No al «rito immediato» per Macherio di R. M.

No al «rito immediato» per Macherio No al «rito immediato» per Macherio Berlusconi: «Finalmente c'è un giudice a Berlino!» MILANO. Nessun processo «immediato» per frode fiscale a Silvio Berlusconi. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Fabio I'aparella che ha respinto la richiesta del pool Mani pulite che voleva Berlusconi subito alla sbarra per la vicenda dei terreni attorno alla villa di Macherio del Cavaliere. Soddisfatti i difensori di Berlusconi, gli avvocati Amodio e De Luca. Che dicono: «Al rigetto delle richieste della procura il dottor Paparella è arrivato con rilievi molto pertinenti». Sette pagine, la motivazione con cui il giudice Paparella ha detto «no» al pool Mani pulite. Sette pagine piene di valutazioni tecnico giuridiche: «no al rito immediato» perché manca una perizia contabile che con certezza avrebbe potuto stabilire l'evidenza del fatto. E «no al rito immediato» perché sono scaduti i 90 giorni in cui è possibile chiedere il processo, senza passare per l'udienza preliminare. Più che soddisfatto Berlusconi, che ne ha approfittato per ribadire la sua estraneità ai fatti contestatigli. «Finalmente c'è un giudice a Berlino!», ha commentato il leader del Polo, facendo sua la frase rivolta a Federico di Prussia da un boscaiolo che solo in lui aveva trovato giustizia. E' solo una questione di date, in realtà. Il nome di Berlusconi viene iscritto nel registro degli indagati il 23 marzo, dunque dentro i 90 giorni stabiliti dalla legge. Ma la vicenda, che coinvolge altre 8 persone, alla procura è nota dalla fine di gennaio. Quindi oltre i 90 giorni. Perché questo «svarione» del pool? Perché tanta fretta di vedere Berlusconi a processo? Nessuna risposta ufficiale dal quarto piano di palazzo di Giustizia. Dove ancora gongolano per quel «sì» dato dalla Svizzera alla possibilità di eseguire ispezioni bancarie su cinque società estere, tutte legate al «Biscione». E lì, sono convinti i magistrati, potrebbero esserci le prove pure dell'utilizzo di una trentina di libretti al portatore con miliardi che vengono e che vanno non si sa dove. Nessuna risposta ufficiale dalla procura a questo «no» del gip Paparella, ma lo smacco è grosso. Tanto che i legali dell'ex presidente del Consiglio calcano la mano: «Non è stata trovata nella richiesta di rinvio a giudizio (contro Berlusconi, ndr) dimostrazione di come si è arrivati alla formulazione dell'accusa né della ricostruzione dei flussi finanziari». E' davvero così? Tutti gli atti tornano adesso in procura, dove i magistrati del pool potranno ripresentare la richiesta di rinvio a giudizio per via ordinaria, passando per l'udienza preliminare e poi - se Paparella vorrà - arrivare ad un processo. Nove le persone coinvolte in questa vicenda legata ai terreni della villa di Macherio. Oltre a Berlusconi e a Salvatore Sciascia (responsabile fiscale delle aziende del Gruppo, ndr) ci sono i titolari di sette libretti al portatore miliardari, su cui da tempo i magistrati stanno indagando. Tra i sette titolari, tutti manager di società legate al «Biscione», c'è anche Giuseppe Spinelli, amministratore dei boni personali della famiglia Berlusconi. Interrogato il 30 gennaio, Spinelli è il primo a parlare di quella faccenda dei terreni che - solo molto dopo il 23 marzo, farà scattare l'iscrizione nel registro degli indagati per frode fiscale di Silvio Berlusconi. Il gip Paparella ha motivato il suo «no» al processo per rito immediato anche perché manca una perizia contabile sull'intera vicenda. Perizia che lo stesso gip aveva rifiutato una settimana fa, sostenendo che la cosa poteva essere fatta durante il dibattimento. Un (apparente) controsenso che si spiega solo con la necessità di non prolungare ulteriormente i tempi di indagine. Ci sarà - ora questa perizia tecnica? In teoria sì, ma dalla procura fanno già sapere: «Non c'è bisogno di fare nessuna perizia, per questa inchiesta bastano le carte raccolte dal nucleo di polizia tributaria», [r. m.]

Luoghi citati: Berlino, Macherio, Milano, Svizzera