«Una moschea per la pace»

Scalfaro: «Si deve riconoscere la libertà religiosa di tutti», ma non si placano le polemiche degli integralisti cattolici Scalfaro: «Si deve riconoscere la libertà religiosa di tutti», ma non si placano le polemiche degli integralisti cattolici «Una moschea per la pace» Inaugurata a Roma dopo 22 anni ROMA. Da ieri Roma ha ufficialmente la sua moschea: l'imponente tempio, con l'annesso centro culturale islamico, sono stati inaugurati con una cerimonia solenne. Oltre ai dignitari del mondo islamico, c'era il Presidente Oscar Luigi Scalfaro, il sindaco Rutelli, il ministro degli Esteri Susanna Agnelli col capo coperto in segno di rispetto. In prima fila mons. Clemente Riva in rappresentnanza della Chiesa di Roma; arretrati, mons. Fitzgerald della Commissione per il dialogo con l'Islam e mons. Colasuonno, Nunzio in Italia. La cerimonia è stata vissuta con un tocco di nostalgia da parte dell'architetto Paolo Portoghesi: «Mi sembra - ha detto come se un figlio di 22 anni se ne va, perché è diventato grande». E la moschea grande lo è davvero: la sala di preghiera contiene duemila posti; accanto c'è un centro per le conferenze e quindi un vasto spazio con un giardino curatissimo nel quale varie decine di palme attendono di crescere. Nella piccola e ricercatissima sala dei congressi, decorata da mosaici marocchini, l'ambasciatore del Marocco, presidente del Consiglio di amministrazione del Centro islamico, ha parlato per primo, osservando che quest'opera intende correggere il significato negativo dell'Islam, erroneamente descritto come autoritario e violento. Dal presidente Scalfaro è arrivato il monito a riconoscere la libertà religiosa di tutti. Ai rappresentanti islamici, il Presidente ha rivolto una breve lezione di diritto costituzionale applicato, spiegando che con la moschea si realizza ancor di più quella parte della Costituzione in cui si parla del fondamentale dirit to all'eguaglianza, anche nel poter professare la fede. Augu randa «di portare avanti il proposito di mostrare il volto di pace c tolleranza dell'Islam» e rivolgendo un pensiero «a tutti coloro che in terra d'Italia sono di altre religioni» Scalfaro ha proseguito osservando che per «tutti c'è spazio e anche per chi non si riconosce in una fede. Questo spazio è la civiltà». Critiche invece dai settori integralisti cattolici: i seguaci di mons. Lefebvre, il Centro Lepanto, la Consulta cattolica della Lega Nord hanno duramente stigmatizzato l'apertura del luogo di culto musulmano. Quasi a prevenire tali critiche, mons. Fitzgerald ha ricordato che per la Chiesa il dialogo viene sempre al primo posto. Immutato invece il no ai matrimoni tra musulmani e cattolici. Mons. Riva, autore in passato di un severo «altolà», ha precisato di non aver cambiato posiziono ma ha poi rivelato che anche i musulmani consigliano ai propri fedeli di guardarsi dallo sposare donne di religione diversa. Da oggi comunque chi aspetta i cinque richiami del muezzin resterà deluso: questa prassi vale nei Paesi musulmani ma non in quelli occidentali perché si presume che i fedeli da chiamare non siano proprio nelle vicinanze. Luca Tornasi L«udèLAiSUD L'architetto Portoghesi «Mi sento come quando un figlio se ne va di casa perché è diventato grande» L'interno della moschea di Roma A sinistra, Scalfaro con il prìncipe saudita Salman Ben Abdul Aziz al Saud

Luoghi citati: Italia, Marocco, Roma