«Sull'Uno bianca non c'eravamo noi»

«Sull'Uno bianco non c'eravamo noi» L'ex poliziotto cambia versione: «Fornivamo le armi a un'organizzazione» «Sull'Uno bianco non c'eravamo noi» Roberto Savi in aula ritratta: non ho mai ucciso PESARO. Fino ad ora solo evocato dalle ricostruzioni giornalistiche il fantasma del «secondo livello» torna prepotentemente alla ribalta nella vicenda della Uno bianca. Nel modo più clamoroso: con una ritrattazione completa di Roberto Savi, il killer dagli occhi di ghiaccio, indicato dai fratelli come il vero capo della banda che ha seminato il terrore tra Emilia Romagna e Marche. Di fronte al tribunale di Pesaro che deve giudicare i tre fratelli per una serie di rapine a supermercati, caselli, benzinai e per il tentato omicidio di due poliziotti, Roberto Savi si è rimangiato tutte le ammissioni: «Io e i miei fratelli non siamo la banda della Uno bianca. Non abbiamo fatto la rapina alla Coop, né al casello autostradale né siamo stati noi ad ammazzare il bancario Ubaldo Paci (per il quale sono stati condannati all'ergastolo poche settimane addietro, n.d.r.). Abbiamo dovuto accollarci delle colpe per una strategia precisa. C'erano degli accordi presi da me e Fabio con del- le persone di cui non posso rivelare il nome. Ci era stata garantita la massima copertura. Non dico che siamo innocenti. Abbiamo solo affittato quelle armi a delle persone di cui non voglio rivelare il noma». Di fronte alle insistenze dei giudici il poliziotto-killer aggiunge ben poco: «Posso solo dire che eravamo in contatto con una rete investigativa che poteva già arrestarci alcuni anni fa, ma che invece mi ha proposto di mettere a disposizione le nostre armi per alcune azioni». Roberto Savi insiste mettendo una dietro l'altra alcune domande che erano già state fatte nei mesi scorsi: «Avevamo coperture di forze dell'ordine o servizi segreti? Questo lo devono scoprire gli investigatori. Di politica non me ne intendo. Chiedetevi: perché non siamo stati scoperti prima? E perché siamo stati arrestati poi? Ve lo siete mai chiesti?». Aperto questo scenario, foriero di polemiche e di nuovi e vecchi retroscena irrisolti, Roberto Savi ritaglia per sé e i suoi fratelli il ruolo di «rifornitori di armi, auto rubate e poco più». Poi un'appendice così inquietante da avere la parvenza di messaggio: «Sono un pessimo tiratore, ma confeziono benissimo esplosivo». Fin qui la clamorosa ritrattazione di Roberto Savi, che ha seguito l'interrogatorio di Alberto, il cosiddetto fratello buono, anche lui poliziotto. Mezze ammissioni e molte amnesie. Tanto che il fratello maggiore lo liquida definendolo «mezzo rintronato». [1.1.] Roberto Savi, uno dei killer della Uno Bianca

Persone citate: Roberto Savi, Ubaldo Paci

Luoghi citati: Emilia Romagna, Marche, Pesaro