L'UOMO CHE DISEGNA NEL BUIO

L'uomo che disegna nel buio L'uomo che disegna nel buio QTORINO UKSTA storia ha una protagonista fantasmafica e inquiétante: la cecità. E' un uomo the vive ai bordi di questo mondo di velluto nero e che ne conoste i contorni, il dentro e il fuori. E che ne sa disegnare contorni e torme in modo tale che chi non ha mai visto il mondo con i suoi occhi, ora impari a vederlo con gli occhi tifila mente. Che veda i palazzi e le finestre, che percepisca le volte delle chiese, i quadri dei musei, gli oggetti, il negato mondo tifile cose attraverso immagini semplici, ma laboriosamente elaborate per chi non vede é create con il suo aiuto, le sue indicazioni. Quest'uomo si chiama Fabio Levi. Da bambino sembrava destinato a diventare cieco, ma the poi ha conservato una frazione preziosa e sufficiente di vista. Che da bambino è stato addestrato ad essere cieco e quindi at! usare la lettura in Braille, ma più tli tutto ad accettare e conoscere il mondo per il quale sembrava destinato. Mentre aspetto al litofono lo scatto elettrico del portone, torna in mente un compagno di liceo, cicco dalla nascita, che spiegava la sua visione-non-visione del mondo: i suoi libri enormi the contenevano un solo canto della Divina Commedia. Del mondo, custodiva un archetipo solitario, difeso con aggressiva gelosia. Quelle discussioni invadevano il campo filosofico sulla realtà dfllt cose e sulla solitudine del percepire, passando attraverso il saggio sul cieco nato di Berkeley se non ritortiti male. «E tli Diderot-, aggiunge il mio ospite aprendomi la porta della sua casa in via Casalis. E' lui l'uomo che ha speso la sua incerta condizione progettando un mondo tli disegni in rilievo frutto tli esperienze metodiche, pudiche, mirate a tracciare la nuova rivoluzionaria strada attraverso la quale chi non vede possa egualmente formarsi una immagine mentale della realtà irraggiungibile: una cattedrale, una città, un quadro, un animale. E'giovane, sulla quarantina. Non ha l'aria smarrita e vede quanto basta per leggere, scrivere e muoversi con disinvoltura. Teme protagonismo e pietismo. Porta occhiali tondi con lenti sottili al titanio. Prima di andarlo a trovare ho letto un suo libro sfiorandone le illustrazioni in sottile rilievo, ma più che altro le loro miracolose, perfette e matematiche proporzioni: in quella perfezione proporzionale sta la chiave che apre la serratura del buio. Dopo aver spiegato la rivoluzione che aspetta il mondo di chi non vede (sei milioni almeno in Europa, centinaia nel mondo) propone: «Vuole sottoporsi a un esperimento? Chiuda gli occhi, usi le dita». 1 segni si presentano confusi e indistinti. La cassetta libera una voce registrata come quelle degli audiovisivi dei musei: mi invita a visitare con i poi pastrelli la chiesa di San Lorenzo del Guarirti, capolavoro del barocco torinese. Mi concentro e fatico, simu landò la cecità e il suo supera mento, come il liceale che scriveva i temi picchiando sui tast di una piccola Olivetti con lo sferragliamento della sua dispe Paolo frizzanti CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Diderot, Fabio Levi

Luoghi citati: Europa