Da Le Pen insulti per tutti
Molti artisti (ma non Aznavour) raccolgono l'appello a non cantare nelle città con un sindaco razzista Molti artisti (ma non Aznavour) raccolgono l'appello a non cantare nelle città con un sindaco razzista Da Le Pen insulti per tutti «Chi boicotta il Fronte è un cretino» PARICI NOSTRO SERVIZIO «Questo non è che l'inizio». Una promessa di fare anche meglio prossimamente, conquistare altre Municipalità, prendere piede senza più fermarsi: ecco il messaggio lanciato dal leader del Fronte Nazionale Jean-Marie Le Pen nella conferenza stampa tenuta ieri, in reazione alla richiesta di boicottaggio nei confronti delle città divenute nere con il voto di domenica. La richiesta era stata avanzata dall'ex premier socialista Laurent Fabius alla vigilia della tradizionale «Fète de la musique» (musica in strada per allietare il Solstizio d'estate, invenzione del ministro della Cultura più popolare dell'era Mitterrand, Jack Lang), ed entusiasticamente accolta da numerosi artisti: primo tra tutti, il cantante Patrick Bruci, idolo delle ventenni, che ha annullato il concerto previsto a Tolone. Specificamente rivolto a Bruci, per via dell'impatto sul pubblico giovanile della sua decisione, più clamoroso di quello di chiunque altro, Le Pen ha sfo! derato la sua arma abituale, la battuta ingiuriosa. «Null'altro che guaiti di un cucciolo mal allevato e mal lavato. Tolone farà a meno dei vocalizzi del cantante Benguigui», ha detto il leader del Fronte Nazionale usando non il nome d'arte della star ma quello di famiglia, per insultarne le origini maghrebine. E ha aggiunto: «Questo non impedirà al Mar Mediterraneo di restare blu, al Fronte Nazionale di continuare la sua azione politica in favore delle francesi e dei francesi minacciati di essere dei paria nel loro stesso Paese, e di ottenere domani nuove fruttuose vittorie». Quanto all'attuale ministro della Cultura, il sindaco cristiano-sociale di Lourdes, Philippe Douste-Blazy, che senza incoraggiare né deprecare il boicottaggio l'aveva però definito «comprensibile», Le Pen ha avuto parole di riguardo anche per lui: «Sinora sapevamo dell'esistenza di una categoria di cretini, i cretini delle Alpi; sap¬ piamo adesso che esistono anche i cretini dei Pirenei». E ha poi minacciato di perseguire in giustizia chiunque dovesse insistere nell'appello al boicottaggio, essendo quest'ultimo illegale in quanto discriminazione por ragioni d'opinione. Il bersaglio cui era diretto l'avvertimento, Laurent Fabius, è coinvolto nello scandalo del sangue infetto: Le Pen l'ha ricordato, schernendo «la faccia tosta» dell'ex premier che nonostante le suo gravi responsabilità «non esita a erigersi dispensatore di lezioni di morale». Begolati i conti personali, il leader del Fronte Nazionale è poi passato ai contenuti della conferenza stampa. «Le elezioni hanno dimostrato che il mio partito è ormai presente a tutti i livelli della politica francese» ha allora detto, «e che è evidentemente uno dei più importanti partiti politici francesi. Ma non sono soddisfatto dei risultati». Ed ecco il vero messaggio: i risultati sarebbero stati ben più schiaccianti se «sistemi scandalosi e ignobili» di diffamazione non fossero stati utilizzati in parecchie città tra il primo e il secondo turno di voto. Ha annunciato ricorsi per le irregolarità che sarebbero state commesse a Vitrolles (Bouches-du-Rhòne), Dreux (Eure-et-Loir) e Noyon (Oise), tre città in cui i candidati del Fronte Nazionale sono stati battuti per poco al secondo turno. Esempi: «Volantini ingiuriosi, l'uso a fini elettorali di ceri- monie ufficiali di commemorazione dell'appello del 18 giugno 1940, il reclutamento di elementi esterni come il pregiudicato Bernard Tapie venuto a far campagna a Vitrolles contro Bruno Mégret». Mégrct, numero due del Fronte Nazionale, era arrivato in testa al primo turno con il 43 per conto dei voti. Le Pen ha inoltre denunciato «le manifestazioni formalmente proibite (il giorno delle elezioni] in particolare dei giovani figli di immigrati, alla porta dei seggi». I beurs avrebbero lanciato minacce agli elettori. Jean-Marie Le Pen si è infine congedato dando appuntamento ai suoi avversari per le elezioni cantonali, legislative e regionali del 1998: la resa dei conti. Protesta. In serata, Charles Aznavour ha espresso il suo dissenso rispetto al boicottaggio delle città che hanno votato per il Fronte Nazionale. «I chirurghi forse non opereranno più a Orango? Io non ho mai cantato per un partito ma per il pubblico», ha detto, in procinto di farlo per il 21 giugno. Gabriella Bosco «E' solo l'inizio Alle prossime * H * elezioni faremo jy ancora meglio» Jean-Marie Le Pen con i neosindaci del Fronte Nazionale A sinistra, Charles Aznavour proibite (il giorno delle elezioni] in particolare dei giovani figli di immigrati, alla porta dei seggi». I beurs avrebbero lanciato minacce agli elettori. Jean-Marie Le Pen si è infine congedato dando appuntamento ai suoi avversari per le elezioni cantonali, legislative e regionali del 1998: la resa dei conti. Protesta. In serata, Charles Aznavour ha espresso il suo dissenso rispetto al boicottaggio delle città che hanno votato per «E' solo l'inizio Alle prossime elezioni faremo ancora meglio» Jean-Marie Le Pen con i neosindaci del Fronte Nazionale A sinistra, Charles Aznavour
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