«Mattei il caso è riaperto» di Enrico Mattei

Morì 33 anni fa in un incidente aereo. Secondo Buscetta fu vittima di un attentato della mafia Morì 33 anni fa in un incidente aereo. Secondo Buscetta fu vittima di un attentato della mafia «Mattei, il caso è riaperto» Riesumata la salma del presidente dell'Eni MACERATA. Si riapre il caso Mattei. La salma del presidente dell'Eni scomparso in un incidente aereo, nell'ottobre '62 a Bascapè, vicino a Milano, è stata riesumata ieri mattina nel cimitero di Matelica, nelle Marche, a pochi chilometri da Macerata, su disposizione della Procura della Repubblica di Pavia. I giudici lombardi nei mesi scorsi avevano riaperto il fascicolo sulla morte di Mattei. L'ultima archiviazione della vicenda, la terza, risaliva al giugno del '74. Ora la procura pavese sta vagliando l'ipotesi che il bireattore su cui il presidente dell'Eni viaggiava, insieme col pilota Irnerio Bertuzzi e col giornalista inglese William Mac Hale, pure morti nell'incidente, sia stato fatto esplodere da una bomba. L'inchiesta pavese è stata riaperta nel novembre scorso in seguito alle rivelazioni del pentito Tommaso Buscetta: aveva affermato che l'incidente non era dovuto a un guasto ma a un attentato deciso dalla mafia siciliana, per fare «un piacere» a Cosa Nostra che non gradiva l'attivismo di Mattei nei Paesi arabi, un attivismo che andava a scapito di certi interessi americani. Secondo Buscetta, Mattei avrebbe dato fastidio per le sue scelte di politica petrolifera, che in quegli anni avevano procurato più di uno scossone sui mercati internazionali. Negli scorsi mesi, dopo la riapertura dell'inchiesta, il giudice Calia aveva raccolto le testimonianze di numerose persone, da abitanti di Bascapè a giornalisti che all'epoca seguirono il caso. Ieri a Matelica erano presenti anche la cognata di Mattei, Leonella, e alcuni nipoti fra i quali Angelo e Paolo Mattei, che non hanno mai smesso di indagare per conto proprio sulla morte del congiunto. Un'ora dopo l'inizio dell'operazione di recupero, la cassa di zinco coi resti di En¬ rico Mattei è stata adagiata a terra dagli operai del piccolo cimitero, che hanno tolto la lapide. Laconico il commento di Paolo Mattei: «Le spoglie si riducono purtroppo a ben poca cosa». Un collaboratore del magistrato inquirente si è lasciato sfuggire una conferma ai timori: si potrà analizzare soltanto una parte del cranio, la base del collo, ma poco altro Nonostante il grande supporto che la tecnologia e la medicina moderna potranno fornire. Perché allora l'inchiesta va avanti? Angelo Mattei, dopo il recupero, non si fa pregare. E dice che nei mesi scorsi è stato ascoltato, insieme agli altri parenti Leonella e Rosy, dal magistrato pavese. Ha anche partecipato all'affidamento della perizia sul velivolo, eseguita poi presso la Scuola ufficiali carabinieri di Roma. Perizia che, a suo dire, avrebbe confermato i sospetti di sempre, accertando la presen¬ za di tracce di esplosivo. Angelo Mattei tiene a precisare che «l'inchiesta sulla morte è stata riaperta prima delle dichiarazioni rese da Buscetta su un coinvolgimento della mafia nell'attentato». Quando? «Non posso dirlo. Tutto è legato a un fatto di cui non posso assolutamente parlare». 1 resti di Enrico Mattei sono stati caricati su di un furgone funebre e trasportati a Torino, nell'Istituto di Medicina Legale, dove saranno eseguite tutte le perizie. Queste riguarderanno non solo i resti di Mattei, ma anche quelli del pilota Bertuzzi e forse del giornalista Mac Hale. Quest'ultimo era salito sul bimotore su cui viaggiava il presidente dell'Eni per fargli un intervista proprio sulla concorrenza dell'impresa di Stato italiana «Ile grandi compagnie petrolifere. Jerry Paladini L'arrivo dei resti di Enrico Mattei a Torino