Il Cremlino in ostaggio dei ceceni di Anna Zafesova

Il Cremlino in ostaggio dei ceceni Il Cremlino in ostaggio dei ceceni I deputati hanno votato la sfiducia al governo MOSCA NOSTRO SERVIZIO La tragedia di Budionnovsk e finita, ma le sue conseguenze si fanno ancora sentire, soprattutto a Mosca. Ieri la Duma ha negato la fiducia al governo Cernomyrdin: 241 voti contro 72 e 20 astenuti. E' la prima volta che la Camera bassa del parlamento russo attacca cosi violentemente il governo. Nemmeno l'intervento del primo ministro Viktor Cernomyrdin, indiscusso protagonista della trattativa per la liberazione degli ostaggi, ha contribuito a far cambiare idea ai deputati. Hanno votato contro la fiducia gruppi parlamentari così diversi tra loro, come i comunisti, gli agrari e i democratici di Grigorij Javlinskij, le «Donne della Russia» (da sempre estremamente leali verso il gabinetto) e i liberaldemocratici di Zhirinovskij (è la prima volta che il «duce» si schiera apertamente contro il Cremlinol. «Scelta della Russia», il gruppo dell'ex premier Egor Gaidar, ha deciso di appoggiare il governo per non danneggiare la riforma economica, ma ha chiesto le dimissioni dei «ministri della forza»: quello della Difesa Graciov, degli Intorni Erin e dell'ex Kgb Stepashin. Ma il vero bersaglio dei deputati è ormai io stesso presidente Eltsin. Javlinskij lo ha accusato di essere il vero responsabile del disastro economico e della guerra civile nel Caucaso: «Se potessimo avviare una procedura di impeachment dovremmo farlo», ha detto. E il leader dei comunisti Ghennadij Ziuganov ha deciso di cominciare la raccolta di firmo per la destituzione di un presidente «incapace ormai di governare», nonostante la procedura dell'impeachment sia stata resa quasi impossibile dalla nuova Costituzione. Ora Eltsin deve decidere se mandare il governo a casa o ignorare il voto della Duma. Il suo portavoce Serghej Medve dev ha già annunciato che il presidente «non ha nulla da rimproverare» al governo. E Cernomyrdin, che dopo il voto ha abbandonato l'aula, ha dichiarato: «Continueremo a lavorare. Alcuni deputati vogliono trasformare il Paese in un circo, ma non ci riusciranno». Dopo tre mesi la Duma ritornerà a decidere e, se la fiducia venisse negata ancora una volta, Eltsin sarà costretto a scegliere: rinunciare al governo o sciogliere la Duma. Nel frattempo 123 ostaggi che avevano accompagnato i terroristi di Shamil Bassaev in Cecenia sono tornati a Budionnovsk. Molti si sono espressi per le dimissioni immediate del governo, del parlamento e del presidente. «Non sono in grado di difenderci», ripetevano i protagonisti di questa drammatica vicenda. Con i volti segnali dalla fatica e dalla paura dei giorni scorsi, gli ostaggi hanno raccontato che durante il viaggio di 30 ore verso la Cecenia non temevano i terroristi, ma un blitz improvviso Il presidente Eltsin: protetto dalla nuova Costituzione russa delle truppe russe. «Dopo che hanno sparato sull'ospedale dove ci tenevano prigionieri ci aspettavamo di tutto, ogni secondo temevamo un attacco da dietro i cespugli», ha raccontato un giovane. Prima di rilasciare gli ostaggi Shamil Bassaev. il capo dei terroristi, è salito su tutti i pullman, uno dopo l'altro, ripetendo: «Scusateci, non volevamo farlo, siamo stati costretti dalle circostanze». Poi si è dileguato insieme ai suoi uomini nei sentieri di montagna, dopo essere j stato festeggiato come un idolo I dai locali con grida «Allah è ' grande». Mosca ora vuole la vendetta e ; questo minaccia di far saltare i ! negoziati di pace a Grozny. Ieri, S (mando sembrava che gli uomini ì di Dudaev si fossero quasi messi I d'accordo con la delegazione del 1 Cremlino, il comandante delle 1 truppe russe in Cecenia Kulikuv ! ha posto un ultimatum: o ci date ! la testa di Bassaev, oppure rompiamo la tregua. Anna Zafesova E i militari minacciano di sabotare le trattative

Luoghi citati: Cecenia, Grozny, Mosca, Russia