di Mainili da fare con l'americana Die per insegnare a vincere la paura dei vari Dracula, Frankenstein e quanl'altri; «I Pirati della Malesia» di Salgari a fumetti; «La Freccia Azzurra» di Rodari a disegni con musiche di Paolo Conte; infine conto puntale da otto minuti l'una di Mainili per una grande Enciclopedia degli animali. Un progetto, questo, già contostato al suo apparire dalla sociologa Marina D'Amato che ha visto il piccolo uccello kiwi non adatto al volo per vocazione naturale, costretto nel numero zero del fumetto a cadere in continuazione dal nido. «Un esempio negativo - ha detto fonte di frustrazione per il bambino che s'immedesima in lui e fonte di razzismo per quello che non s'immedesima». Niente paura, però. A correggere le storie ci sarà un etologo, ha assicurato Paola De Benedetti, vicedirettore di Raiuno e grande esperta di bambini e tv Simonetta Robiony Il nuovo comincia con i cartoni animati Per la prima volta saranno prodotti pendendo 13 miliardi COSI'DAVANTI AL VIDEO PERÌODO: APRILE '94 - MARZO'95 GENERI PIÙ' VISTI DAI BAMBINI 1994 1995 Bambini Donne Il nuovo comincia con i cartoni animati Per la prima volta saranno prodotti pendendo 13 miliardi
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